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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

DOI issue:
Fasc. 3
DOI article:
Frizzoni, Gustavo: Ricordi di un viaggio artistico oltralpe, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0243

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RICORDI DI UN VIAGGIO ARTISTICO OLTRALPE

20

qualche cosa di lui, fra altro a
Genova nella galleria pubblica
del palazzo Bianco una Vergine
col Figliuolo, munito di un grap-
polo d’uva egualmente come nel
quadro di Rouen. Passava fin qui
per opera del Memling, ma i
suoi tratti caratteristici, massime
una speciale forma delle teste
dalla fronte alta e squadrata, vi
hanno ben palesato il valido se-
guace. Crediamo poi che con si-
mili dati abbiasi a constatare la
sua mano anche in più di un
foglio dello splendido Breviario
Grimani, il massimo tesoro in
fatto di lavori di miniatura, della
biblioteca marciana di Venezia.

Mirabile del resto per accura-
tezza ed austerità religiosa fra
le sue cose all’estero è certa ta-
vola della Galleria Nazionale di
Londra, con un devoto inginoc-
chiato in atto di orazione accom-
pagnato da tre santi.

Fra le sue opere nella gal-
leria Kaufmann, tre apparten-
gonoall’età fresca, cioè due tavole

lunghe e strette, colle figure dei Santi Giovanni Battista e Francesco che riceve le stimate
ed una vieppiù ragguardevole, esprimente la Natività, ossia il Presepio, dove stanno aggruppati
attorno al Pargoletto per venerarlo, oltre la Vergine, San Giuseppe e un pastore, due
angioletti in bianche vesti che si direbbero quasi fratelli di quelli del celebre trittico di Firenze,
di Ugo van der Goes. Nella figura del pastore genuflesso, alquanto appartato dal lato sinistro
furono riscontrate le fattezze dell’autore medesimo.

Allo stile suo più maturo, poi, viene aggiudicata quivi una tavoletta quadrata, il di cui
soggetto è quello della Madre seduta a piè della croce mentre regge fra le braccia il corpo
esanime del divino Figliuolo; composizione non scevra di sentimento, ma rigida nélle linee
come lo sono in genere le opere fiamminghe in siffatti soggetti a differenza di quelle dei
migliori italiani dell’età d’oro.

Uno dei risultati ottenuti dalla recente critica si è pur quello di avere dato il bando
a nomi di autori che venivano applicati fin qui con troppa facilità e senza sufficiente fonda-
mento a certi dipinti. Fra questi nomi figura quello di Jan Mostaerts, pittore che ha realmente
esistito, ma del quale non si conoscerebbe tuttora nessun lavoro autentico. Venne quindi
adottata la denominazione di un così detto Mostaerts per un tale, riconosciuto quale autore
di una Addolorata nella chiesa di Notre Dame di Bruggia, la quale servirebbe di punto di
partenza per attribuirgli altri dipinti. E quanto ci insegna il catalogo della regia galleria di
Berlino nel mentre ci addita appunto un opera da ritenersi di sua mano. Il sig. Kaufmann
alla sua volta sulla scorta indicata ci presenta come produzioni dello stesso tre fra i più
notevoli suoi quadri. In primo luogo un trittico di una ricca composizione, la cui parte centrale
non riescirà nuova a chiunque stia presente il magnifico trittico di Jan Mabuse della galleria
di Palermo, reso noto ormai a tutti mediante le fotografie Brogi e Alinari. Una replica è

Fig. 4 — Luca di Leida : Madonna col Bambino
 
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