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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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[Appendice]: Arte decorativa
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Gatti, Angelo: La scenografia: a propositio di un recente libro
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0511

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ARTE DECORATIVA

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non giungono mai a destare una larva di sensazione
in coloro che non videro i portenti narrati. Perciò
È . ... : - m.iMi'ji i j . la fama delle scene e degli scenografi dura presso

J1 ; 3 I gH uomini tutt’al più finché i testimoni vivono e

soltanto presso costoro: una visione di pochi mi-
nuti, salutata da un applauso che continua quanto la visione stessa, non vale
a segnare profondamente il duro granito della gloria.

E triste davvero, ma inevitabile, che le cause d’impressioni sì vive, sincere
ed universali debbano sparire dopo poche settimane; tanto più triste perchè
la scenografia è l’arte che richiede l’assoluta universalità delle attitudini. Lo
scenografo deve avere piena conoscenza della prospettiva, che è il mezzo
grafico fondamentale, deve possedere la cognizione deH’architettura d’ogni
tempo e d’ogni paese, essere decoratore nel senso più ampio e pittore senza
restrizioni per qualsivoglia effetto, e finalmente essere animato da fantasia
varia, briosa, erudita, bizzarra.

Bensì tante qualità, che prese ad una ad una bastano per dare pregio
ad un artista, si riuniscono talvolta in un solo individuo in modo
tumultuario ed embrionale; talvolta la pratica e la fantasia con-
ducono più lungi della buona teorica e dell’erudizione. Ma è vero
ancora che, sia pure in misura scarsa, le varie qualità indicate
debbono riunirsi negli scenografi, i quali meri-
terebbero, specialmente i più valenti e completi,
una durevolezza di fama assai maggiore di quella
loro concessa, tanto più che spesso la sola de-
scrizione degli artifici tecnici vale ad illuminare
i nuovi cultori di quest’arte, splendida ed effi-
mera insieme.

Frattanto la storia dell’arte, la quale non può trascurare alcuna espressione artistica, ha
atteso lungamente un illustratore della scenografia e degli scenografi.

Più che l’ampiezza dell’argomento, l’incertezza di rintracciare i documenti all’uopo deve
avere rattenuto fino ad oggi gli studiosi; e più ancora la difficoltà di conciliare in un solo
individuo la paziente ed ordinata indole dello storiografo e la cognizione tecnica dell’argo-
mento da svolgere. Pertanto la bibliografia artistica e gli artisti dell’ Italia debbono accogliere
lietamente il volume testé aggiunto alla collezione dei Manuali Hoepli dal prof. Giulio Ferrari
sotto il titolo: La Scenografia.

Mi permetta pertanto l’autore di spigolare ampiamente tra le ricerche sue, così da ottenere
una raccolta di notizie e dare, al tempo stesso, conto del libro.

L’opera si compone di 316 pagine di testo, 16 incisioni intercalate e 108 tavole, che
riproducono altrettante composizioni scenografiche, tratte da disegni in parte inediti, da stampe,
da quadri, da bozzetti appartenenti a vari tempi. Altre 58 tavole compongono l’Appendice,
così da avere un complesso di 182 illustrazioni.

Nel primo dei sette capitoli in cui l’argomento è svolto, l’esame incomincia dal primo
embrione del teatro greco, analizzato nella struttura, ne’ scenari, nelle macchine per le appa-
rizioni; indi passa al teatro romano e ne rileva le derivazioni, i caratteri propri, le scene
mobili e fisse, i mezzi usati per ottenere gli effetti teatrali, primitivi sì, ma non per ciò
meno accetti, perchè il pubblico era assorbito nell’acquiescenza convenzionale che cooperava
all’intelligenza delle rappresentazioni. Yitruvio, Virgilio, Polluce sono stati interrogati per
l’indagine positiva e per le congetture; l’ultimo autore in particolare ha fornito la nomen-
clatura tecnica con la quale rintracciare nell’antico l’origine delle parti e delle costumanze
moderne, e ne risulta una nuova disamina di quanto fecero il Puchstein e lo Strack per
tentare le ricostruzioni ideali dei teatri di Epidauro, di Segeste, di Pompei.

Modellino (disegno acquerellato) per Principale
Proprietà della R. Accademia di belle arti in Bologna
 
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