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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 4
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0473

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MISCELLANEA

422

colà si irradiò di nuova genialità, raggiungendo il mas-
simo splendore, da emulare persino la scuola dalla
quale essa derivava. Onde ambedue queste scuole, la
napoletana e quella d’Abruzzo, con le loro creazioni
artistiche ed eleganti, fino da vetustissimo tempo, non
solo rivaleggiarono con i prodotti più geniali delle loro

emide di Francia, di Roma e della Toscana, ma an-
cora disdegnando inspirarsi a modelli forestieri, si con-
servarono entrambe sempre nei propri prodotti altera-
mente gelose della loro tradizione.

E. Rogadeo.

NOTIZIE VARIE.

Notizie di Germania.

L’Esposizione di Dusseldorf. — L’esposizione
storica di Dusseldorf, aperta dal i° maggio al 20 d’ot-
tobre, è d’una ricchezza superiore di gran lunga a
tutte le esposizioni retrospettive e d’arte sacra, che si
sono fatte in Italia. I tesori delle cattedrali del Reno e
della Westfalia si sono dischiusi al pubblico nelle inter-
minabili sale ; e la quantità innumerevole di antiche
cose si accumula nelle vetrine, nelle bacheche, negli
armadi. L’Italia è pure rappresentata tra i cimeli arti-
stici dell’arte renana, tra i reliquiari d’oro, gli argenti
è gli avori ; ma non ci tratterremo ora a discorrere de
bronzi, delle ceramiche, dei vetri italiani, che forma-
vano la delizia dei visitatori. Ci sia permesso d’indi-
care soltanto alcuna delle cose, che a noi sembrano
di singolare importanza per la loro corrispondenza con
opere d’arte, che si trovano nei musei e nelle chiese
nostre.

È noto a molti come Brescia, nel Museo d’anti-
chità, conservi un secchiello con smalti a incavo o a
taglio risparmiato su lamina di rame, divisa in tanti
filari di scacchi bianchi e azzurri, tra i quali è una
fascia con fondo bianchiccio tendente al verdognolo,
su cui sono disposte tre serie lineari di quadrifogli
azzurri. Il secchiello fu scoperto nel 1901 a Formello
presso Brescia, entro una tomba, insieme con parec-
chi altri oggetti, tra i quali una moneta di Commodo.
Abbiamo già notato che l’ornamento a~ scacchi di
colore differente e con quadrifogli, come nel sec-
chiello, si trova pure in un fermaglio del Museo di
Homburgo, proveniente da un castello romano ; e
ora possiamo indicare una fibula tonda ugualmente
smaltata nella collezione esposta di fibule (2458-2482)
e altre tre simili indicate con altre in fascio come
fibule del Reno superiore (n. 1067). A questo propo-
sito non sarà vano ricordare pure un’altra fibula tonda,
uguale a quelle per fattura e per effetto, che si trova
nel Museo di Beauvais (Serie A, 295); e due fibule del
South Keiisington Museum similissime (n. 4898-1901 e
4°9S~’57)> la prima indicata come romàno-britannica

del 11 secolo, la seconda come romano-britannica o
gallo-romana, entrambe trovate con monete di Adriano
e di Antonino Pio, presso Eden-Hall.

Tra i braccialetti d’oro (2391-2394) ce n’è uno che
sembra veramente un cerchio di corona votiva, che
ricorda anche per la sottigliezza della lamina le mi-
nori corone di Guarrazar dell’ Hotel de Cluny e del-
l’Armeria reale di Madrid, ma per la ricchezza tutta
bizantina si può credere di provenienza orientale.

Tra gli avori, che sono molti e importantissimi
nell’esposizione, è un dittico della chiesa cattolica di
Cranenburg, notevole perchè in esso si può vedere
la estrema decadenza della scuola d’intaglio, donde
uscì la celebre cattedra ravennate, che fu del vescovo
Massimiano di Costantinopoli : le forme che in questa
sono ancora vigorose, in quel dittico si lisciano, si
perdono come in una stampa logora. Rappresenta il
dittico i due santi apostoli Pietro e Paolo, ciascuno
sotto ad un’arcata, sulla quale stanno due agnelli da
un lato e due dall’altro della croce.

La stoffa, che adorna l’interno delle due alitine
dell’altare d’oro di Sant’Ambrogio in Milano, ha un
perfetto riscontro con quella esposta al n. 479, prove-
niente dalla chiesa di San Cuniberto di Colonia : cosa
che del resto è stata giustamente notata. Nè senza
qualche somiglianza con il tessuto ambrosiano è l’altra
stoffa sassanide, proveniente dalla chiesa di Sant’Or-
sola di Colonia, con iscene, che si vogliono relative
al re persiano Chosroe II : cavalieri persiani, tigri,
leoni e Yhom, albero sacro. Circa all’altare d’oro di
Sant’Ambrogio, ci piace di richiamare l’attenzione
degli studiosi sopra il fatto che in esso sono incluse
gemme antiche vòlte a rovescio, secondo un principio
che dovette essere accetto o imposto agli artisti,
quando quelle gemme entrarono a far parte degli
oggetti sacri. Ora, come nell’altare d’oro di Sant’Am-
brogio, così nel reliquiario di San Patroclo nel regio
Museo d’antichità a Berlino (n. 215), una pietra è
rovesciata; e così pure nella coperta d’argento del-
l’Evangelario del duomo di Treviri (n. 683).

E veniamo all’avorio (n. 1201) ascritto all’arte bi-
 
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