IO
FRANCESCO EGIDI
Molto di più potè fare il dipintore rispetto al disegno. Le differenze tra i due esemplari
sono in ciò moltissime. Anche nel disegno il Barberino ha qualche cosa che lo distingue:
la franchezza e la disinvoltura, doti ben rare nel 300, quando — ne è prova la maniera del
pittore che figurò il ms. A — si curava piuttosto la finezza del disegno, lo studio della pre-
cisione, la misura. Il Barberino tratteggia con grande scioltezza, ed il suo disegno ha perciò
gli stessi caratteri che ci fanno riconoscere la sua grafia, tra i quali specialmente l’abbon-
danza delle curve. Da ciò quella rozzità, che si nota nei suoi abbozzi, specialmente quando
si pongano a confronto con le eleganti e finissime esecuzioni dell’ignoto pittore.
Il Barberino, cui tanto stava a cuore che il dipintore da lui chiamato a reducere meliora
i suoi abbozzi non falsasse la concezione e si mantenesse scrupolosamente fedele ai suoi
Dociutas (cod. B, c. 4-b)
principi, gli lasciò invece mano libera in quanto al disegno, sì che, soprattutto nella parte
architettonica, le differenze tra i due esemplari sono grandissime. Il poeta, erudito, cono-
scitore dei vecchi codici, ripete motivi classici e talora anche bizantini : le arcate solenni,
i seggioloni maestosi, 1 i manti che poggiano su due torri e servono di sfondo al quadro.2
Tutto questo fu affatto abbandonato dal pittore, il quale, seguendo l’indirizzo artistico del
tempo suo, alle nicchie per solito arcuate, nelle quali sono poste in B le figure, sostituisce
baldacchini più o meno ricchi ed ornati, dove sono evitate le curve. 3 Nella parte architet-
tonica di A predomina la linea orizzontale; le colonnine sottili sostituiscono i grandi pilastri
dei disegni del Barberino, e tende vagamente arabescate formano quasi sempre lo sfondo.
L’ignoto dipintore di A si era peraltro, in alcuni particolari del disegno, mantenuto piu
1 Cfr. la miniatura di Docilità, carta 4-B.
2 Cfr. le miniature che sono a cc. 57-A, 87-B.
3 Cfr. a cc. 4-B, 32-B, 57-A, 64-A, 69-B.
FRANCESCO EGIDI
Molto di più potè fare il dipintore rispetto al disegno. Le differenze tra i due esemplari
sono in ciò moltissime. Anche nel disegno il Barberino ha qualche cosa che lo distingue:
la franchezza e la disinvoltura, doti ben rare nel 300, quando — ne è prova la maniera del
pittore che figurò il ms. A — si curava piuttosto la finezza del disegno, lo studio della pre-
cisione, la misura. Il Barberino tratteggia con grande scioltezza, ed il suo disegno ha perciò
gli stessi caratteri che ci fanno riconoscere la sua grafia, tra i quali specialmente l’abbon-
danza delle curve. Da ciò quella rozzità, che si nota nei suoi abbozzi, specialmente quando
si pongano a confronto con le eleganti e finissime esecuzioni dell’ignoto pittore.
Il Barberino, cui tanto stava a cuore che il dipintore da lui chiamato a reducere meliora
i suoi abbozzi non falsasse la concezione e si mantenesse scrupolosamente fedele ai suoi
Dociutas (cod. B, c. 4-b)
principi, gli lasciò invece mano libera in quanto al disegno, sì che, soprattutto nella parte
architettonica, le differenze tra i due esemplari sono grandissime. Il poeta, erudito, cono-
scitore dei vecchi codici, ripete motivi classici e talora anche bizantini : le arcate solenni,
i seggioloni maestosi, 1 i manti che poggiano su due torri e servono di sfondo al quadro.2
Tutto questo fu affatto abbandonato dal pittore, il quale, seguendo l’indirizzo artistico del
tempo suo, alle nicchie per solito arcuate, nelle quali sono poste in B le figure, sostituisce
baldacchini più o meno ricchi ed ornati, dove sono evitate le curve. 3 Nella parte architet-
tonica di A predomina la linea orizzontale; le colonnine sottili sostituiscono i grandi pilastri
dei disegni del Barberino, e tende vagamente arabescate formano quasi sempre lo sfondo.
L’ignoto dipintore di A si era peraltro, in alcuni particolari del disegno, mantenuto piu
1 Cfr. la miniatura di Docilità, carta 4-B.
2 Cfr. le miniature che sono a cc. 57-A, 87-B.
3 Cfr. a cc. 4-B, 32-B, 57-A, 64-A, 69-B.