LE RAPPRESENTAZIONI ALLEGORICHE DELLE ARTI LIBERALI
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argomenti delle sue disquisi-
zioni. Inizia il Quadrivio la Geo-
metria, recante una squadra
nella sinistra alzata, mentre
l’altra mano poggia sul petto.
Il capo reclinato e i capelli on-
dulati, che le cadon sugli omeri,
danno al suo volto un candore
speciale. Una veste succinta
disegna la snellezza del cor-
po. L’Astronomia, in àmpio
paludamento, sorregge con la
sinistra un libro chiuso, e nella
destra tiene una sfera, simbolo
dell’arte sua. Ha gli occhi al-
lungati e socchiusi. La Musica
porta una corona sul capo,
donde scendono a ciocche i
capelli copiosi: tiene in una
mano un rotulo spiegato : l’al-
tra è chiusa e sollevata~come
per accompagnare il canto. Ul-
tima viene l’Aritmetica, quasi
di profilo, tenendo con la si-
nistra un fascio di verghe e la-
mano destra aperta come in
atto di benedire. I capelli fini
e copiosi dànno al suo volto
una grazia soave, che fa. vivo
contrasto con la faccia rude del
sovrano estinto, dai lineamenti
austeri e rilevati.
Le figure che Nicola aveva
effigiate piene di grandiosità,
come matrone pagane, hanno
cominciato già ad umanizzarsi La Dialettica - Rimini. Tempio Malatestiano
ed ingentilirsi: notasi qui una (Fotografia Alinari)
specie di transizione tra il vec-
chio ed il nuovo, tra l’arte religiosa anteriore, che ebbe di mira più il significato che la
bellezza, e l’arte del Rinascimento, che dei soggetti sacri o tradizionali si servì invece per
rappresentare il bello ed il vero.
Già abbiamo visto nei capitelli del Palazzo Ducale sostituita la figura di un protettore
alle allegorie femminee delle Arti. Circa un secolo dopo, nel 1437, Luca della Robbia, inca-
ricato di terminare l’opera iniziata da Giotto e condotta innanzi da Andrea, riprende lo stesso
motivo,' sebbene con maggiore ampiezza, nei cinque bassorilievi del campanile di Firenze,
ove adombra le discipline del Trivio e Quadrivio in alcune scenette ispirate alla realtà della
vita.1 Nel primo esagono è una figura di vecchio, forse Donato o Prisciano, intento ad inse-
gnare a due fanciulli; nel fondo apresi una porta, la quale significa che la Grammatica è il
propileo di ogni scienza. In un altro esagono due sofisti che disputano calorosamente fra
J. von Schlosser, Giusto's Fresken, cit., pag. 50.
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argomenti delle sue disquisi-
zioni. Inizia il Quadrivio la Geo-
metria, recante una squadra
nella sinistra alzata, mentre
l’altra mano poggia sul petto.
Il capo reclinato e i capelli on-
dulati, che le cadon sugli omeri,
danno al suo volto un candore
speciale. Una veste succinta
disegna la snellezza del cor-
po. L’Astronomia, in àmpio
paludamento, sorregge con la
sinistra un libro chiuso, e nella
destra tiene una sfera, simbolo
dell’arte sua. Ha gli occhi al-
lungati e socchiusi. La Musica
porta una corona sul capo,
donde scendono a ciocche i
capelli copiosi: tiene in una
mano un rotulo spiegato : l’al-
tra è chiusa e sollevata~come
per accompagnare il canto. Ul-
tima viene l’Aritmetica, quasi
di profilo, tenendo con la si-
nistra un fascio di verghe e la-
mano destra aperta come in
atto di benedire. I capelli fini
e copiosi dànno al suo volto
una grazia soave, che fa. vivo
contrasto con la faccia rude del
sovrano estinto, dai lineamenti
austeri e rilevati.
Le figure che Nicola aveva
effigiate piene di grandiosità,
come matrone pagane, hanno
cominciato già ad umanizzarsi La Dialettica - Rimini. Tempio Malatestiano
ed ingentilirsi: notasi qui una (Fotografia Alinari)
specie di transizione tra il vec-
chio ed il nuovo, tra l’arte religiosa anteriore, che ebbe di mira più il significato che la
bellezza, e l’arte del Rinascimento, che dei soggetti sacri o tradizionali si servì invece per
rappresentare il bello ed il vero.
Già abbiamo visto nei capitelli del Palazzo Ducale sostituita la figura di un protettore
alle allegorie femminee delle Arti. Circa un secolo dopo, nel 1437, Luca della Robbia, inca-
ricato di terminare l’opera iniziata da Giotto e condotta innanzi da Andrea, riprende lo stesso
motivo,' sebbene con maggiore ampiezza, nei cinque bassorilievi del campanile di Firenze,
ove adombra le discipline del Trivio e Quadrivio in alcune scenette ispirate alla realtà della
vita.1 Nel primo esagono è una figura di vecchio, forse Donato o Prisciano, intento ad inse-
gnare a due fanciulli; nel fondo apresi una porta, la quale significa che la Grammatica è il
propileo di ogni scienza. In un altro esagono due sofisti che disputano calorosamente fra
J. von Schlosser, Giusto's Fresken, cit., pag. 50.