Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

DOI Heft:
Fasc. 3
DOI Artikel:
Miscellanea
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0393

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MISCELLANEA

345

paese dello stesso nome, quale vedova nel 1581, come
si ricava tuttodì dalla di lei epigrafe mortuaria.

Il quadro migliore di tutti poi per valore artistico
è quello del quale ci duole non poter porgere un fac-

gli atteggiamenti strani dei primi hanno qualche cosa
di quasi burlesco in contrasto alla scena tragica per
sé stessa ; ma nello stesso tempo mettiamo pegno che
più ci si addentra nel pensiero dell’artista e più se



f - j 17*

■_ j

f |\. |


| j ’

Hi


H—J-

i ,H;j j


■! 1

\ ■ \ %



i H 1 r

! " ‘ l ' ’?

ri n UV -

?

-'«71

i-Jm. |







Fig. 5 — Pietro Longhi : Il parlatorio delle monache
(Proprietà di S. A. R. il Granduca Federico di Baden)

simile al lettore. È un forte dipinto ad olio sulla tavola,
munito del monogramma HBG e della data 1514. La
Madonna e il Bambino sopra un fondo unito di colore
rosso, vi sono condotti con una rotondità di forme e
una pienezza di colorito da richiamare vivamente i
modelli del Durer, il quale tuttavia vi è superato
dall’allievo per quello che concerne il sentimento del
bello, massime nel motivo grandioso della testa della
Vergine, che si direbbe quasi scolpita. N’è possessore
fortunato il sig. console Ed. F. Weber di Amburgo,
che alla sua volta l’acquistò pochi anni or sono all’asta
della raccolta del defunto Edoardo Habich di Cassel,
nel di cui catalogo figurava illustrato.

Diamo invece riprodotto nella fig. 3, se non altro
per la singolarità della rappresentazione, il Cristo morto
e l’Addolorata che lo contempla, tavola segnata con
le tre iniziali e la data 1513, proveniente dalla raccolta
civica di Friburgo in Brisgovia. Per molti, in ispecie
per chi è poco famigliare con l’antica arte tedesca,
riescirà per avventura più ripugnante, che attraente,
il soggetto trattato in tal modo. Massime la spropor-
zione che esiste fra le figure degli angeli e le principali,

ne rileverà il lato buono, severo, come di chi sente
intimamente il doloroso avvenimento.

Non dubitiamo del resto che la maggior parte dei
visitatori avranno provato maggiore diletto nel tratte-
nersi in altre parti dell’esposizione. A questa, a vero
dire, non si vorrà da alcuno negare la più grande
varietà di oggetti appartenenti a tutti i tempi, non
esclusi quelli del giorno d’oggi. Ma poi che il diffon-
dersi in maggiori ragguagli ci porterebbe fuori della
orbita della meta prefissa, ci limitiamo a menzionare
qui due altri quadri, di genere diverso bensì da quelli
fin qui descritti, ma di una speciale entità per noi
come graziosi commenti figurati dei costumi e della
vita veneziana nel xvm secolo.

Si tratta di due tele, abbastanza grandi, che illu-
strano delle scene di carnevale, sotto la Serenissima
Repubblica. Nell’ambiente dell’uno non si ha difficoltà
a riconoscere il Ridotto dell’antico teatro della Fenice
di Venezia, poiché per tale viene descritto in altro
quadro, non eguale in tutto, ma analogo, nel civico
museo Correr in Venezia. Nell’altro è rappresentato
il parlatorio di un monastero femminile che figura
 
Annotationen