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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 3
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Guiffrey, Jean: Michel Colombe e la cultura francese nel quattrocento
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3°8

JEAN GUIFFREY

e d’esecuzione così larga. Qui non si fa sentire alcuna
influenza italiana, è il lavoro d’un artista francese,
soltanto francese : in onta alla vicinanza e alla coopera-

zione d’italiani, il vecchio scultore restò sempre fedele
alla tradizione nazionale.

La sua ultima opera : San Giorgio che trafigge il
drago, commessa per essere collocata sull’altare della
cappella del castello di Gaillon e oggi conservata al
Louvre, ne fornisce un’altra prova decisiva.

Questo bassorilievo doveva prender posto in mezzo
a una ornamentazione italiana eseguita da italiani di-
moranti a Gaillon ; ma nell’esecuzione non apparisce
alcun elemento estraneo. L’opera è pret-
tamente francese in tutte le sue parti, cosi
per la calma impassibile e soprannaturale
del San Giorgio sicuro della sua forza, ritto
in arcioni, che per lo slancio irresistibile
del potente cavallo pesante e per la forma
del drago — simile alle Tarasche che si tro-
vano spesso rappresentate nelle opere origi-
narie del mezzogiorno della Francia ; —
così per la giovine principessa rassomi-
gliante stranamente alle Virtù del sepolcro
di Nantes, come per il paesaggio che at-
tornia tutta la scena.

Se si ricorda che questa scultura fu ese-
guita nel 1509 si dovrà constatare quanto l’influenza
italiana fu lenta a farsi sentire e a imporsi in Francia:
ne è prova evidentissima l’opera di Michel Colombe, del
vecchio scultore che fu uno degli ultimi ed uno dei più
illustri rappresentanti dell’ arte nazionale, come dice
benissimo il Vitry : « L’arte di Michel Colombe fu essen-

Michel Colombe: Medaglia di Luigi XII
Parigi, Biblioteca nazionale

Girolamo Viscardo: Reliquiario e statua di Santa Susanna
(importato dall’ Italia al principio del secolo xvi) — Abbazia di Fécarnp

In questo magnifico castello ove il cardinale d’Am-
boise fece così larga parte agli artisti transalpini, il
posto d’onore nella cappella fu riservato al vecchio
scultore che personificava allora, nella sua più alta
espressione, l’arte nazionale. Qui come nel sepolcro di
Nantes non si può fare a meno di notare nella dispo-
sizione generale una certa influenza italiana, ma è
possibile che anche qui s’imponesse al Colombe un
tema, concretato forse in un disegno.

zialmente un’arte di transizione; egli restò uguale a sè
stesso fino alla fine, e giustamente è stato detto L’uomo
del medio evo per la coscienza e la gravità del senti-
mento. Non fu un novatore nè un iniziatore ; non ni può
nemmeno dire, a nostro avviso, che egli fosse il punto
di partenza glorioso della scuola che spiega dopo di
lui la sua feconda attività nella regione della Loira: egli
segna più che un punto di partenza, un punto d’arrivo ■>.

Parigi, giugno 1902.

Jean Guiffkey.
 
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