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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

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Fasc. 8-10
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Rocchi, Enrico: Le artiglierie italiane del Rinascimento e l' arte del Getto
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https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0403

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356

E. ROCCHI

rafforzato di tratto in tratto da membrature in risalto. Il basilisco, la più lunga delle arti-
glierie del tempo (da 22 a 25 piedi) ed anche la più potente, ha la bocca ornata dalla testa
di un singolare animale. E noto come nel secolo xv, ed anche in seguito»
i bombardieri abbiano avuto per costume di denominare le loro artiglierie
con nomi strani di animali, che spesso venivano raffigurati, insieme con altri
ornamenti, sulla superficie esterna delle artiglierie stesse.

Il Biringuccio, che nel 1529 si trovava al servizio della repubblica di Firenze,
diede il nome di Lio/ante ad una doppia colubrina da lui gettata in quel
periodo, e nella sua Pirotec?iia ricorda di non avere mai fuso artiglierie senza
adattarvi figure d'uomini, d'animali, vasi, ecc.

Talvolta, a tanto trascorse la tendenza di rappresentare, a titolo d'ornamento,
sulle artiglierie, figure di animali, che si giunse perfino ad alterare la forma delle
bocche da fuoco, con danno evidente dell'efficacia della loro azione, e l'Averlino
accenna ad una bombarda che era nel 1460 nel Castello di Milano, colata di
ferro, « la quale è in forma d'uno Itone; proprio a vedere pare che a giacere
stia ». 1

Questa singolare bocca da fuoco andò indubbiamente dispersa, con tanta
parte del nostro ricchissimo patrimonio artistico del Quattrocento, nelle molte-
plici vicende cui ebbe a soggiacere il Castello di Milano sul finire del secolo XV
ed al principio del susseguente.

Negli ultimi anni del secolo XV, alle grosse bombarde, che lanciavano gene-
ralmente palle di pietra, aventi azione più pel loro peso che per la scarsa
velocità da cui erano animate, vengono a sostituirsi i cannoni di bronzo, muniti
di orecchioni, che ne rendono semplice il maneggio e facile il puntamento.

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^ Scompaiono prontamente coi vecchi nomi le vecchie forme. Al taglio netto,
che presentavano le bombarde nella loro parte posteriore per l'appoggio all'ur-
tatolo, sottentra l'elegante rigonfiamento della culatta, ed i mobili affusti a ruote
prendono il posto degl' informi e pesanti ceppi. Con tali sostanziali perfezio-
namenti, che rappresentano il risultato di un secolare lavoro, le artiglierie
riescono a togliere alle vecchie difese la forza di resistenza che avevano potuto
fino allora conservare, e, preparando la completa distruzione del feudalismo,
divengono un potente fattore di trasformazione dell'equilibrio sociale.

E opinione generalmente ammessa che tali sostanziali cambiamenti abbiano
avuto luogo in Francia. Questa, nella seconda metà del secolo XV, si vuole
possedesse incontrastato il primato nella fabbricazione e nell'uso delle bocche
da fuoco, già esercitato dal 1350 al 1450 dall'Italia, che lo avrebbe poi comple-
tamente perduto nel lungo periodo di pace. I nostri principali storici del tempo,
il Guicciardini ed il Giovio, nel raccontare la discesa di Carlo Vili in Italia,
magnificano la potenza e la mobilità delle artiglierie francesi, che sembra dovesse
essere sconosciuta a quelle italiane; ed il Biringuccio, che scrisse nel 1540,
accenna ai proietti metallici, non mai, a sua notizia, prima veduti nel nostro
paese, e scaricati dalle artiglierie « che ci condìisse Carlo Re di Francia per
la spugnazione del Reame di Napoli contro del Re Ferrando, Vanno millequat-
trocentonovantacinque ». 2

L'ignoranza completa di cui dà prova il valente artigliere senese in merito

al documento fiorentino del 1326, il quale contiene precise notizie sulla fabbri-
Fig. i4a

Colubrina,

fine sec. xv 1 Architettura. Codice Saluzziano, lib. XVI, fol. 12. 2 Pirotecnia.
 
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