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MISCELLANEA
gelosa custodia o perchè si fosse creduto di preser-
varlo meglio dalle offese del tempo.
Le figure dei tre santi e della Vergine ritratte sui
due battenti sono evidentemente della scuola del Pe-
rugino, ma non fattura delle sue mani. I contorni man-
cano di nitidezza, le proporzioni non perfette, troppo
grossi gli attacchi fra capo e busto, manchevole la
fattura della mano e del piede, dove invece il Van-
nucci è così fin.e e così aggraziato artefice; è assente
quel non so che di mite e di morbido,
proprio di tutte le sue figure. Ritrae
taluna della maniera di qualche suo
scolaro o imitatore, di quel Berto di
Giovanni forse, del quale esistono
più tavole nella pinacoteca di Pe-
rugia.
Il Salvatore è tutt’altra cosa.
Ha la tunica succinta di celeste
carico ; il mantello rosso a risvolti
verdi, orlato d’oro, con aureo bot-
tone sul petto, scende e copre le
ginocchia, mentre le due braccia lo
aprono ed escono fuori, l’una per
reggere il libro, l’altra alzata in atto
di benedire. La testa si piega legger-
mente in atto benigno di consenso
verso la mano che benedice.
Gli stessi colori, nella tunica e
nel manto, salvo tonalità diverse, si
ritrovano nelle rappresentazioni del
Perugino stesso e dei suoi scolari,
cioè nell’autentica sua Trasfigura-
zione esistente nella pinacoteca di
Perugia e in una tavola di Giannicola
Manni, altro seguace di lui, esistente
nella stessa pinacoteca ; salvochè il
manto invece di essere affibbiato
sotto il mento, è gettato con negli-
genza all’indietro, sotto le reni, e
poi raccolto sulle ginocchia.
Non fa meraviglia che si ritrovino
gli stessi colori nelle vesti, perchè
erano di prammatica, ma si ritrova
anche un somigliante atteggiamento
in pitture del Vannucci o degli sco-
lari.
I capelli scendono inanellati e mor-
bidi per le gote e sulle spalle, e con
l’aurea barba, incorniciano il volto in
un’aureola di umana dolcezza, men-
tre il nimbo luminoso che fra i raggi
circonda la testa, fonde ed innalza la
dolcezza umana in divina mansue-
tudine.
Nobile e soave è l’espressione del
volto. Non latenera morbidezza quasi
feminea delle carni, non la pelurie
sottile da adolescente, che altre volte
il Vannucci ha dato al Salvatore in
qualche dipinto della pinacoteca; non il giovane Cristo
battezzato nel Giordano dal Precursore, come negli
affreschi del Cambio : invece una virile sodezza di at-
.
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SVM
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MVN
DDEVS ALPHA PR SaLVS ENI 1BVS OMN1BVS ET Cj
tSTANT CV1 VER/. FI DES-SPESCk. F1DEL1S A NI OR
EB.TEXP1COLV D/.NIAPE IGNIOSCERE CVLP1S
SA.NCTOJRYM àANC.TY i ÌVDICIOQ^ PII VM'^ITOI ^
Pietro Perugino: Il Redentore
Castelnuovo di Porto, Chiesa di Santa Maria Assunta
MISCELLANEA
gelosa custodia o perchè si fosse creduto di preser-
varlo meglio dalle offese del tempo.
Le figure dei tre santi e della Vergine ritratte sui
due battenti sono evidentemente della scuola del Pe-
rugino, ma non fattura delle sue mani. I contorni man-
cano di nitidezza, le proporzioni non perfette, troppo
grossi gli attacchi fra capo e busto, manchevole la
fattura della mano e del piede, dove invece il Van-
nucci è così fin.e e così aggraziato artefice; è assente
quel non so che di mite e di morbido,
proprio di tutte le sue figure. Ritrae
taluna della maniera di qualche suo
scolaro o imitatore, di quel Berto di
Giovanni forse, del quale esistono
più tavole nella pinacoteca di Pe-
rugia.
Il Salvatore è tutt’altra cosa.
Ha la tunica succinta di celeste
carico ; il mantello rosso a risvolti
verdi, orlato d’oro, con aureo bot-
tone sul petto, scende e copre le
ginocchia, mentre le due braccia lo
aprono ed escono fuori, l’una per
reggere il libro, l’altra alzata in atto
di benedire. La testa si piega legger-
mente in atto benigno di consenso
verso la mano che benedice.
Gli stessi colori, nella tunica e
nel manto, salvo tonalità diverse, si
ritrovano nelle rappresentazioni del
Perugino stesso e dei suoi scolari,
cioè nell’autentica sua Trasfigura-
zione esistente nella pinacoteca di
Perugia e in una tavola di Giannicola
Manni, altro seguace di lui, esistente
nella stessa pinacoteca ; salvochè il
manto invece di essere affibbiato
sotto il mento, è gettato con negli-
genza all’indietro, sotto le reni, e
poi raccolto sulle ginocchia.
Non fa meraviglia che si ritrovino
gli stessi colori nelle vesti, perchè
erano di prammatica, ma si ritrova
anche un somigliante atteggiamento
in pitture del Vannucci o degli sco-
lari.
I capelli scendono inanellati e mor-
bidi per le gote e sulle spalle, e con
l’aurea barba, incorniciano il volto in
un’aureola di umana dolcezza, men-
tre il nimbo luminoso che fra i raggi
circonda la testa, fonde ed innalza la
dolcezza umana in divina mansue-
tudine.
Nobile e soave è l’espressione del
volto. Non latenera morbidezza quasi
feminea delle carni, non la pelurie
sottile da adolescente, che altre volte
il Vannucci ha dato al Salvatore in
qualche dipinto della pinacoteca; non il giovane Cristo
battezzato nel Giordano dal Precursore, come negli
affreschi del Cambio : invece una virile sodezza di at-
.
; I
SVM
LV X |1K;
MVN
DDEVS ALPHA PR SaLVS ENI 1BVS OMN1BVS ET Cj
tSTANT CV1 VER/. FI DES-SPESCk. F1DEL1S A NI OR
EB.TEXP1COLV D/.NIAPE IGNIOSCERE CVLP1S
SA.NCTOJRYM àANC.TY i ÌVDICIOQ^ PII VM'^ITOI ^
Pietro Perugino: Il Redentore
Castelnuovo di Porto, Chiesa di Santa Maria Assunta