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ADOLFO VENTURI
Seguono in un gruppo stesso due disegni dell'Albertina (Fig. 20 e 21) ascritti al Bonsignori,
senza averne la forte ossatura; il ritratto della Galleria Nazionale di Roma proveniente dalla
Galleria Torlonia (Fig. 22), e gli altri della raccolta del capitano Holford a Londra (Fig. 23)»
della casa del marchese Ambrogio Doria in Genova (Fig. 24), della Galleria Crespi (Fig. 25).
Uno solo tra questi ha una data, il 15 12, ed è quello del capitano Holford, supposto, senza
ragione, ritratto di Massimiliano Sforza, duca di Milano. Esso è compagno, benché di forza
minore, all'altro del comm. Crespi, che si può riguardare come il capo lavorodel maestro: questo
rappresenta un gentiluomo visto a mezza figura, innanzi un parapetto, sul fondo di drappo
rosso : torce la bocca, guardando severamente innanzi a sè. Nel berretto di velluto ha una
placchetta con figura di santa, smaltata su fondo d'oro; la camicia, sottili ricami neri; il
giustacuore, rig'he gialle e nere con piccoli sprizzi di luce; il manto, righe dello stesso colore
disposte ad angolo, e risvolto di pelliccia. Il paese si mostra con duci bianche nelle pareti
delle case accovacciate nel verde, tra gli alberi dalla chioma che sembra aspersa di polvere
luminosa. Due macchiette fosforescenti o come illuminate da luce sulfurea, si vedono davanti
sul paesino, e cioè un cavaliere seguito da un armigero.
Quel paese ha riscontro con l'altro del ritratto della Galleria Nazionale di Roma, ma
vi riappare l'antica casa col coronamento sporgente sopra punteili obliqui, innanzi al campa-
nile a base quadrata sormontato da un dado ottagonale e coperto da una piramide. Riap-
pare insomma la reminiscenza del paese di Bartolomeo Veneto, quale abbiamo veduto in
tanti quadri precedenti. Il ritratto della Galleria Nazionale di Roma, oltre il taglio del pro-
filo simile, oltre l'identico girar di tre quarti, nell'orlatura della camicia ha delle curve a S
ricamate pure in nero e, lungo questa, gli stessi puntolini neri; nella manica e nel busto
gli scacchi nero e oro con piccoli sprizzi di luce ; la placchetta tonda e smaltata sul ber-
retto; il paese col cavaliere seguito da un armigero. Evidentemente i tre ritratti delle
Gallerie Nazionale, Crespi e Holford formano unico gruppo cui può assegnarsi la data di
uno di essi, il 1512. E al gruppo si possono aggiungere i due disegni dell'Albertina, certo
della mano di Bartolomeo Veneto, come può vedersi per il modo con cui si disegna il
profilo specialmente in uno di essi, per la forma del naso grosso alla estremità e con
narici sottili, per gli occhi vitrei, come talora si vedono nel nostro pittore, e per altri
particolari.
Infine, la Dama di Genova si avvicina al gruppo stesso : il suo ritratto è di tre quarti,
il contorno del volto è segnato in modo simile a quello sopra indicato e con riccioli a
mo' di ritorti cordoni metallici ; la sua camicia ha ricami neri e curve a S, come nel quadro
della Galleria Crespi. Ciò rende evidente che mal si apposero Giuseppe Ratti {Guida di
Genova, 1780, pag. 314) nell'attribuirlo a Leonardo da Vinci, e l'Alizeri che, riportandolo
stesso giudizio, soggiunge: « ..... s'altri (come incontra) fosse timido a proferir sì gran
nome, non dubiterebbe però di assegnarlo ai migliori di quella scuola » {Gtùida di Ge-
nova, 1875, pag. 195).
Un altro ritratto, che sembra precedere questo gruppo, per la minore disinvoltura del-
l'atteggiamento, è quello del gentiluomo, che si vede nella raccolta di M. Léopold Goldsch-
midt a Parigi (Fig. 26, a parte), ed è qui riprodotto grazie alla gentilezza del proprietario.
Pare che il pittore non fosse ancora riuscito a disporre simmetrici i lineamenti intorno all'asse
facciale, a girar maggiormente verso sinistra il personaggio da lui effigiato, e non sapesse
bene ove collocarne la destra.
Tuttavia egli stava per trovare, dirò così, il taglio de' suoi ritratti, come può vedersi in
quello della Galleria Nazionale in Roma, tanto simile nel costume a quello del Goldschmidt.
Anche le nubi che sembrano soffiare intorno al capo di quel cavaliere, circondandolo a
mo' d'aureola, dimostrano come il ritratto sia più antico di quelli del gruppo descritto, per
essere nel fondo più simile ai precedenti quadri sacri. Ci è in esso l'aria impacciata del
giovane dal labirinto. Anche il ritratto molto guasto da restauri, nella Galleria Ambrosiana,
di un vecchio signore (Fig. 27) si approssima al gruppo descritto.
ADOLFO VENTURI
Seguono in un gruppo stesso due disegni dell'Albertina (Fig. 20 e 21) ascritti al Bonsignori,
senza averne la forte ossatura; il ritratto della Galleria Nazionale di Roma proveniente dalla
Galleria Torlonia (Fig. 22), e gli altri della raccolta del capitano Holford a Londra (Fig. 23)»
della casa del marchese Ambrogio Doria in Genova (Fig. 24), della Galleria Crespi (Fig. 25).
Uno solo tra questi ha una data, il 15 12, ed è quello del capitano Holford, supposto, senza
ragione, ritratto di Massimiliano Sforza, duca di Milano. Esso è compagno, benché di forza
minore, all'altro del comm. Crespi, che si può riguardare come il capo lavorodel maestro: questo
rappresenta un gentiluomo visto a mezza figura, innanzi un parapetto, sul fondo di drappo
rosso : torce la bocca, guardando severamente innanzi a sè. Nel berretto di velluto ha una
placchetta con figura di santa, smaltata su fondo d'oro; la camicia, sottili ricami neri; il
giustacuore, rig'he gialle e nere con piccoli sprizzi di luce; il manto, righe dello stesso colore
disposte ad angolo, e risvolto di pelliccia. Il paese si mostra con duci bianche nelle pareti
delle case accovacciate nel verde, tra gli alberi dalla chioma che sembra aspersa di polvere
luminosa. Due macchiette fosforescenti o come illuminate da luce sulfurea, si vedono davanti
sul paesino, e cioè un cavaliere seguito da un armigero.
Quel paese ha riscontro con l'altro del ritratto della Galleria Nazionale di Roma, ma
vi riappare l'antica casa col coronamento sporgente sopra punteili obliqui, innanzi al campa-
nile a base quadrata sormontato da un dado ottagonale e coperto da una piramide. Riap-
pare insomma la reminiscenza del paese di Bartolomeo Veneto, quale abbiamo veduto in
tanti quadri precedenti. Il ritratto della Galleria Nazionale di Roma, oltre il taglio del pro-
filo simile, oltre l'identico girar di tre quarti, nell'orlatura della camicia ha delle curve a S
ricamate pure in nero e, lungo questa, gli stessi puntolini neri; nella manica e nel busto
gli scacchi nero e oro con piccoli sprizzi di luce ; la placchetta tonda e smaltata sul ber-
retto; il paese col cavaliere seguito da un armigero. Evidentemente i tre ritratti delle
Gallerie Nazionale, Crespi e Holford formano unico gruppo cui può assegnarsi la data di
uno di essi, il 1512. E al gruppo si possono aggiungere i due disegni dell'Albertina, certo
della mano di Bartolomeo Veneto, come può vedersi per il modo con cui si disegna il
profilo specialmente in uno di essi, per la forma del naso grosso alla estremità e con
narici sottili, per gli occhi vitrei, come talora si vedono nel nostro pittore, e per altri
particolari.
Infine, la Dama di Genova si avvicina al gruppo stesso : il suo ritratto è di tre quarti,
il contorno del volto è segnato in modo simile a quello sopra indicato e con riccioli a
mo' di ritorti cordoni metallici ; la sua camicia ha ricami neri e curve a S, come nel quadro
della Galleria Crespi. Ciò rende evidente che mal si apposero Giuseppe Ratti {Guida di
Genova, 1780, pag. 314) nell'attribuirlo a Leonardo da Vinci, e l'Alizeri che, riportandolo
stesso giudizio, soggiunge: « ..... s'altri (come incontra) fosse timido a proferir sì gran
nome, non dubiterebbe però di assegnarlo ai migliori di quella scuola » {Gtùida di Ge-
nova, 1875, pag. 195).
Un altro ritratto, che sembra precedere questo gruppo, per la minore disinvoltura del-
l'atteggiamento, è quello del gentiluomo, che si vede nella raccolta di M. Léopold Goldsch-
midt a Parigi (Fig. 26, a parte), ed è qui riprodotto grazie alla gentilezza del proprietario.
Pare che il pittore non fosse ancora riuscito a disporre simmetrici i lineamenti intorno all'asse
facciale, a girar maggiormente verso sinistra il personaggio da lui effigiato, e non sapesse
bene ove collocarne la destra.
Tuttavia egli stava per trovare, dirò così, il taglio de' suoi ritratti, come può vedersi in
quello della Galleria Nazionale in Roma, tanto simile nel costume a quello del Goldschmidt.
Anche le nubi che sembrano soffiare intorno al capo di quel cavaliere, circondandolo a
mo' d'aureola, dimostrano come il ritratto sia più antico di quelli del gruppo descritto, per
essere nel fondo più simile ai precedenti quadri sacri. Ci è in esso l'aria impacciata del
giovane dal labirinto. Anche il ritratto molto guasto da restauri, nella Galleria Ambrosiana,
di un vecchio signore (Fig. 27) si approssima al gruppo descritto.