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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 3
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Toesca, Pietro: Il "liber canonum" della Biblioteca Vallicelliana (Codice A-5)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0272

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IL “ LIBER CANONUM „

DELLA BIBLIOTECA V A L LI C E L LI A N A

(Codice A-g).

’ EPIGRAFE inviata da Carlomagno al sepolcro di papa Adriano I
parve segno evidente delle misere condizioni della cultura, sullo
scorcio del secolo ottavo, in Roma. Spenta quivi la tradizione
poetica, vinta da ritmi barbarici la metrica classica, immiserite le
belle forme epigrafiche antiche, l’iscrizione venuta di Francia con
sonori versi incisi sul marmo in energiche capitali, circondati di
eleganti fregi, diede all’Urbe decaduta l’annuncio della civiltà che
ormai fioriva lontana, e della quale Roma stessa doveva sentire,
nel secolo successivo, i benefici. Tale il giudizio del De Rossi.1

Ma uno sguardo più ampio sulla vita di quei tempi non con-
ferma interamente le parole del grande archeologo.

Se l’epigrafia decadde, la trascrizione dei codici non potè venir
meno nella città alla quale Carlomagno richiese i testi liturgici e le leggi ecclesiastiche, per
averli nella loro più esatta redazione: 1 2 in Roma, si potrà forse rintracciare la schiera non mai
interrotta di quei graphidas ausonios che Ingoberto, il calligrafo della Bibbia di San Paolo,
vantassi di avere pareggiati e superati.

I monasteri greci, così numerosi alle falde del Palatino, popolati di monaci attivi, 3
dovevano per necessità influire sulla cultura romana, e, modificandola con influenze orien-
tali, contribuire tuttavia a mantenerla. L’esistenza di scuole presso i conventi urbani viene
sovente accennata dal Liber Pontificalis: d’altra parte, l’insegnamento laico non mancò vero-
similmente mai; esso forse tramandava per tutto il medio evo le nozioni del giure antico.'*
Maggiore importanza ancora ebbe la Schola Cantorum, la quale custodiva fedelmente
i precetti di Gregorio il Grande. Quando, nell’anno 787, venne in Roma Carlomagno,
sorse contesa, narra un antico cronista, fra i Franchi ed i cantori romani: Galli romanos
exprobrabant, hi contra appellabant eos stultos, rusticos et indoctos; velut bruta ammalia
affirmabant, et doctrinam sancii Gregorii praeferebant rusticitati eorum. Ancora una volta

1 G. B. De Rossi, L’inscription du tombeaud’Ha-
drien I (Mélanges de l'Ecole frang. d’A. et de R.,
1888).

2 L. Traube, Textgeschichte d. Regula s. Bene-
dica, pag. 675 (Abhandl. d. konig. bayer. Akad., Hist.

CI.; XXI, 1898).

3 P. Batiffol, Librairies byzantines à Rome (.Mé-
langes de l’Ecole frang., 1888).

4 G. Salvioli, L’istruzione pubblica in Italia nei
secoli Vili, IXe X(Rivista Europea, XIII); H. Fit-
ting, Die Anfdnge d. Rechisschule zu Bologna, pag. 34
e seg. Leipzig, 1888.

L'Arte. V, 29.
 
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