MISCELLANEA
343
Fig. 3 — Griin: La Pietà. - Friburgo, Museo Civico
(Fotografia Salzer)
Così accadde a Baden, recente-
mente, dove il verdetto dei compe-
tenti, con il professore Terey, diret-
tore della galleria di Budapest, in
testa, di fronte ai minori ma accertati
quadri di Hans Baldung Griin pre-
stati alla esposizione, ebbe ad esclu-
dere decisamente dal novero delle
opere di lui quelle alle quali si am-
metteva maggiore importanza, cioè
i quadri d’altare, nonché alcuni altri
di minore entità e di autori diversi.
Quali ne siano poi i veri autori pare
cosa tuttora da stabilirsi, dovendo
essi ad ogni modo essere ricercati
fra i pittori della Germania meridio-
nale della fine del xvi secolo.
Le accennate pale d’altare, co-
munque sia, parte scolpite, parte
dipinte, sempre pregevoli nel loro
genere primitivo ed ingenuo, erano
assai opportunamente riunite nella
sala-cappella e insieme con le loro
predelle, con gli antependii, col leg-
gìo e con le vetrine riccamente as-
sortite di preziosi oggetti apparte-
nenti ai rispettivi conventi, davano
un aspetto grave ed edificante a tutto
l’ambiente, in gradito contrasto con
quello gaio e più strettamente laico
delle altre sale. L’unita piccola ri-
produzione ne dà un’ idea riassun-
tiva (fig. i). Quello che in essa non
figura poi è la parte riservata ai qua-
dri minori, ritenuti del Griin, e suoi
infatti, almeno per la maggior parte.
Li vediamo riuniti nella fig. 2, ad
eccezione di due che come si capisce
non poterono trovare posto nella
fotografia corrispondente. Anche fra queste tuttavia
conviene fare qualche riserva, una volta che siasi
bene afferrato il carattere speciale dell’artista in qui-
stione. E .udentemente a lui va tolto il quadro posto
superiormente, con le due figure delle Sante Maria
Maddalena ed Elisabetta, dai visi e dai movimenti
accennanti una diversa origine. Così pure gli va
tolta la tavola dov’è espresso in modo alquanto enim-
matico un’allegoria della morte, la quale ha già col-
pito un uomo sdraiato supino, mentre una giovane
donna ritta in piedi, accompagnata da un putto, sente
appressarsi la morte, rappresentata dà uno scheletro,
munito di falce dietro di lei. Nel cartello, spiegato
anteriormente al basso, leggesi oltre la data 1340 una
iscrizione contenente tre passi delle Sacre Scritture
riferentisi alla labilità delle umane vicende. È un’opera
di merito, comunque sia, e se il soggetto fantastico
rivela bene l’invenzione di una mente germanica, le
figure d’altra parte ci fanno pensare che l’autore debba
avere avuto qualche contatto con l’arte italiana. Non
oseremmo pronunciare in proposito un giudizio defi-
nitivo, ma dobbiamo dire che alla vista dell’originale
la mente ebbe a ricorrere ad un pittore quale l’augu-
stano Hans Burgkmair, del quale esistono certi quadri
a Monaco nella pinacoteca, dove si qualificherebbe
quasi per un Carpaccio della Germania, mentre i suoi
contatti con Venezia vi appariscono ad evidenza.
L’impronta individuale della maschia natura del
Grilli emerge da tutti gli altri dipinti riprodotti nella
figura indicata.
Che egli si fosse distinto all’occasione anche come
valente ritrattista, già si potè verificarlo nella stessa
pinacoteca di Monaco, tanto ricca in fatto di opere
delle antiche scuole della Germania. L’effigiato che ci
43
343
Fig. 3 — Griin: La Pietà. - Friburgo, Museo Civico
(Fotografia Salzer)
Così accadde a Baden, recente-
mente, dove il verdetto dei compe-
tenti, con il professore Terey, diret-
tore della galleria di Budapest, in
testa, di fronte ai minori ma accertati
quadri di Hans Baldung Griin pre-
stati alla esposizione, ebbe ad esclu-
dere decisamente dal novero delle
opere di lui quelle alle quali si am-
metteva maggiore importanza, cioè
i quadri d’altare, nonché alcuni altri
di minore entità e di autori diversi.
Quali ne siano poi i veri autori pare
cosa tuttora da stabilirsi, dovendo
essi ad ogni modo essere ricercati
fra i pittori della Germania meridio-
nale della fine del xvi secolo.
Le accennate pale d’altare, co-
munque sia, parte scolpite, parte
dipinte, sempre pregevoli nel loro
genere primitivo ed ingenuo, erano
assai opportunamente riunite nella
sala-cappella e insieme con le loro
predelle, con gli antependii, col leg-
gìo e con le vetrine riccamente as-
sortite di preziosi oggetti apparte-
nenti ai rispettivi conventi, davano
un aspetto grave ed edificante a tutto
l’ambiente, in gradito contrasto con
quello gaio e più strettamente laico
delle altre sale. L’unita piccola ri-
produzione ne dà un’ idea riassun-
tiva (fig. i). Quello che in essa non
figura poi è la parte riservata ai qua-
dri minori, ritenuti del Griin, e suoi
infatti, almeno per la maggior parte.
Li vediamo riuniti nella fig. 2, ad
eccezione di due che come si capisce
non poterono trovare posto nella
fotografia corrispondente. Anche fra queste tuttavia
conviene fare qualche riserva, una volta che siasi
bene afferrato il carattere speciale dell’artista in qui-
stione. E .udentemente a lui va tolto il quadro posto
superiormente, con le due figure delle Sante Maria
Maddalena ed Elisabetta, dai visi e dai movimenti
accennanti una diversa origine. Così pure gli va
tolta la tavola dov’è espresso in modo alquanto enim-
matico un’allegoria della morte, la quale ha già col-
pito un uomo sdraiato supino, mentre una giovane
donna ritta in piedi, accompagnata da un putto, sente
appressarsi la morte, rappresentata dà uno scheletro,
munito di falce dietro di lei. Nel cartello, spiegato
anteriormente al basso, leggesi oltre la data 1340 una
iscrizione contenente tre passi delle Sacre Scritture
riferentisi alla labilità delle umane vicende. È un’opera
di merito, comunque sia, e se il soggetto fantastico
rivela bene l’invenzione di una mente germanica, le
figure d’altra parte ci fanno pensare che l’autore debba
avere avuto qualche contatto con l’arte italiana. Non
oseremmo pronunciare in proposito un giudizio defi-
nitivo, ma dobbiamo dire che alla vista dell’originale
la mente ebbe a ricorrere ad un pittore quale l’augu-
stano Hans Burgkmair, del quale esistono certi quadri
a Monaco nella pinacoteca, dove si qualificherebbe
quasi per un Carpaccio della Germania, mentre i suoi
contatti con Venezia vi appariscono ad evidenza.
L’impronta individuale della maschia natura del
Grilli emerge da tutti gli altri dipinti riprodotti nella
figura indicata.
Che egli si fosse distinto all’occasione anche come
valente ritrattista, già si potè verificarlo nella stessa
pinacoteca di Monaco, tanto ricca in fatto di opere
delle antiche scuole della Germania. L’effigiato che ci
43