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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 4
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Venturi, Adolfo: Busto ignoto di Francesco Laurana
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0296

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BUSTO IGNOTO DI FRANCESCO LAURANA

Nel Museo di Aix in Provenza, tra oggetti antichi, dalla vetrina stessa ov'è la ma-
schera funebre, opera del massimo scultore dalmata, guarda, con grandi occhi velati
una testa di bimbo, sotto il titolo di « Nerone fanciullo », creata non in tempo romano,
ma durante il più puro Quattrocento nostro, da Francesco Laurana (fig. i). Ondula la
massa soave delle guance, carezzate, nei solchi sfuggenti, da ombre lievi che danno vel-
luti di bruma allo sguardo vago; le carni grasse, serbando infantile tenerezza di tessuti,
di limiti semifluidi, sempre obbediscono al gioco del puro costruttore, che equilibra, con
inesorabile legge di compenso, il rapporto fra i tenui scavi e le rotondità vaporose, e si
delizia a rilevare, nitido guscio di conchiglia, l'orecchio dalla massa del capo, a staccare
con una piega il lino della tunica dalla rotondità sbocciante del petto, a modellare, per
mezzo di flessibili ciocche uncinate, lo scavo delle tempie, lo sporger della nuca.

Nò il busto di Beatrice, tesoro del Museo Federico a Berlino, fasciato di rasi tra-
punti, nò i più ammirevoli tra i rilievi della palermitana cappella Mastropaolo, dove
teste di seta sbocciano entro il cuore di fiori serici, superano in raffinatezza di superficie
carezzevoli e morbide l'opera del Museo di Aix. Nastri di alghe si aggirano sulla immota
testa del putto increspandosi a un brivido lieve; le ondulazioni che l'orlo della tunica
descrive intorno alle spalle tornite, son così impercettibili bilanciate e torpide come nel
monile cingente il collo dell'immortale busto Bardini; lineamenti ed occhi emergono e
rientrano leggermente dal volume totale del capo, sfiorati appena dall'ombra diafana e
soffice per tenue profondità; s'inarcano con incomparabile delicatezza, nel loro invo-
lucro serico, le meravigliose labbra infantili, tra le quali sembra arrestarsi il respiro al
sopraggiunger del sogno.

Adolfo Venturi.
 
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