MISCELLANEA
517
il giovane allievo metteva nel vincere la propria na-
tura e nelF imitare le opere del maestro, esagerandone
i caratteri più opposti al proprio temperamento, ma
quanto all'esecuzione qualche altro pennello dovette
concorrere; io non potrò mai rassegnarmi, per esem-
sguardo però trova su cui riposare e si compiace nel-
l'infinita armonia e nelle opulenza di tinte del Dedalo
ed learo (n. 35), prezioso invio del conte Spencer. Se
consultiamo il catalogo vi troveremo : « dipinto avanti
41 1621 »; ma quando il Van Dyck eseguì la pittura
A. Van Dyck. Raccolta del barone Giorgio Franchetti in Venezia
pio, ad ammettere come opera del Van Dyck quella
ripugnante figura d'uomo a destra; essa raggiunge
l'ultimo limite della trivialità, e l'artista non avrebbe
mai potuto, neanche volendolo, arrecare una cosi
grave offesa all'estetica.
Quanto al resto, il disegno nella composizione non
è molto corretto e la tecnica generale offrirebbe molto
campo alla critica, benché nella pittura si riscontri un
fare largo ed una certa forza nel modellato. Il nostro
la sua tecnica doveva esser assai più vicina a raggiun-
gere le sue elevate aspirazioni che non le opere del
primo periodo. Non è certo nelle sue produzioni gio-
vanili che troveremo delle carni così fresche e palpi-
tanti di gioventù, la salute rigogliosa e serena, e la
poesia, che alita su tutta la figura bellissima d'Icaro,
nè quelle soavi e potenti colorazioni, con le quali l'in-
gegno dell'artista ha fuso tante influenze di maestri
e di scuole, non ammirate fuggevolmente, ma prò-
517
il giovane allievo metteva nel vincere la propria na-
tura e nelF imitare le opere del maestro, esagerandone
i caratteri più opposti al proprio temperamento, ma
quanto all'esecuzione qualche altro pennello dovette
concorrere; io non potrò mai rassegnarmi, per esem-
sguardo però trova su cui riposare e si compiace nel-
l'infinita armonia e nelle opulenza di tinte del Dedalo
ed learo (n. 35), prezioso invio del conte Spencer. Se
consultiamo il catalogo vi troveremo : « dipinto avanti
41 1621 »; ma quando il Van Dyck eseguì la pittura
A. Van Dyck. Raccolta del barone Giorgio Franchetti in Venezia
pio, ad ammettere come opera del Van Dyck quella
ripugnante figura d'uomo a destra; essa raggiunge
l'ultimo limite della trivialità, e l'artista non avrebbe
mai potuto, neanche volendolo, arrecare una cosi
grave offesa all'estetica.
Quanto al resto, il disegno nella composizione non
è molto corretto e la tecnica generale offrirebbe molto
campo alla critica, benché nella pittura si riscontri un
fare largo ed una certa forza nel modellato. Il nostro
la sua tecnica doveva esser assai più vicina a raggiun-
gere le sue elevate aspirazioni che non le opere del
primo periodo. Non è certo nelle sue produzioni gio-
vanili che troveremo delle carni così fresche e palpi-
tanti di gioventù, la salute rigogliosa e serena, e la
poesia, che alita su tutta la figura bellissima d'Icaro,
nè quelle soavi e potenti colorazioni, con le quali l'in-
gegno dell'artista ha fuso tante influenze di maestri
e di scuole, non ammirate fuggevolmente, ma prò-