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PAOLO D'ANCONA
chiata la tomba di Clemente IV.
In fretta ne venne fatta ese-
guire una fotografia troppo
malamente riuscita per permet-
tere un qualsiasi apprezza-
mento sicuro ; poi il piviale e
gli altri arredi sacri del pon-
tefice defunto furono subito
rimessi sotterra per tema di sa-
crilegio.1
Constatata 1’ importanza di
queste rappresentazioni, e for-
mulato l’augurio che il paluda-
mento di papa Clemente torni
per sempre alla luce, rechia-
moci in Santa Maria Novella,
nella sala capitolare del vec-
chio chiostro, ad ammirare raf-
fresco di sinistra, il quale sim-
boleggia, com’è noto, la Vita
contemplativa della Chiesa, a
gloria del massimo luminare
della scolastica, San Tommaso
d’Aquino.2 Egli troneggia nel
mezzo ed ha fra le mani un
libro aperto alle parole di Saio-
mone : « Optavi et datus est... »;
è assiso sopra una ricca cat-
tedra ornata di colonnine ri-
torte e di pinnacoli, e gli stanno
a lato dieci figure virili : i quat-
tro evangelisti e i compilatori
dei libri sacri a cui fece un com-
mento. In alto, le sette Virtù vo-
lano leggiadramente per l’aria
a guisa di angioletti. Ai piedi
di San Tommaso gli eretici
Sabellio, Averroè ed A rio. La
parte inferiore delfaffresco può dividersi in due zone simmetriche. Dal centro, precisamente
sotto la figura dell’eretico posto ai piedi di San Tommaso, partono due bracci corali, ognuno
dei quali è composto di sette scanni. Vi seggono quattordici figure femminee con sotto i
loro diversi protettori, delle quali le sette a sinistra hanno formato il tormento dei critici
d’arte dal Vasari ai nostri giorni, mentre nelle sette di destra tutti concordi ravvisano le
discipline del Trivio e yuadrivio.
Le sette donne allegoriche si distinguono per la finezza dei lineamenti. Il Burckhardt lo
ha notato nel Cicerone : « Les Arts, tels qu’ils sont rangés dans la Chapelle des Espagnols,
nous laisseraient indifférents, n’était la suavité des tétes ». Gli occhi piccoli, a mandorla,
come usavano farli i primitivi della scuola senese, si aprono sotto alle sopracciglia appena
La Grammatica
Ms. Marciano lat., cl. XIV, n. 35, carte 24V. - (Fot. Filippi)
1 Una insufficiente riproduzione del piviale fu data 2 Hermann Hettner, Italienische Studien, pag. no
ne L'Arte, anno 1899, pag. 283. e seg. Braunschweig, 1879.
PAOLO D'ANCONA
chiata la tomba di Clemente IV.
In fretta ne venne fatta ese-
guire una fotografia troppo
malamente riuscita per permet-
tere un qualsiasi apprezza-
mento sicuro ; poi il piviale e
gli altri arredi sacri del pon-
tefice defunto furono subito
rimessi sotterra per tema di sa-
crilegio.1
Constatata 1’ importanza di
queste rappresentazioni, e for-
mulato l’augurio che il paluda-
mento di papa Clemente torni
per sempre alla luce, rechia-
moci in Santa Maria Novella,
nella sala capitolare del vec-
chio chiostro, ad ammirare raf-
fresco di sinistra, il quale sim-
boleggia, com’è noto, la Vita
contemplativa della Chiesa, a
gloria del massimo luminare
della scolastica, San Tommaso
d’Aquino.2 Egli troneggia nel
mezzo ed ha fra le mani un
libro aperto alle parole di Saio-
mone : « Optavi et datus est... »;
è assiso sopra una ricca cat-
tedra ornata di colonnine ri-
torte e di pinnacoli, e gli stanno
a lato dieci figure virili : i quat-
tro evangelisti e i compilatori
dei libri sacri a cui fece un com-
mento. In alto, le sette Virtù vo-
lano leggiadramente per l’aria
a guisa di angioletti. Ai piedi
di San Tommaso gli eretici
Sabellio, Averroè ed A rio. La
parte inferiore delfaffresco può dividersi in due zone simmetriche. Dal centro, precisamente
sotto la figura dell’eretico posto ai piedi di San Tommaso, partono due bracci corali, ognuno
dei quali è composto di sette scanni. Vi seggono quattordici figure femminee con sotto i
loro diversi protettori, delle quali le sette a sinistra hanno formato il tormento dei critici
d’arte dal Vasari ai nostri giorni, mentre nelle sette di destra tutti concordi ravvisano le
discipline del Trivio e yuadrivio.
Le sette donne allegoriche si distinguono per la finezza dei lineamenti. Il Burckhardt lo
ha notato nel Cicerone : « Les Arts, tels qu’ils sont rangés dans la Chapelle des Espagnols,
nous laisseraient indifférents, n’était la suavité des tétes ». Gli occhi piccoli, a mandorla,
come usavano farli i primitivi della scuola senese, si aprono sotto alle sopracciglia appena
La Grammatica
Ms. Marciano lat., cl. XIV, n. 35, carte 24V. - (Fot. Filippi)
1 Una insufficiente riproduzione del piviale fu data 2 Hermann Hettner, Italienische Studien, pag. no
ne L'Arte, anno 1899, pag. 283. e seg. Braunschweig, 1879.