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FRANCESCO EGIDI
Spes (cod. B, c. 55-a)
Vero è che più si va’ a ricercare e
meno si riesce ad ottenere un po’
di luce intorno a questa Costanza,
la donna che, a quanto pensava l’U-
baldini, fu l’ispiratrice dei versi del
Barberino. La realtà storica di Co-
stanza è stata già vigorosamente
combattuta dal Renier; 1 ma i nume-
rosi passi del commentario in cui si
parla di lei, se non ci rivelano nulla
per la studiata oscurità che li carat-
terizza, ci portano tuttavia a persi-
stere nel dubbio in cui rimase anche
il Thomas.1 2 Bisogna confessare che
il poeta è veramente riuscito ad av-
volgere nel mistero la figura di que-
sta donna. Conoscerla —- ci avverte
— « facile non existit ex rationibus
subductis expedit enim homini ha-
benti secretum libro publico non
laxare ». 3 E dunque solamente per un dubbio che la fantasia mi ha suggerito che accenno
alla possibilità di vedere nella figura di donna che svolge la pergamena, su cui messer Fran-
cesco raccoglie i Documenti, il ritratto di donna Costanza.
Le dodici donne dormenti nella rocca detteranno, l’una dopo l’altra, i documenti del
dio. La figura di ciascuna è ripetuta al principio di ognuna delle dodici parti in cui si divide
il libro. Ecco subito, a carta 4,
la Docilitas, rappresentata co-
me una vecchia matrona se-
duta in cattedra, con in mano
una bacchetta, e vestita di un
manto color turchino. « Ex
antiquitate colligitur sapien-
tia», perchè i vecchi che
hanno studiato e visto di più
ne sanno anche di più dei gio-
vani, e possiedono la quiete se-
rena dell’animo e l’esperienza
pei casi della vita. La bacchetta
è il segno della potestà dei
maestri, ai quali — secondo il
Nostro — ben si adatta anche
« quod levis eis castigatio est
permissa ». Il lungo mantello
e la cattedra contribuiscono a
‘render solenne la figura della
donna e più grande la reve-
1 Giornale storico della lettera-
tura italiana, voi. Ili, pag. 93, 94.
Torino, 1884.
2 Op. cit., pag. 19.
3 Comm., c. 56-c, r. 35. Spes (cod. A, c. 66-a)
FRANCESCO EGIDI
Spes (cod. B, c. 55-a)
Vero è che più si va’ a ricercare e
meno si riesce ad ottenere un po’
di luce intorno a questa Costanza,
la donna che, a quanto pensava l’U-
baldini, fu l’ispiratrice dei versi del
Barberino. La realtà storica di Co-
stanza è stata già vigorosamente
combattuta dal Renier; 1 ma i nume-
rosi passi del commentario in cui si
parla di lei, se non ci rivelano nulla
per la studiata oscurità che li carat-
terizza, ci portano tuttavia a persi-
stere nel dubbio in cui rimase anche
il Thomas.1 2 Bisogna confessare che
il poeta è veramente riuscito ad av-
volgere nel mistero la figura di que-
sta donna. Conoscerla —- ci avverte
— « facile non existit ex rationibus
subductis expedit enim homini ha-
benti secretum libro publico non
laxare ». 3 E dunque solamente per un dubbio che la fantasia mi ha suggerito che accenno
alla possibilità di vedere nella figura di donna che svolge la pergamena, su cui messer Fran-
cesco raccoglie i Documenti, il ritratto di donna Costanza.
Le dodici donne dormenti nella rocca detteranno, l’una dopo l’altra, i documenti del
dio. La figura di ciascuna è ripetuta al principio di ognuna delle dodici parti in cui si divide
il libro. Ecco subito, a carta 4,
la Docilitas, rappresentata co-
me una vecchia matrona se-
duta in cattedra, con in mano
una bacchetta, e vestita di un
manto color turchino. « Ex
antiquitate colligitur sapien-
tia», perchè i vecchi che
hanno studiato e visto di più
ne sanno anche di più dei gio-
vani, e possiedono la quiete se-
rena dell’animo e l’esperienza
pei casi della vita. La bacchetta
è il segno della potestà dei
maestri, ai quali — secondo il
Nostro — ben si adatta anche
« quod levis eis castigatio est
permissa ». Il lungo mantello
e la cattedra contribuiscono a
‘render solenne la figura della
donna e più grande la reve-
1 Giornale storico della lettera-
tura italiana, voi. Ili, pag. 93, 94.
Torino, 1884.
2 Op. cit., pag. 19.
3 Comm., c. 56-c, r. 35. Spes (cod. A, c. 66-a)