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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 1
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0069

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BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

3-

Estetica, iconografia, etnografia, fisiologia artistica, rap-
porti tra la letteratura e l’arte.

La civiltà del Rinascimento in Italia. Saggio
di Iacopo Burckhardt, trad. italiana del
prof. D. Vaibusa. Nuova edizione accre-
sciuta per cura di Giuseppe Zippel. Voi. I
e II. Firenze, Sansoni, 1899-1901.

La nuova edizione, pure rispettando il testo con
le aggiunte fornite dal Burckhardt stesso al tradut-
tore, contiene commenti utilissimi, una compiuta e
precisa citazione delle fonti e indicazioni bibliogra-
fiche che, dice lo Zippel, « servano di guida al lettore
desideroso d’approfondire argomenti trattati nel libro
o accennati, e lo rendano attento su quanto, alla stre-
gua degli odierni risultati della critica e dell’erudi-
zione, dev’essere, nei particolari, corretto o modifi-
cato ». Benché all’arte, l’autore del Cicerone e della
Storia dell’architettura, non abbia dedicato in questa
opera se non qualche fuggevole accenno, avremmo
avuto caro che l’industre e dotto commentatore avesse
dato maggior posto nelle note, là dove l’A. tratta
del risorgimento dell’antichità, della scoperta del bello
nel paesaggio, delle feste, ecc. Ma il commentatore
non ha voluto completare l’organismo del libro, bensì
rafforzare quello che ha trovato. Le sue note dili-
genti, preziose, ci fanno desiderare il di più, anche
se non contenuto nella grande dottrina storica del
Burckhardt.

V.

Giuseppe Albertotti. La dicoria e l'espres-
sione. In Modena. Coi tipi della Società ti-
pografica, 1901.

Nel Museo lapidario di Modena vedesi (n. VI del
catalogo di A. Crespellani, Modena, 1897) un basso-
rilievo marmoreo rappresentante una maschera del

Dio Pan ; nel quale il Cavedoni ebbe a osservare,
come particolarità notevolissima, il fatto che l’occhio
sinistro presentasse il fenomeno — già^da Plinio ri-
cordato e non rarissimo anche ai giorni nostri — della
pupilla gemina o della dicoria. Confortata così da un
sostrato di realtà e sopra tutto dall’autorità del nome
illustre, la sentenza del Cavedoni venne consacrata
dal comune consenso e passò allo stato di res indi-
cata. Ma oggi, sottoposta a revisione dal prof. Alber-
totti, essa si è rivelata, come spesso avviene delle
sentenze, fondata su congetture anziché su valevoli
prove: avendoci il chiaro A., nella bella memoria che
abbiamo sott’occhio, data la dimostrazione più chiara
che nel marmo modenese non si ha già la rappresen-
tazione d’un caso atto, come la dicoria, a richiamar
l’attenzione del medico piuttosto che dell’artista; bensì
semplicemente uno dei tanti espedienti di cui gli an-
tichi ed i moderni maestri si valsero e. si valgono
per dare la direzione dello sguardo d’un occhio nor-
male.

Sfatato l’errore del Cavedoni, l’A. trae argomento
dalla caratteristica forma dell’occhio del bassorilievo
di Modena per venire a dire appunto degli artifici
messi in opera dagli scultori per risolvere il problema
della rappresentazione dell’occhio. E quelli distingue
in diverse categorie di ognuna delle quali grato sa-
rebbe poter qui dire partitamente ; ma nel breve spazio
concesso a una notizia bibliografica non può che ri-
levarsi il grande interesse di una simile classificazione
e la somma cura con cui essa è compiuta: sebbene
forzatamente riesca non completa, dato il campo per
necessità limitato delle osservazioni dell’A.

Nè è possibile, per la ragione stessa, entrare a
discutere con l’A. sulla conclusione, cui è tratto
dallo studio analitico delle categorie da lui distinte,
e che egli — portando anche qualche esempio di pit-
ture — estende genericamente alle opere dell’arte:
che l’occhio cioè (considerato intendesi nella sua ca-
vità, nel bulbo) sia d’un valor trascurabile nell’espres-
sione.
 
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