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LUCIA LOPRESTI
ligente sensibilità;Jma pure per quanto le sue doti di interprete artistico sieno scarse,
nessun pittore lo lascia tanto freddo e indifferente come Pasquale Cati: « ...Così nelle
opere come nel disegno mostrò durezza e fatica... », ecco il giudizio che agli occhi del
biografo sembra meritare il decoratore della cappella di Marco Scitico.
Più tardi altri lo nominarono fugacemente, quasi per dovere di cronisti; fra essi
il Lanzi scorrendo le vicende dell'Accademia romana col suo consueto forzato sintetismo
trasvolante, confina il Nostro tra gli ultimi e più trascurabili seguaci del Cesari e trova
Fig. i — Pasquale Cati : Particolare della decorazione in S. M. in Trastevere.
(Fot. del Ministero della Pubb. Istruzione).
modo di dedicargli queste parole tanto volutamente pregne di benignità annoiata: «... infa-
ticabile pratico, benché alquanto stentato ».
Ora questi apprezzamenti paiono troppo severi ed ingiusti a chi ha visitato la cappella
Altemps; troppo severi anche se formulati da contemporanei, troppo ingiusti anche se
pensati da un critico ottuso e limitato. Ci si dice allora: ma Cati non ha soltanto lavo-
rato in S. Maria in Trastevere; e si vanno a ricercare le poche cose che di lui restano
a Roma.
* * *
Ed eccoci a S. Lorenzorin Panisperna, dove, nella facciata, sopra l'aitar maggiore,
Pasquale Cati rappresentò in affresco il martirio del santo.
Confessiamolo subito: se avessimo visto per prima questa laboriosa pittura non
avremmo mai provato il desiderio di occuparci dell'autor suo: poiché veramente anche un
occhio preparato alla più amorevole benevolenza non può essere garantito, davanti a
questo affresco, da una sgradevole impressione.
Infatti questo enorme quadro così scucito nei faticosi avvolgimenti di un rigonfia-
mento formale senza scopo, così goffo nelle annodature di un ritmo plastico non rag-
LUCIA LOPRESTI
ligente sensibilità;Jma pure per quanto le sue doti di interprete artistico sieno scarse,
nessun pittore lo lascia tanto freddo e indifferente come Pasquale Cati: « ...Così nelle
opere come nel disegno mostrò durezza e fatica... », ecco il giudizio che agli occhi del
biografo sembra meritare il decoratore della cappella di Marco Scitico.
Più tardi altri lo nominarono fugacemente, quasi per dovere di cronisti; fra essi
il Lanzi scorrendo le vicende dell'Accademia romana col suo consueto forzato sintetismo
trasvolante, confina il Nostro tra gli ultimi e più trascurabili seguaci del Cesari e trova
Fig. i — Pasquale Cati : Particolare della decorazione in S. M. in Trastevere.
(Fot. del Ministero della Pubb. Istruzione).
modo di dedicargli queste parole tanto volutamente pregne di benignità annoiata: «... infa-
ticabile pratico, benché alquanto stentato ».
Ora questi apprezzamenti paiono troppo severi ed ingiusti a chi ha visitato la cappella
Altemps; troppo severi anche se formulati da contemporanei, troppo ingiusti anche se
pensati da un critico ottuso e limitato. Ci si dice allora: ma Cati non ha soltanto lavo-
rato in S. Maria in Trastevere; e si vanno a ricercare le poche cose che di lui restano
a Roma.
* * *
Ed eccoci a S. Lorenzorin Panisperna, dove, nella facciata, sopra l'aitar maggiore,
Pasquale Cati rappresentò in affresco il martirio del santo.
Confessiamolo subito: se avessimo visto per prima questa laboriosa pittura non
avremmo mai provato il desiderio di occuparci dell'autor suo: poiché veramente anche un
occhio preparato alla più amorevole benevolenza non può essere garantito, davanti a
questo affresco, da una sgradevole impressione.
Infatti questo enorme quadro così scucito nei faticosi avvolgimenti di un rigonfia-
mento formale senza scopo, così goffo nelle annodature di un ritmo plastico non rag-