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MISCELLANEA
neppure reputo facile cosa il potere, per via di con-
fronti con altri dipinti del tempo o per induzioni, de-
terminare il nome dell’autore di siffatte pitture, le quali
tuttavia sembrano di scuola toscana, anzi di un giot-
tesco in ritardo, il quale par che intenda il movimento
dei nuovi tempi, ma non ha forze sufficienti per seguire
con onore il nuovo indirizzo. Ma poi quando si rifletta
che nel secolo xv non era infrequente il caso di mo-
naci dilettanti di pittura, ardita potrebbe parere anche
la semplice attribuzione degli affreschi Malatestiani a
questa od a quella scuola.
Si riveli o no il nome del maestro che operò a
Cesena verso la metà del secolo xv, le pitture testé
scoperte in quella città non scemano per ciò di valore
e d’importanza, dal lato storico particolarmente; ed
agli amatori dell’arte e delle memorie patrie non resta
che congratularsi con quanti — e in ispecial modo con
l’ispettore degli scavi e monumenti del luogo — con
quanti attendono con amore al ripristino di cose tanto
pregevoli e intendono di bene conservarle, a maggior
decoro della propria città e a vantaggio degli stu-
diosi. Aggiungo infine che la nobile impresa mercè
cui la bella costruzione Malatestiana si ripresenterà
tra non molto nella sua interezza ed eleganza, merita
non solo il plauso degli intelligenti, ma anche l’aiuto
morale e materiale del Governo, al quale è affidata
particolarmente la conservazione del patrimonio arti-
stico nazionale.
Cesena, gennaio 1902.
E. Calzini.
Notizie dell’Umbria.
Intagli in legno del coro della chiesa di San Pie-
tro a Perugia1 è il titolo d’un’elegante cartella di
sessanta grandi tavole in cui sono riprodotti, da buone
fotografie degli scultori U. Moroni e O. Biagetti, l’in-
sieme e i particolari dei due seggi di Benedetto di
Giovanni da Montepulciano (1556) e del magnifico
coro, lavorato da Stefano da Bergamo con l’aiuto di
Niccolò da Cagli, di Battista da Bologna e di altri
(1535), e del bellissimo leggio dei maestri Ambrogio,
Battista e Lorenzo (1536); a cui sarebbe stato deside-
rabile che gli egregi artisti avessero aggiunto anche
la riproduzione delle tarsie, specialmente di quelle che
adornano la porta e che sono opera egregia di fra
Domenico da Bergamo.
Quanto ai disegni di questi celebri intagli, il chiaro
prof. G. Donati, nella sua breve prefazione, ha cre-
duto ozioso lo spendere anche poche parole sull’an-
tica tradizione che li attribuirebbe a Raffaello, a quella
stessa maniera che l’altro notissimo coro di Sant’Ago-
stino, nella stessa Perugia, si vuole condotto da Baccio
1 Torino, Casa editrice, con stabilimento eliotipico, clell’ing. G.
Molfese, 1902.
d’Agnolo secondo i disegni del Perugino. Che quelli
del coro di San Pietro siano di Raffaello, non sembra
possibile; ma che vi si veda la sua influenza e Pimi
tazione qualche volta apertissima di disegni suoi,
non si può negare : basta, fra l’altro, dare un’occhiata
alla scena della morte d’Anania in uno dei quattro
medaglioni del leggio, che ricorda in tutto uno dei
cartoni per gli Arazzi della Sistina.
La Riunione artistica perugina apri anche nello
scorso autunno la consueta esposizione, dove, vicino
a opere, non sempre nuove, d’ illustri soci italiani e
stranieri, figuravano parecchie nuove e notevoli opere
d’artisti umbri, tra cui, per ragioni di spazio, non posso
ricordare che i più insigni e più ammirati, quali il Rossi
Scotti e il Bruschi ; il primo de’ quali espose alcuni ri-
tratti e due soggetti campestri ; l’altro, due ritratti e i
bozzetti delle quattro figure allegoriche dipinte nel
nuovo ufficio delle poste e dei telegrafi.
Di una conferenza del Venturi sulle opere di
Donatello, tenuta a Perugia nel teatro del Pavone,
per invito della « Dante Alighieri » e della « Croce
rossa », non mi è permesso dir qui tutto quel che
vorrei: dirò solo che P applauditissima conferenza
fu illustrata da nitide proiezioni fotoelettriche che
fecero passare dinanzi agli occhi dello scelto e nu-
meroso uditorio tutti i capolavori del grande fio-
rentino.
Nella chiesetta dell’Annunziata vanno ammirati
i sette quadri del prof. Domenico Bruschi, che da poco
ha condotto a termine, dopo lunghi e accuratissimi
studi, queste pitture che sono certo tra le sue mi-
gliori per originalità di composizione e vigore e finezza
di fattura: ma per esse rimando i lettori all’opuscolo
illustrativo che ne sta scrivendo l’egregio prof. Donati.
Nei prossimi fascicoli poi farò cenno anche di altri
nuovi lavori dei più segnalati artisti della nostra re-
gione.
Per un monumento al Perugino non può ancora
bastare la somma raccolta ormai da molti anni, e per
ciò la Riunione artistica perugina, venendo con gio-
vanile entusiasmo in aiuto del vecchio Comitato, ha
pensato felicemente di provvedere alla somma ancora
mancante con una sottoscrizione fissa a una lira, che,
largamente diffusa tra gli artisti, gli amatori, gli stu
diosi di tutti i paesi civili, darà, si spera, il buon ri-
sultato che è necessario per render finalmente questo
tributo d’onore al glorioso maestro di Raffaello. La
detta Riunione ha deliberato anche di aprire un con-
corso tra gli artisti umbri per un busto al Pinturic-
chio, secondo il ritratto che di sé ha lasciato il pit-
tore stesso nei noti affreschi della cappella Baglioni
a Santa Maria Maggiore di Spello. Questo busto ver-
MISCELLANEA
neppure reputo facile cosa il potere, per via di con-
fronti con altri dipinti del tempo o per induzioni, de-
terminare il nome dell’autore di siffatte pitture, le quali
tuttavia sembrano di scuola toscana, anzi di un giot-
tesco in ritardo, il quale par che intenda il movimento
dei nuovi tempi, ma non ha forze sufficienti per seguire
con onore il nuovo indirizzo. Ma poi quando si rifletta
che nel secolo xv non era infrequente il caso di mo-
naci dilettanti di pittura, ardita potrebbe parere anche
la semplice attribuzione degli affreschi Malatestiani a
questa od a quella scuola.
Si riveli o no il nome del maestro che operò a
Cesena verso la metà del secolo xv, le pitture testé
scoperte in quella città non scemano per ciò di valore
e d’importanza, dal lato storico particolarmente; ed
agli amatori dell’arte e delle memorie patrie non resta
che congratularsi con quanti — e in ispecial modo con
l’ispettore degli scavi e monumenti del luogo — con
quanti attendono con amore al ripristino di cose tanto
pregevoli e intendono di bene conservarle, a maggior
decoro della propria città e a vantaggio degli stu-
diosi. Aggiungo infine che la nobile impresa mercè
cui la bella costruzione Malatestiana si ripresenterà
tra non molto nella sua interezza ed eleganza, merita
non solo il plauso degli intelligenti, ma anche l’aiuto
morale e materiale del Governo, al quale è affidata
particolarmente la conservazione del patrimonio arti-
stico nazionale.
Cesena, gennaio 1902.
E. Calzini.
Notizie dell’Umbria.
Intagli in legno del coro della chiesa di San Pie-
tro a Perugia1 è il titolo d’un’elegante cartella di
sessanta grandi tavole in cui sono riprodotti, da buone
fotografie degli scultori U. Moroni e O. Biagetti, l’in-
sieme e i particolari dei due seggi di Benedetto di
Giovanni da Montepulciano (1556) e del magnifico
coro, lavorato da Stefano da Bergamo con l’aiuto di
Niccolò da Cagli, di Battista da Bologna e di altri
(1535), e del bellissimo leggio dei maestri Ambrogio,
Battista e Lorenzo (1536); a cui sarebbe stato deside-
rabile che gli egregi artisti avessero aggiunto anche
la riproduzione delle tarsie, specialmente di quelle che
adornano la porta e che sono opera egregia di fra
Domenico da Bergamo.
Quanto ai disegni di questi celebri intagli, il chiaro
prof. G. Donati, nella sua breve prefazione, ha cre-
duto ozioso lo spendere anche poche parole sull’an-
tica tradizione che li attribuirebbe a Raffaello, a quella
stessa maniera che l’altro notissimo coro di Sant’Ago-
stino, nella stessa Perugia, si vuole condotto da Baccio
1 Torino, Casa editrice, con stabilimento eliotipico, clell’ing. G.
Molfese, 1902.
d’Agnolo secondo i disegni del Perugino. Che quelli
del coro di San Pietro siano di Raffaello, non sembra
possibile; ma che vi si veda la sua influenza e Pimi
tazione qualche volta apertissima di disegni suoi,
non si può negare : basta, fra l’altro, dare un’occhiata
alla scena della morte d’Anania in uno dei quattro
medaglioni del leggio, che ricorda in tutto uno dei
cartoni per gli Arazzi della Sistina.
La Riunione artistica perugina apri anche nello
scorso autunno la consueta esposizione, dove, vicino
a opere, non sempre nuove, d’ illustri soci italiani e
stranieri, figuravano parecchie nuove e notevoli opere
d’artisti umbri, tra cui, per ragioni di spazio, non posso
ricordare che i più insigni e più ammirati, quali il Rossi
Scotti e il Bruschi ; il primo de’ quali espose alcuni ri-
tratti e due soggetti campestri ; l’altro, due ritratti e i
bozzetti delle quattro figure allegoriche dipinte nel
nuovo ufficio delle poste e dei telegrafi.
Di una conferenza del Venturi sulle opere di
Donatello, tenuta a Perugia nel teatro del Pavone,
per invito della « Dante Alighieri » e della « Croce
rossa », non mi è permesso dir qui tutto quel che
vorrei: dirò solo che P applauditissima conferenza
fu illustrata da nitide proiezioni fotoelettriche che
fecero passare dinanzi agli occhi dello scelto e nu-
meroso uditorio tutti i capolavori del grande fio-
rentino.
Nella chiesetta dell’Annunziata vanno ammirati
i sette quadri del prof. Domenico Bruschi, che da poco
ha condotto a termine, dopo lunghi e accuratissimi
studi, queste pitture che sono certo tra le sue mi-
gliori per originalità di composizione e vigore e finezza
di fattura: ma per esse rimando i lettori all’opuscolo
illustrativo che ne sta scrivendo l’egregio prof. Donati.
Nei prossimi fascicoli poi farò cenno anche di altri
nuovi lavori dei più segnalati artisti della nostra re-
gione.
Per un monumento al Perugino non può ancora
bastare la somma raccolta ormai da molti anni, e per
ciò la Riunione artistica perugina, venendo con gio-
vanile entusiasmo in aiuto del vecchio Comitato, ha
pensato felicemente di provvedere alla somma ancora
mancante con una sottoscrizione fissa a una lira, che,
largamente diffusa tra gli artisti, gli amatori, gli stu
diosi di tutti i paesi civili, darà, si spera, il buon ri-
sultato che è necessario per render finalmente questo
tributo d’onore al glorioso maestro di Raffaello. La
detta Riunione ha deliberato anche di aprire un con-
corso tra gli artisti umbri per un busto al Pinturic-
chio, secondo il ritratto che di sé ha lasciato il pit-
tore stesso nei noti affreschi della cappella Baglioni
a Santa Maria Maggiore di Spello. Questo busto ver-