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GUSTAVO FTIZZO ATI
ciazione, perchè di forme troppo grame e male comprese. Sotto migliore aspetto invece
si presenta un piccolo ovale condotto a rubrica con alcuni putti, che si qualifica come un
pensiero, non eseguito tuttavia, per la sua vòlta nella camera della badessa di San Paolo.
* * *
Un foglio affatto inedito, infine, è quello che sottoponiamo al giudizio degli amatori
nell’unita figura 6a, ricavato da ottima fotografia, espressamente favoritaci dal signor Dome-
nico Anderson di Roma. Il disegno che appartiene alla raccolta del signor Giovanni Pian-
castelli, direttore del Museo Borghese, è eseguito a matita rossa e con la stessa tinta ripro-
dotto nella fotografia. Misura 13 centimetri in larghezza per 21 in altezza e rappresenta,
come si vede, due putti che si voltano la schiena. Quello a sinistra sta seduto sopra
un masso in atto di alzare il braccio destro verso un panneggiamento appeso alla parete,
l’altro sembra seduto sopra una pelle di un animale, che si avverte a mala pena per alcuni
tratti intesi a rappresentare forse una testa di leone.
Al Correggio bene si addicono, se non andiamo errati, le teste tondeggianti, dai capelli
a linee fortemente ondulate, quasi a guisa di fiamme, lo sguardo biricchino, gli atteggiamenti
sempre assai mossi, le musculature rese con grande morbidezza. Tratti veramente specifici
dell’autore sarebbero inoltre le fronti spaziose e illuminate, lo stinco della gamba profilato
in linea curva notevolmente convessa, il piede col calcagno accentuato, le mani con le dita
affusolate, tutte peculiarità che si avvertono egualmente riunite, per citare un solo esempio
autentico, nel Bambino dello Sposalizio di Santa Caterina al Louvre. Come un quesito da
sciogliere poniamo la domanda se e dove si possano trovare applicati in pittura i due briosi
putti, congetturando in massima che abbiano a trovare il loro posto nel novero degli studi
fatti per qualcuno degli affreschi di Parma.
A lode del fotografo conviene dire che le qualità del chiaro scuro proprie dall’artista
appariscono, mercè la sua abilità, meglio nella riproduzione che nell’originale, la cui super-
ficie è stata un poco sfregata, mentre alcuni tocchi di biacca si sono anneriti. Altre macchie
nere poi traspariscono dal rovescio del foglio, dall’attuale proprietario trovato improvvida-
mente incollato sopra un’altra carta. Veduto a traverso alla luce in fatti scorgesi che sul
rovescio sono tracciati a penna dei gruppi di frutti e foglie, che potrebbero pure essere
dell’autore medesimo, e trovare qualche riscontro in certi festoni di sua mano dipinti sulla
volta della già rammentata camera della badessa, come gruppi decorativi pendenti dal centro.
Gustavo Frizzoni.
GUSTAVO FTIZZO ATI
ciazione, perchè di forme troppo grame e male comprese. Sotto migliore aspetto invece
si presenta un piccolo ovale condotto a rubrica con alcuni putti, che si qualifica come un
pensiero, non eseguito tuttavia, per la sua vòlta nella camera della badessa di San Paolo.
* * *
Un foglio affatto inedito, infine, è quello che sottoponiamo al giudizio degli amatori
nell’unita figura 6a, ricavato da ottima fotografia, espressamente favoritaci dal signor Dome-
nico Anderson di Roma. Il disegno che appartiene alla raccolta del signor Giovanni Pian-
castelli, direttore del Museo Borghese, è eseguito a matita rossa e con la stessa tinta ripro-
dotto nella fotografia. Misura 13 centimetri in larghezza per 21 in altezza e rappresenta,
come si vede, due putti che si voltano la schiena. Quello a sinistra sta seduto sopra
un masso in atto di alzare il braccio destro verso un panneggiamento appeso alla parete,
l’altro sembra seduto sopra una pelle di un animale, che si avverte a mala pena per alcuni
tratti intesi a rappresentare forse una testa di leone.
Al Correggio bene si addicono, se non andiamo errati, le teste tondeggianti, dai capelli
a linee fortemente ondulate, quasi a guisa di fiamme, lo sguardo biricchino, gli atteggiamenti
sempre assai mossi, le musculature rese con grande morbidezza. Tratti veramente specifici
dell’autore sarebbero inoltre le fronti spaziose e illuminate, lo stinco della gamba profilato
in linea curva notevolmente convessa, il piede col calcagno accentuato, le mani con le dita
affusolate, tutte peculiarità che si avvertono egualmente riunite, per citare un solo esempio
autentico, nel Bambino dello Sposalizio di Santa Caterina al Louvre. Come un quesito da
sciogliere poniamo la domanda se e dove si possano trovare applicati in pittura i due briosi
putti, congetturando in massima che abbiano a trovare il loro posto nel novero degli studi
fatti per qualcuno degli affreschi di Parma.
A lode del fotografo conviene dire che le qualità del chiaro scuro proprie dall’artista
appariscono, mercè la sua abilità, meglio nella riproduzione che nell’originale, la cui super-
ficie è stata un poco sfregata, mentre alcuni tocchi di biacca si sono anneriti. Altre macchie
nere poi traspariscono dal rovescio del foglio, dall’attuale proprietario trovato improvvida-
mente incollato sopra un’altra carta. Veduto a traverso alla luce in fatti scorgesi che sul
rovescio sono tracciati a penna dei gruppi di frutti e foglie, che potrebbero pure essere
dell’autore medesimo, e trovare qualche riscontro in certi festoni di sua mano dipinti sulla
volta della già rammentata camera della badessa, come gruppi decorativi pendenti dal centro.
Gustavo Frizzoni.