BIBLIOGRAFIA ARTISTICA
177
qualche riserva! Nè l’A. si è formato un giusto con-
cetto della influenza nella vita artistica del Brunellesco
degli studi compiuti a Roma : la fede cieca prestata al
racconto del Manetti l’ha, io credo, tratto in inganno
a questo proposito. Si può ammettere che la vista dei
monumenti romani affascinasse il maestro e fecondasse
la sua fantasia: non si può dimenticare che prima di
studiare a Roma l’antichità classica, il grandissimo ar
chitetto trovò a Firenze e nelle città vicine monumenti
che attrassero la sua attenzione e il suo studio. Fare
del Brunellesco nient’altro che un reinstauratore del
classicismo è uno sminuire il suo genio : e dire che
egli cacciasse in bando assolutamente il medio evo è
un offendere la realtà delle cose. Spirito creatore più
che imitatore il Brunellesco lasciò libero il proprio in-
telletto non legandosi a formola alcuna: ma trasse il
bello e il buono ovunque lo trovò, dai monumenti
classici come da quelli del medio evo, a Roma come
in Toscana.
E. B.
12.
Arti minori : miniatura, musaico, intaglio e tarsia, oreficeria,
smalti, vetreria, ceramica, legature di libri, ecc.
A. Goldschmidt: Dii Kirchenthur des hei-
ligen Ambrosius in Mailand: ein Denkmal
frùhchristl. Skulptur. Strassburg; Heitz und
Mùndel, 1902.
Al valente ricercatore della storia dell’arte medio-
evale, ad Adolfo Goldschmidt, non è rimasta nascosta
dietro una fitta grata che la cela agli sguardi, la porta
maggiore della basilica di Sant’Ambrogio di Milano.
Creduta reliquia del santo patrono della città, dai
pellegrini devoti era stata si malconcia nelle sue scul-
ture di cipresso intagliato, che nel 1750 si pensò di
restaurarla completamente. Aliorale formelle inferiori,
ch’erano le più guaste, furono sostituite da altre nuove,
ed i frammenti ne vennero deposti all’archivio capi-
tolare : nelle lastrelle superiori, furono rifatte le teste
alle figure decapitate; si nascosero in qualche modo i
moncherini delle braccie mutilate ; venne rimaneggiato
il drappeggio, onde rendere meno assurda l’alterazione
delle movenze; infine, si stese ovunque una vernice
di color di bronzo : ed il restauro fu compiuto !
In tale stato, la porta potè essere giudicata opera
del secolo ix; e l’antica tradizione, secondo la quale
essa era quella medesima che Sant’Ambrogio aveva
chiuso in faccia a Teodosio, non visse più che nel
cuore dei fedeli.
Ora il Goldschmidt, partendo dall’esame dei fram-
menti conservati nell’archivio capitolare della Basilica,
facendo astrazione dai gravi restauri degli altri intagli
(va lodata assai la sua maniera di rappresentare gra-
ficamente le parti rinnovate), scorge qui nelle forme,
nella composizione, e negli ornati, tali caratteri che
confermano la tradizione antica e conducono a ritenere
di qualche decennio anteriore a quella di Santa Sabina
(c. 430) la porta della basilica ambrosiana.
Il misero stato di questi intagli li rende quasi inutili
allo studio del variare delle forme artistiche, ma non
impedisce tuttavia di ricavarne importanti considera-
zioni generali.
La storia di David, come egli uccise le belve, am-
mansò lo spirito malvagio di Saul, ed atterrò Golia,
fu narrata sulle imposte del tempio quasi simbolo di
Cristo trionfante del Male: anche fuori dei due grandi
centri intellettuali, di Roma e di Ravenna, sullo scorcio
del secolo quarto, la materia iconografica era adunque
elaborata in allegorie ed espressa dall’arte. Davide
che uccide Golia è assistito da un angelo alato quale
pure si trova in un sarcofago delle Gallie: forse già
esisteva il vincolo che l’età carolingia doveva stringere
sempre più fra l’arte di Francia e quella dell’Italia
settentrionale.
Non v’è ragione di ritenere che le porte di Santo
Ambrogio non siano prodotto di arte locale, e ciò fa
a noi rammentare l’ipotesi, già emessa dallo Strzy-
gowski,1 dell’estenza di una scuola milanese d’intaglio
fiorita quando Teodosio ebbe fissata nella città la sede
dell’impero, e decaduta poi rapidamente col sormon-
tare dell’importanza politica di Ravenna.
Lo studio del G., condotto con mirabile sicurezza
di metodo, riesce a collocare bene nel tempo un mo-
numento di rarissimo pregio t.
1 J. Strzygowski, Das Etschmiadzin-Evangeliar. Wien, 1891.
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qualche riserva! Nè l’A. si è formato un giusto con-
cetto della influenza nella vita artistica del Brunellesco
degli studi compiuti a Roma : la fede cieca prestata al
racconto del Manetti l’ha, io credo, tratto in inganno
a questo proposito. Si può ammettere che la vista dei
monumenti romani affascinasse il maestro e fecondasse
la sua fantasia: non si può dimenticare che prima di
studiare a Roma l’antichità classica, il grandissimo ar
chitetto trovò a Firenze e nelle città vicine monumenti
che attrassero la sua attenzione e il suo studio. Fare
del Brunellesco nient’altro che un reinstauratore del
classicismo è uno sminuire il suo genio : e dire che
egli cacciasse in bando assolutamente il medio evo è
un offendere la realtà delle cose. Spirito creatore più
che imitatore il Brunellesco lasciò libero il proprio in-
telletto non legandosi a formola alcuna: ma trasse il
bello e il buono ovunque lo trovò, dai monumenti
classici come da quelli del medio evo, a Roma come
in Toscana.
E. B.
12.
Arti minori : miniatura, musaico, intaglio e tarsia, oreficeria,
smalti, vetreria, ceramica, legature di libri, ecc.
A. Goldschmidt: Dii Kirchenthur des hei-
ligen Ambrosius in Mailand: ein Denkmal
frùhchristl. Skulptur. Strassburg; Heitz und
Mùndel, 1902.
Al valente ricercatore della storia dell’arte medio-
evale, ad Adolfo Goldschmidt, non è rimasta nascosta
dietro una fitta grata che la cela agli sguardi, la porta
maggiore della basilica di Sant’Ambrogio di Milano.
Creduta reliquia del santo patrono della città, dai
pellegrini devoti era stata si malconcia nelle sue scul-
ture di cipresso intagliato, che nel 1750 si pensò di
restaurarla completamente. Aliorale formelle inferiori,
ch’erano le più guaste, furono sostituite da altre nuove,
ed i frammenti ne vennero deposti all’archivio capi-
tolare : nelle lastrelle superiori, furono rifatte le teste
alle figure decapitate; si nascosero in qualche modo i
moncherini delle braccie mutilate ; venne rimaneggiato
il drappeggio, onde rendere meno assurda l’alterazione
delle movenze; infine, si stese ovunque una vernice
di color di bronzo : ed il restauro fu compiuto !
In tale stato, la porta potè essere giudicata opera
del secolo ix; e l’antica tradizione, secondo la quale
essa era quella medesima che Sant’Ambrogio aveva
chiuso in faccia a Teodosio, non visse più che nel
cuore dei fedeli.
Ora il Goldschmidt, partendo dall’esame dei fram-
menti conservati nell’archivio capitolare della Basilica,
facendo astrazione dai gravi restauri degli altri intagli
(va lodata assai la sua maniera di rappresentare gra-
ficamente le parti rinnovate), scorge qui nelle forme,
nella composizione, e negli ornati, tali caratteri che
confermano la tradizione antica e conducono a ritenere
di qualche decennio anteriore a quella di Santa Sabina
(c. 430) la porta della basilica ambrosiana.
Il misero stato di questi intagli li rende quasi inutili
allo studio del variare delle forme artistiche, ma non
impedisce tuttavia di ricavarne importanti considera-
zioni generali.
La storia di David, come egli uccise le belve, am-
mansò lo spirito malvagio di Saul, ed atterrò Golia,
fu narrata sulle imposte del tempio quasi simbolo di
Cristo trionfante del Male: anche fuori dei due grandi
centri intellettuali, di Roma e di Ravenna, sullo scorcio
del secolo quarto, la materia iconografica era adunque
elaborata in allegorie ed espressa dall’arte. Davide
che uccide Golia è assistito da un angelo alato quale
pure si trova in un sarcofago delle Gallie: forse già
esisteva il vincolo che l’età carolingia doveva stringere
sempre più fra l’arte di Francia e quella dell’Italia
settentrionale.
Non v’è ragione di ritenere che le porte di Santo
Ambrogio non siano prodotto di arte locale, e ciò fa
a noi rammentare l’ipotesi, già emessa dallo Strzy-
gowski,1 dell’estenza di una scuola milanese d’intaglio
fiorita quando Teodosio ebbe fissata nella città la sede
dell’impero, e decaduta poi rapidamente col sormon-
tare dell’importanza politica di Ravenna.
Lo studio del G., condotto con mirabile sicurezza
di metodo, riesce a collocare bene nel tempo un mo-
numento di rarissimo pregio t.
1 J. Strzygowski, Das Etschmiadzin-Evangeliar. Wien, 1891.