Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

DOI issue:
[Appendice]: Arte decorativa
DOI article:
Jahn Rusconi, Arturo: Le maioliche di Cafaggiolo
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0503

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
22

ARTE DECORATIVA

si cominciò ad ornare le facciate e le torri di alcune chiese con bacini e scodelle di terra
invetriata e a colori, i così detti piatti votivi, come ancora si vedono nella facciata della
cattedrale di San Miniato. Così si ritrovano opere di maiolica in un compasso del campanile
di Santa Maria del Fiore, precisamente in quello che rappresenta il vasaio, o, meglio, il
medico, o l’urologo, secondo nota il Guasti. Così nel trittico di Ugo van der Goes, ora agli
Uffìzi, è il ben noto alberello ispano-moresco ; così in pitture di Giotto e del Laurati, nel-
l’affresco di Piero da Miniato a San Nicolò in Prato; così nel Cenacolo d’Ognissanti e nel
Convito d’Erode del Ghirlandaio nel coro di Santa Maria Novella.

Pochi vasi del secolo XV si ritrovano ora in collezioni pubbliche e private come quello
che abbiamo riprodotto, che è conservato nel South Kensington Museum di Londra.

Per quanto poco soccorrano le memorie storiche e meno gli antichi prodotti della figu-
lina toscana, non è possibile credere, quantunque lo credano alcuni scrittori, che fino a Luca
della Robbia fosse negletta e quasi ignota l’arte della ceramica in Firenze dove le arti del
disegno raggiunsero tanta eccellenza; e maggiormente se consideriamo che in quel di Siena
si aveva una terra più fine della vicentina, e il Piccolpasso asserì che « la rena migliore
che si trovi per tutta Italia è quella di San Giovanni, luogo di Toscana ».

E ricordiamo pure degli antichi manuali: tre trattatelli dell’arte del vetro per mosaico
dei secoli XIV e XV, pubblicati dal Milanesi, i quali dimostrano quanto l’arte della ceramica
e della maiolica fin d’allora fosse in fiore nella Toscana.

Poi, se è vero, come par certo, che a Maiorca fossero buone fabbriche di ceramiche
quando i Pisani conquistarono quell’isola combattendo contro i Mori (1114-15), non è strano
pensare che Firenze, guelfa e alleata con Pisa, fosse la prima, dopo quella, ad accogliere i
particolari prodotti dell’isola conquistata, comprese le ceramiche.

La continua e non molto difficile esportazione fatta dai mercanti fiorentini delle stimate
stoviglie dette arabo-ispane, o ispano-moresche, fu forse una delle principali cagioni per cui
l’arte dei vasi progredì lentamente in Firenze e nel suo dominio. Ma sebbene sia da credere che
nelle antichissime botteghe gli orciolai fiorentini lavorassero per lo più stoviglie poco supe-
riori al comune, e per soddisfare al lusso i detti orciolai ricorressero ad altre fabbriche per
via di commercio, non ci si può persuadere che i loro prodotti si mantenessero così finché
i Medici di quel ramo che ebbe principio da Lorenzo fratello di Cosimo il Vecchio, non

presero a proteggere l’arte della cera-
mica. Sono notevoli esempi di questa
influenza dell’arte ispano-moresca sulla
ceramica toscana un boccale e un albe-
rello del South Kensington Museum qui
riprodotti.

* * *

Cafaggiolo è un piccolo villaggio posto
sulla via che da Firenze, passando per il
Mugello, conduce a Bologna, presso al
quale scorreva un torrente che da lui
prese il nome. I Medici che, secondo il
Verino, furono originari del Mugello vi
possedettero più ville, splendida fra tutte
quella di Cafaggiolo.

Le più antiche memorie che si hanno
della villa non vanno oltre il 1427. Ma
la villa non aveva ancora la bella forma
che ancora conserva, era anzi chiamato
un halituro e solamente sotto Cosimo
il vecchio Michelozzo Michelozzi aveva
 
Annotationen