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GIUSEPPE FIOCCO
possediamo di questo bolognese, seguace pedis-
sequo del padre, e alle notizie che abbiamo di
Giacomo, che non lo dimostrano nè povero, nè
randagio. Peggio ancora il Molmier, il quale non
solo accolse di peso l'opinione del Gonse, ma ne
fece peggiore uso, studiando le placchette; poiché
il termine commiserativo di peregrino, simile a
quello di pictor vagabundus che amò darsi Dario da
Treviso, discepolo dello Squarcione, divenne per
lui nome proprio, e gli fece affibbiare [certi piccoli
pria fortuna. Roma forse non lo vide più e non de-
vono certo spettare a lui le notizie del 1542 e 1545
che il Bertolotti riferisce a un m° Jacopo da Bolo-
gna, tanto più che si leggono in un Registro per fab-
briche; quello del Commissario Jacopo Melenghino.
Nè lo stesso istromento del i° ottobre 1516,
che parla di un prestito di cento scudi fatto a
« Jacobo de Runpare bononiensis pictor », per le
inspiegabili differenze del cognome, si deve, come
abbiam visto, riferire al Ripanda.
Fig. 20 — Siena - Pinacoteca, Ger. Genga : Riscatto di prigionieri (Affrescò),
bronzi, firmati: 0 Percgiinus I. F. P. » a Jacobus Ci converrà quindi restar fedeli al Mancini, che
Francia Peregrinus!. limita l'attività di m° Jacopo fra gli anni 1400
Fantasticherie, ma che fecero la loro strada ed e 1530, c ritenere con lui, col Yolaterrano e con
ancor oggi non sono state rimandate, come dove- l'Oretti, che il tempo della, massima fioritura di
vano, nel regno delle favole. E lo stesso autore del questo dimenticato bolognese fosse il primo decen-
Catalogo dei Disegni di Lilla, pur mettendo innanzi nio del cinquecento.
il nome del Genga, di gran lunga il più ragionevole Messi sulla buona via, potranno gli studiosi ag-
fra quanti erano stati proposti, lo fece cosi timi- giungere notizie e opere, se non a gloria a prova
damente da descrivere l'intero quadernetto sotto dell'attività multiforme e copiosa del maestro
quello del Raibolini. emiliano, finora lasciato dormire fra le pallide me-
Ciò che tanto potentemente contraddice le opi- morie di qualche libro ; basterà ad ogni modo quel
nioni del Gonse, del Molinier e del Pluchart, con- tanto che se ne è potuto dir qui a chiarire la grande
viene invece al povero Jacopo Ripanda, che nel e instabile fortuna ch'egli ebbe, superiore ad
1516, cioè dopo che la sua fama a Roma era tra- ogni suo merito, e la sua grande attività, non priva
montata in modo precipitoso, doveva aver cercato d'interesse per chi vorrà conoscere meglio Bai-
ambienti meno pericolosi alla sua modesta attività, dassare Peruzzi, con cui veniva vanamente con-
Tutto il resto della vita del Ripanda ci è ignoto; fuso e studiare più a fondo gl'inizi de! periodo ro-
oscurità naturale per un artista che già vivo aveva mano di Marcantonio.
potuto assistere al tramonto miserevole della prò- Giuseppe Fiocco
GIUSEPPE FIOCCO
possediamo di questo bolognese, seguace pedis-
sequo del padre, e alle notizie che abbiamo di
Giacomo, che non lo dimostrano nè povero, nè
randagio. Peggio ancora il Molmier, il quale non
solo accolse di peso l'opinione del Gonse, ma ne
fece peggiore uso, studiando le placchette; poiché
il termine commiserativo di peregrino, simile a
quello di pictor vagabundus che amò darsi Dario da
Treviso, discepolo dello Squarcione, divenne per
lui nome proprio, e gli fece affibbiare [certi piccoli
pria fortuna. Roma forse non lo vide più e non de-
vono certo spettare a lui le notizie del 1542 e 1545
che il Bertolotti riferisce a un m° Jacopo da Bolo-
gna, tanto più che si leggono in un Registro per fab-
briche; quello del Commissario Jacopo Melenghino.
Nè lo stesso istromento del i° ottobre 1516,
che parla di un prestito di cento scudi fatto a
« Jacobo de Runpare bononiensis pictor », per le
inspiegabili differenze del cognome, si deve, come
abbiam visto, riferire al Ripanda.
Fig. 20 — Siena - Pinacoteca, Ger. Genga : Riscatto di prigionieri (Affrescò),
bronzi, firmati: 0 Percgiinus I. F. P. » a Jacobus Ci converrà quindi restar fedeli al Mancini, che
Francia Peregrinus!. limita l'attività di m° Jacopo fra gli anni 1400
Fantasticherie, ma che fecero la loro strada ed e 1530, c ritenere con lui, col Yolaterrano e con
ancor oggi non sono state rimandate, come dove- l'Oretti, che il tempo della, massima fioritura di
vano, nel regno delle favole. E lo stesso autore del questo dimenticato bolognese fosse il primo decen-
Catalogo dei Disegni di Lilla, pur mettendo innanzi nio del cinquecento.
il nome del Genga, di gran lunga il più ragionevole Messi sulla buona via, potranno gli studiosi ag-
fra quanti erano stati proposti, lo fece cosi timi- giungere notizie e opere, se non a gloria a prova
damente da descrivere l'intero quadernetto sotto dell'attività multiforme e copiosa del maestro
quello del Raibolini. emiliano, finora lasciato dormire fra le pallide me-
Ciò che tanto potentemente contraddice le opi- morie di qualche libro ; basterà ad ogni modo quel
nioni del Gonse, del Molinier e del Pluchart, con- tanto che se ne è potuto dir qui a chiarire la grande
viene invece al povero Jacopo Ripanda, che nel e instabile fortuna ch'egli ebbe, superiore ad
1516, cioè dopo che la sua fama a Roma era tra- ogni suo merito, e la sua grande attività, non priva
montata in modo precipitoso, doveva aver cercato d'interesse per chi vorrà conoscere meglio Bai-
ambienti meno pericolosi alla sua modesta attività, dassare Peruzzi, con cui veniva vanamente con-
Tutto il resto della vita del Ripanda ci è ignoto; fuso e studiare più a fondo gl'inizi de! periodo ro-
oscurità naturale per un artista che già vivo aveva mano di Marcantonio.
potuto assistere al tramonto miserevole della prò- Giuseppe Fiocco