IL PRESEPE A NAPOLI
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via Trinità degli Spagnuoli. Il re Ferdinando II voleva comprarla e ne propose al prete
la vendita. Ma il buon don Domenico rifiutossi, perchè al danaro preferiva i suoi pastori,
per acquistare i quali spesso spesso si era privato del
necessario.1
Morto lo Sdanghi, il presepe restò abbandonato X
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principale, la nascita (v. fig. 11). Spesso alla rozza grotta ^jflÉHHk\ WL
era innestato, come vedesi, un antico tempio semidi- .r^^ «HhBaÌ9
ci.\^VGnirG lei l'i ct^ citcì cld I^_ccloiìtoro ctc3.cliritti.Trci/ iiollo
Gesù tra' ruderi del gentilesimo, e, secondo il duca |k
Proto, l'artista sarebbe staio guidato da un concetto ^^^^^%>mIìmim r*' -g""-™^
filosofico: avrebbe voluto mostrare come da quelle ''' i ™
rovine sorgeva l'èra novella. L'idea non sarebbe cat- Fig. Sa. — Pastore
tiva, ma, sia detto con buona pace del Proto, la sua è Presepe nella Cappella del Sannazaro
semplicemente una fantasticheria, giacché gli artisti a Mereellina
non hanno mai guardato tanto pel sottile. Fin dal Ri-
nascimento troviamo reminiscenze dell'arte classica : nelle nostre chiese, per non uscir da
Napoli, ne' frontoni delle cappelle vediamo spesso ritratti gli archi di trionfo romani, e nei
quadri del Ghirlandaio, del Botticelli, non vediamo forse il presepio proprio nei ruderi di un
edifizio classico? Que'motivi classici, a parer mio, agli artisti sembravano più decorativi, ed
essi li sceglievano a preferenza, ecco tutto. Al che vuoisi aggiungere un'altra considerazione:
il presepe napoletano raggiunse l'apogeo al cadere del Settecento, quando cioè il classico era
di moda: lo stile detto Luigi XVI e quello Impero, sono proprio di quest'epoca. A Napoli
poi le scoverte di Ercolano e Pompei avevano entusiasmato artisti e letterati : anche il pre-
sepe, dunque, doveva risentire dei gusti del tempo, ed ecco spiegati que' tanti ruderi e fram-
menti di fabbriche romane che ne ornavano il paesaggio e che fecero tanto scandalizzare
il Gorani.2
1 I malevoli dicono che il rifiuto fu prodotto dal-
l'offerta, che allo Sdanghi parve non adatta al merito
che egli attribuiva ai. pastori. Lo scopo poi che si
proponeva il Re era di far costruire, come difatti
fece, un presepe a Caserta, per inaugurare il tronco
di ferrovia che da Napoli conduceva alle reali delizie.
2 Op. cit., pag. 325, « celle des Torres offre des
urnes, des vases étrusques et des statues antiques».
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via Trinità degli Spagnuoli. Il re Ferdinando II voleva comprarla e ne propose al prete
la vendita. Ma il buon don Domenico rifiutossi, perchè al danaro preferiva i suoi pastori,
per acquistare i quali spesso spesso si era privato del
necessario.1
Morto lo Sdanghi, il presepe restò abbandonato X
e le p^ ^
d ' 1" ' ^ , ^ 1 / * 1 ' ' ' * '^''^
principale, la nascita (v. fig. 11). Spesso alla rozza grotta ^jflÉHHk\ WL
era innestato, come vedesi, un antico tempio semidi- .r^^ «HhBaÌ9
ci.\^VGnirG lei l'i ct^ citcì cld I^_ccloiìtoro ctc3.cliritti.Trci/ iiollo
Gesù tra' ruderi del gentilesimo, e, secondo il duca |k
Proto, l'artista sarebbe staio guidato da un concetto ^^^^^%>mIìmim r*' -g""-™^
filosofico: avrebbe voluto mostrare come da quelle ''' i ™
rovine sorgeva l'èra novella. L'idea non sarebbe cat- Fig. Sa. — Pastore
tiva, ma, sia detto con buona pace del Proto, la sua è Presepe nella Cappella del Sannazaro
semplicemente una fantasticheria, giacché gli artisti a Mereellina
non hanno mai guardato tanto pel sottile. Fin dal Ri-
nascimento troviamo reminiscenze dell'arte classica : nelle nostre chiese, per non uscir da
Napoli, ne' frontoni delle cappelle vediamo spesso ritratti gli archi di trionfo romani, e nei
quadri del Ghirlandaio, del Botticelli, non vediamo forse il presepio proprio nei ruderi di un
edifizio classico? Que'motivi classici, a parer mio, agli artisti sembravano più decorativi, ed
essi li sceglievano a preferenza, ecco tutto. Al che vuoisi aggiungere un'altra considerazione:
il presepe napoletano raggiunse l'apogeo al cadere del Settecento, quando cioè il classico era
di moda: lo stile detto Luigi XVI e quello Impero, sono proprio di quest'epoca. A Napoli
poi le scoverte di Ercolano e Pompei avevano entusiasmato artisti e letterati : anche il pre-
sepe, dunque, doveva risentire dei gusti del tempo, ed ecco spiegati que' tanti ruderi e fram-
menti di fabbriche romane che ne ornavano il paesaggio e che fecero tanto scandalizzare
il Gorani.2
1 I malevoli dicono che il rifiuto fu prodotto dal-
l'offerta, che allo Sdanghi parve non adatta al merito
che egli attribuiva ai. pastori. Lo scopo poi che si
proponeva il Re era di far costruire, come difatti
fece, un presepe a Caserta, per inaugurare il tronco
di ferrovia che da Napoli conduceva alle reali delizie.
2 Op. cit., pag. 325, « celle des Torres offre des
urnes, des vases étrusques et des statues antiques».