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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 1
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Egidi, Francesco: Le miniature dei codici Barberiniani dei "documenti d'amore", [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0052

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FRANCESCO ECIDI

quenza e Cortesia. Le dodici virtù sono :
Docilitas, Industria, Constantia, Di-
scretio, Patientia, Spes, Prudentia, Glo-
ria, Justitia, Innocentia, Gratitudo ed
Etternitas :

« la prima che novigi
doce schifar li vigi
e la seconda in le vertù intrare
La terga fermi costringe di stare
la quarta che volere
la quinta come avere
la sexta con ’ si tarda
septima con ’ si guarda
l’octava dice l’allegrega ch’ave
La nona di chi guarda mal la chiave
la decima ci mostra
la dolce fine nostra
l’undecima ci mena
ne la sua corte a cena
poi la final ci dà vita e conforta. » 1

Un nemico d’Amore trova posto
nel basso della rocca, Crudelitas che
ha dirette le sue saette di fuoco contro Speranza. Ma Amore ha mandato contro di lei
Pietà, che dalla parte opposta scaglia fiori.

Constanti a (cod. B, c. 46-A)

« Amor di sovra tutte si mantelle ». 1 2

La sua figura è quella stessa che compare anche in altre miniature, e specialmente in
quella tutta ad Amore destinata, che fu riprodotta dal Federici nel citato opuscolo, ed
è una concezione particolare del Barberino, il quale lo avverte chiaramente quando dice :

«... vo’ figurare

una mia cosa e sol per me la tegno ». 3

Ma, come i versi che descrivevano
questa sua concezione furono da al-
tri ripresi, 4 così la figura d’Amore
da lui ideata si ritrova essere stata
imitata dallo stesso Giotto nell’ alle-
goria della Castità, affresco del soffitto
della chiesa inferiore d’Assisi. 5 Que-
sto fatto è un’altra prova del favore
che ebbero le concezioni artistiche

1 Loc. cit., pag. 2, v. 16 — pag. 3, v. 7.

2 Loc. cit., pag. 5, v. 6.

3 Loc. cit., pag. 360, vv. 2 e 3.

4 Pieraccio Tebaldi non descrisse diver-
samente Amore in due quaternari d’un suo
sonetto, riportato anche dall’Ubaldini. Op.
cit., pagina quintultima.

s Vedi la fotografia dell’Anderson ; e
cfr. Henry Thode, Giotto, Leipzig, 1899,
pag. 87. Constanti a (cod. A, c. 57-A)
 
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