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E. ROCCHI
Che l'Italia sia stata maestra anche in questo ramo dell'arte e che le artiglierie siano
state usate primamente nelle nostre contrade è accertato da documenti storici, oltreché ampia-
mente confermato dall'origine italiana di tutti i nomi delle antiche armi da fuoco. Fin dal
secolo xiir si rinvengono tracce dell'impiego di artiglierie per parte dei Bolognesi, nel-
l'anno 12 16 all'assedio di Sant'Arcangelo 1 e nel 1239 all'espugnazione del Castello di Yignola,2
e, in seguito, a Firenze nel 1253, a Bologna nel 1274, a Forlì nel 1281, a Napoli nel 1284,
a Venezia nel 1300, come è indicato dalle storie locali. Nel secolo xiv le bocche da fuoco
cominciano ad essere largamente adoperate, massime dai Comuni, a difesa de' loro diritti.
Imperfette e rozze dapprincipio, si modificano, si abbelliscono e si perfezionano.
E accertato dalla critica storica che le artiglierie vennero nel 1311 impiegate dai Bresciani
in difesa della loro città contro Arrigo II di Lussemburgo.3 Devono, infatti, scorgersi le arti-
glierie sotto le parole : bellicosa acdificia miranda constructione, colle
r-1-----^wjiio q113-^ sono designate nelle cronache di quell'assedio. Seguono, a
y i '~~~"^7l# distanza di pochi anni, modelli e documenti ufficiali che dimostrano
pfjjj^ 7~ry '""^131 l'esistenza delle artiglierie in Italia, e come queste, dopo un lento e
Jk^oN r^0mÈi mng0 progredire di prove e di tentativi, ora falliti ed ora riesciti,
I i^C^Ì^É^^i| pervenissero, nella prima metà del secolo xiv, a schierarsi accanto
ìp\^^^\(^^\WM a^e vecchie macchine nevrobalistiche.
"\ H\0'' 4SÉIm ^a Pr'ma bocca da fuoco della quale rimangono tracce è un vaso
f^^5^PI ^^Ù^^^m 0 morta^° di bronzo, che esisteva ancora in Mantova prima del 1849,
Ju j^^^g^^^^lH del peso di libbre 15, once 11 mantovane (chilogrammi 4.941), avente
| V^\"^^V^T^ ne^ mezzo> circondata da fogliami, rozzamente imitanti l'alloro, una
croce, antico stemma di quella città, comune a molte altre di Lom-
bardia (fig. ia). Le iniziali P. P. P. F. (forse Petrus Paidus P... Fecit)
e la data del 1322, che non può essere posta in dubbio perchè non
I " r---- "' i||!ffl incisa posteriormente, nè falsata, ma operata di rilievo col getto,
I I Mjjjj^JHpM costituiscono il pregio incontestabile del vaso mantovano, che serve
Fig. ia a dare un'idea assai prossima al vero delle primordiali bocche da
u . • . „ , 1 fuoco fabbricate in Italia.
Mortaio mantovano del 1322
Queste talvolta si denominavano vasi per la loro forma speciale,
simile affatto a quella dei mortai adoperati nelle officine e negli usi domestici per pestare
materie, ed erano destinate a lanciare, per mezzo della polvere artificiata, i proietti sferici
di pietra collocati sulla bocca, venendo così a tener luogo delle vecchie macchine da gitto,
dette petraie.^ L'importanza del ricordato modello è poi notevole, non soltanto per la storia
tecnica delle artiglierie, in quanto dimostra che le prime bocche da fuoco erano costruite
di un solo pezzo, ma anche per la storia dell'arte del getto. Ed invero questo esempio di
ornamentazione, per quanto rozza, delle primordiali artiglierie rivela la tendenza dei nostri
fonditori del secolo xiv a decorare con fregi e rendere elegante l'esterno delle bocche da
fuoco che erano incaricati di gettare. Da quei primi imperfetti saggi si andò progredendo
verso le forme artisticamente decorative che sono la caratteristica delle artiglierie italiane del
1 « A dì 6 agosto 1216 i Bolognesi andarono con
grande esercito e col carroccio ad assediare Sant'Ar-
cangelo in servizio di quei di Cesena e ivi stettero
sei settimane, e colle bombarde buttarono le mura a
terra ». (Muratori, Rer. ital. sript., tomo XVIII,
fol. 251).
2 « Con le bombarde, mangani e gatti avevano
disfatto una gran parte del muro ». (Muratori,
op. cit.).
3 Quarenghi, Le bombarde a Brescia nel 1311.
4 « Posmodum venerunt ad pontem et inciserunt
dictum pontem ponentes vaso, versus civitatem ».
(Fragni. Hist. Forojuliensis. — Muratori, Rerum
ital. script., tomo XXIV, col. 1288, nota).
E. ROCCHI
Che l'Italia sia stata maestra anche in questo ramo dell'arte e che le artiglierie siano
state usate primamente nelle nostre contrade è accertato da documenti storici, oltreché ampia-
mente confermato dall'origine italiana di tutti i nomi delle antiche armi da fuoco. Fin dal
secolo xiir si rinvengono tracce dell'impiego di artiglierie per parte dei Bolognesi, nel-
l'anno 12 16 all'assedio di Sant'Arcangelo 1 e nel 1239 all'espugnazione del Castello di Yignola,2
e, in seguito, a Firenze nel 1253, a Bologna nel 1274, a Forlì nel 1281, a Napoli nel 1284,
a Venezia nel 1300, come è indicato dalle storie locali. Nel secolo xiv le bocche da fuoco
cominciano ad essere largamente adoperate, massime dai Comuni, a difesa de' loro diritti.
Imperfette e rozze dapprincipio, si modificano, si abbelliscono e si perfezionano.
E accertato dalla critica storica che le artiglierie vennero nel 1311 impiegate dai Bresciani
in difesa della loro città contro Arrigo II di Lussemburgo.3 Devono, infatti, scorgersi le arti-
glierie sotto le parole : bellicosa acdificia miranda constructione, colle
r-1-----^wjiio q113-^ sono designate nelle cronache di quell'assedio. Seguono, a
y i '~~~"^7l# distanza di pochi anni, modelli e documenti ufficiali che dimostrano
pfjjj^ 7~ry '""^131 l'esistenza delle artiglierie in Italia, e come queste, dopo un lento e
Jk^oN r^0mÈi mng0 progredire di prove e di tentativi, ora falliti ed ora riesciti,
I i^C^Ì^É^^i| pervenissero, nella prima metà del secolo xiv, a schierarsi accanto
ìp\^^^\(^^\WM a^e vecchie macchine nevrobalistiche.
"\ H\0'' 4SÉIm ^a Pr'ma bocca da fuoco della quale rimangono tracce è un vaso
f^^5^PI ^^Ù^^^m 0 morta^° di bronzo, che esisteva ancora in Mantova prima del 1849,
Ju j^^^g^^^^lH del peso di libbre 15, once 11 mantovane (chilogrammi 4.941), avente
| V^\"^^V^T^ ne^ mezzo> circondata da fogliami, rozzamente imitanti l'alloro, una
croce, antico stemma di quella città, comune a molte altre di Lom-
bardia (fig. ia). Le iniziali P. P. P. F. (forse Petrus Paidus P... Fecit)
e la data del 1322, che non può essere posta in dubbio perchè non
I " r---- "' i||!ffl incisa posteriormente, nè falsata, ma operata di rilievo col getto,
I I Mjjjj^JHpM costituiscono il pregio incontestabile del vaso mantovano, che serve
Fig. ia a dare un'idea assai prossima al vero delle primordiali bocche da
u . • . „ , 1 fuoco fabbricate in Italia.
Mortaio mantovano del 1322
Queste talvolta si denominavano vasi per la loro forma speciale,
simile affatto a quella dei mortai adoperati nelle officine e negli usi domestici per pestare
materie, ed erano destinate a lanciare, per mezzo della polvere artificiata, i proietti sferici
di pietra collocati sulla bocca, venendo così a tener luogo delle vecchie macchine da gitto,
dette petraie.^ L'importanza del ricordato modello è poi notevole, non soltanto per la storia
tecnica delle artiglierie, in quanto dimostra che le prime bocche da fuoco erano costruite
di un solo pezzo, ma anche per la storia dell'arte del getto. Ed invero questo esempio di
ornamentazione, per quanto rozza, delle primordiali artiglierie rivela la tendenza dei nostri
fonditori del secolo xiv a decorare con fregi e rendere elegante l'esterno delle bocche da
fuoco che erano incaricati di gettare. Da quei primi imperfetti saggi si andò progredendo
verso le forme artisticamente decorative che sono la caratteristica delle artiglierie italiane del
1 « A dì 6 agosto 1216 i Bolognesi andarono con
grande esercito e col carroccio ad assediare Sant'Ar-
cangelo in servizio di quei di Cesena e ivi stettero
sei settimane, e colle bombarde buttarono le mura a
terra ». (Muratori, Rer. ital. sript., tomo XVIII,
fol. 251).
2 « Con le bombarde, mangani e gatti avevano
disfatto una gran parte del muro ». (Muratori,
op. cit.).
3 Quarenghi, Le bombarde a Brescia nel 1311.
4 « Posmodum venerunt ad pontem et inciserunt
dictum pontem ponentes vaso, versus civitatem ».
(Fragni. Hist. Forojuliensis. — Muratori, Rerum
ital. script., tomo XXIV, col. 1288, nota).