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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 1
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Bibliografia artistica
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32

BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

Sebbene non elevata a canone estetico ed emessa
anzi con prudente riserva, noi non sapremmo conve-
nire, anche in questi limiti, nella conclusione del-
l’Albertotti. La scienza moderna ha dimostrato — nè
a me passa certo per la mente di oppugnarlo —
che l’occhio è un organo puramente recettivo e non
produttivo ; e che pertanto sono erronee e false certe
espressioni popolari quali « il linguaggio dell’occhio », e
assurdo l’adagio, che « l’occhio è specchio dell’animo ».
Sono spesso agli antipodi, bene osserva l’A., il sen-
timento e la scienza. Ma noi pensiamo che l’A., scien-
ziato illustre, quasi involontariamente sia stato tratto
a fare, d’un vero scientifico, un’applicazione non pro-
pria forse nel campo dell’arte. L’arte imita : e pare
a noi che,"sebbene la luce che brilla negli occhi sia
luce di riverbero, poco del fatto si sian curati gli ar-
tisti grandi ; e che ([nella luce, essi, quale ai loro sensi
appariva, si sian sforzati di rendere in ogni modo, e
di quella luce abbian fatto un coefficiente altissimo
dell’espressione.

E ci sembra che in verità nell’effetto non sia punto
trascurabile se il guardo appare vitreo, oppure caldo,
luminoso, come il guardo del San Sebastiano del So-
doma, nell’occhio del quale, sotto il velo trasparente
delle lacrime che lo irrorano, sembra che risplenda
una luce soprannaturale e che quasi si leggano la fede
profonda e l’estasi del sacrificio.

Vero è che piacque talvolta agli artisti esagerare a
bella posta la piccolezza dello spazio interpalpebrale
e che alcuni anzi ne ottennero effetti particolari di
grazia. Ma non credo che il fatto possa esser pro-
dotto ad consequenlias, e noto che là ove questa esa-
gerazione trasmoda come nell’Aspertini che riduce a
una lineola lo spazio interpalpebrale, non altro si ot-
tiene che fastidio.

Osservo infine che i modi e gli artifizi variati, in
cui gli artisti si sono affaticati a render la direzione
del guardo sono una prova dell’importanza che essi
stessi hanno dato all’occhio, come coefficiente del-
l’espressione.

La bella memoria dell’Albertotti contiene ancora
pregevoli osservazioni al noto studio del Magnus sul-
l’espressione dell’occhio, e una accuratissima, preziosa
bibliografia sull’argomento. Nè con le brevi conside-
razioni esposte, abbiamo minimamente voluto infir-
mare l’alto"valore delle ricerche del chiarissimo A.

Panni un fatto lietissimo per gli studi artistici l’at-
tenzione rivolta da un dotto e geniale scienziato a ri-
cerche che se escono dal campo abituale della sua
attività, richieggono come ogni altro ordine di ricer-
che, il rigore del metodo sperimentale. La memoria
del prof. Albertotti, nel tempo stesso che un prezioso
contributo, riesce, per gli studi nostri, un eccellente
modello.

E. Brunelli.

8.

Periodici: Rivista delle riviste straniere «* Rivista delle ri-
viste italiane.

PER FATTO PERSONALE.

A proposito della Rassegna d’Arte, che si pubblica
a Milano, dobbiamo dichiarare che non ci lascieremo
andare, per rispetto dei nostri lettori, a polemiche vane.
Da quando si stampa quel periodico, si cerca in ogni
modo d’offenderci, senza che mai si sia provocato da
noi il sig. dott. Corrado Ricci, presunto direttore del
periodico stesso, che ora ha fatto la scoperta di essere
lui l’offeso. Talvolta abbiamo dimostrato opinioni dif-
ferenti dalle sue, e lo abbiamo fatto senz’ira, e senza
citare il dott. Ricci, perchè a noi importa di com-
battere gli errori e non le persone che li commisero.
Anzi abbiamo rifiutato la pubblicazione di articoli, di
lettere, di recensioni, che miravano a menomare il
credito del dott. Ricci ; e ciò mentre la Rassegna d'Arte
raccoglieva tutte le notizie, tutte le critiche e tutte le
insinuazioni che per la loro poca buona fede potevano
non farci piacere. Abbiamo studiato quadri della gal-
leria di Parma con denominazioni erronee nel catalogo
del dott. Ricci, senza neppure citarlo ; perchè il cata-
logo, nonostante quelli e altri sbagli che indicheremo
in seguito, merita di essere apprezzato. E ci siamo per-
messi di non approvare il libro sul Correggio del dot-
tore Ricci, perchè da lui avevamo diritto di attendere
qualcosa di meglio, una monografia dove si affermas-
sero le convinzioni dello scrittore, forti per la cognizione
diretta d’ogni opera del maestro. Per questo il dottore
Ricci si compiace di contraddire ogni nostra opinione,
benché spesso non abbia veduto, e lo dichiari, i quadri
di cui abbiamo ragionato noi, e si sforzi a volerli giu-
dicare da fotografie, e, peggio ancora, da riproduzioni
fototipografiche, ignaro d’ima verità che è questa : le
fotografie possono servire a chi ha veduto gli oggetti
d’arte, non a chi non li ha veduti. E i suoi criterii sono
quindi d’una grande incertezza. Per esempio, a propo-
sito di certo ritratto di Alessandro Faruffino (Rassegna
d’Arie, giugno 1901), il dott. Corrado Ricci dichiarò la
tavola « certo d’autore ferrarese singolarissimo, » che
« si designa forse più specialmente nei piani larghi e lu-
centi, nell’ampiezza del disegno e del colorito, per opera
di Ercole Grandi. » Dopo tante ricerche positiviste,
il dott. Corrado Ricci, come si vede, è ridotto ad ac-
cozzar parole, non potendo ricorrere ai raffronti delle
opere tra loro, raffronti che gli avrebbero dimostrato
come male si apponesse a giudicare il quadro per
opera di Ercole Grandi, del celebrato autore della
pala d’altare degli Strozzi, nella National Ga/lery
di Londra.

Ora a discutere col dott. Corrado Ricci diventa
arduo, perchè con un motto di spirito, con un giuoco
di parole, con un razzo artificiale di polemista si prova
a sorprendere il lettore. Noi saremmo lieti se la di-
 
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