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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 3
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D'Ancona, Paolo: Le rappresentazioni allegoriche delle arti liberali del medio evo e nel rinascimento, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0259

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PAOLO D'ANCONA

Certo queste che siamo an-
dati raccogliendo non sono che
semplici e saltuarie notizie, le
quali non portano un contri-
buto notevole alla iconografia
dell’ arte, mentre presentano
piuttosto un interesse storico
mostrando il perpetuarsi dello
stesso motivo traverso alle vi-
cende fortunose del medio evo.

* * *

Avanti di venire all’arte no-
stra nazionale, crediamo oppor-
tuno dire qualche cosa di quel
gran movimento verificatosi
specialmente nel nord verso la
fine del xii secolo con l’av-
vento della scolastica. Fiorirono
allora le somme, i compendj,
gli specchi scientifici e morali
col fine di ridurre a sistema tutto
il mondo sensibile e soprasen-
sibile. Parallelamente all’opera
dei dottori si svolse quella de-
gli artisti, e mentre i primi an-
davan costruendo la cattedrale
del sapere, i secondi si sforza-
rono di renderne immagine nelle superbe moli, che ancora ci rendono attoniti e pensosi.1 Sino
ad un’epoca relativamente recente, esse erano considerate come veri labirinti iconografici :
un’accozzaglia di figure umane, di mostri alati e selvaggi, di segni inesplicabili e strani, di
ornamenti bizzarri e fantastici, posti l’uno accanto all’altro confusamente, senza discernimento.
Trovata la chiave del labirinto, si riconobbe un ordine maraviglioso là dove sino allora non
si era veduto che l’opera affastellata e malsana del medio evo. Ogni figura fu ravvisata, ogni
ornamento ebbe la sua ragione di esistere, e le enciclopedie iconografiche innalzate dagli
artisti furono spiegate con le enciclopedie del sapere dettate dai dottori.

Grande impressione sui contemporanei fece verso la metà del xiii secolo l’opera di Vincent
di Beauvais, detto volgarmente « il divoratore di libri », per allusione alla sua immensa dot-
trina. Nello Speculum majus, che parve allora il limite supremo a cui potesse giungere la
scienza umana, egli passa in rassegna accuratamente la natura, la scienza, la morale e la
storia. Lo Speculum naturale considera ogni cosa esistente, secondo l’ordine stesso con cui
fu creata: gli elementi, i vegetali, i minerali, gli animali vengono ad uno ad uno enumerati e
descritti, s’intende bene con tutti gli errori trasmessi dal mondo antico. Lo Speculum doctrinale
comincia col fare la storia del peccato e considera gli sforzi che l’uomo deve compiere per
riscattare sè stesso. Segue lo Speculum morale a complemento del precedente, ove vengono
esposti i contrasti dell’animo umano posto tra il vizio e la virtù. Ultimo lo Speculum histo-

216

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■ x «ass»-

Firenze, Campanile del Duomo
Andrea Pisano e scolari. La Dialettica
(Fotografia Alinari)

1 Malb, op. cit., cap. i° seg. Nell’indice a pag. 522 gotiche francesi, scolpite nei bassorilievi o dipinte sui

ssg. vien fatta menzione di quasi tutte le rappresen- vetri,

tazioni delle Arti Liberali che trovansi nelle cattedrali
 
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