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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 1
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Frizzoni, Gustavo: Nuovi disegni del Correggio
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0059

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NUOVI DISEGNI DEL CORREGGIO

E è vero, ed è verissimo, che il linguaggio prediletto di che si
servirono gli artisti elevati per esprimere i loro pensieri è il di-
segno, non si saprebbe trovare migliore mezzo per conversare
coi medesimi che occupandosi di queste manifestazioni dell’animo
loro. E un linguaggio intimo e schietto, senza artifici nè preconcetti
e per conseguenza quello che più ci approssima alla loro natura
individuale e quello che più direttamente ci rivela le loro qualità
peculiari.

In Correggio, come si sa, primeggiano quelle della grazia e della
vita, che traboccano e saltan fuori da^ogni particolare. Gli esempi che ci compiacciamo di
sottoporre qui al lettore lo provano a sufficienza.

Ecco in primo luogo uno studio di testa giovanile, indicata con pochi e fugaci tratti di
sepia ed alcune leggiere ombreggiature a matita. É affidata ad un foglio della larghezza di
m. 0,425 e dell’altezza di m. 0.365. La testa stessa nell’originale è condotta in proporzioni
alquanto maggiori del vero, cioè misura dal mento alla sommità della capigliatura cent. 31.
Si qualifica quindi come un primo pensiero per un particolare dei suoi lavori destinati ad
essere veduti a grande distanza e, come si potè verificare, più precisamente per una delle
infinite figure che decorano la tanto celebrata cupola del duomo di Parma.

Quivi in quello stuolo di genii o angeli, che dir si vogliano, collocati nelle più svariate
movenze immediatamente sopra la trabeazione che corona il grande fregio sovrastante al
tamburo della cupola, scorgesi una figura la cui parte superiore corrisponde appunto a quanto
ci si presenta nel disegno riprodotto nella qui unita figura i\ Il gaio giovane, standosene
seduto sulla sporgenza del cornicione, il corpo messo in profilo, volge il capo alquanto a
sinistra guardando verso lo spettatore e facendo puntello del suo braccio sullo stesso piano
dove sta seduto. Da questo atteggiamento proviene il forte rialzamento della spalla ' corri-
spondente, che viene a tagliare per effetto della prospettiva del sotto in su la linea della
mascella sinistra tanto nel disegno quanto nell’affresco. Volendo poi meglio determinare dove
si trovi la figura accennata nel dipinto, basterà dire che si riscontra sopra la finestra tonda
che sovrasta al pennacchio secondo della cupola, a destra di chi fosse avviato verso l’abside.
Se alcuno avesse desiderio di verificare la coincidenza del disegno col dipinto non avrebbe
che a ricorrere alle fotografie che l’Anderson si applicò a ritrarre da quegli affreschi, supe-
rando abilmente le difficoltà della posizione e della scarsa luce in che si trovano, e ren-
dendosi così anche una volta benemerito dell’arte, ove si consideri il triste stato in cui è
caduta quell’opera miracolosa e il pericolo che con l’andare del tempo abbia a deperire mag-
giormente.

Fra queste fotografie ve n’è una ricavata dalle nitide copie fatte da P. Toschi, dove
il soggetto che c’interessa vedesi chiaramente effigiato nel genio che sta all’estremità a destra,
quale apparisce nella figura 2a.
 
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