IL CROMATISMO DI PAOLO VERONESE
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fonda dei temperamenti, quale ci è presentata nel
rapporto di Fra Marco De Medici) e il grande auto-
didatta profugo, del quale è ozioso discutere se
fosse o no il Paulo garzono dell'anagrafe di S. Ce-
cilia, quando i rapporti fra i due pittori sono scritti
nei caratteri indelebili della loro arte. Toccò al
struttura, compensato da sì corretta rappresenta-
zione fantastica.
Non è più il giovanile colore zonale, dove l'om-
bra di Giorgione si condensava in toppe opache di
bruno d'oro. Stemperando le zone grasse e vivide
in tocchi piumosi e le ombre in umidi bagliori di
Fig. 2 — A. Badile : La Madonna, detta di Piazza dei Signori.
Verona, Museo Civico.
Badile l'ingenuo ufficio di trasmettere lo stile indi-
geno d'uno in altro Paolo, traverso il judicium del
confronto con Tiziano. Vale la pena dì vedere come
e perchè vi riuscisse.
Ricordate com'è dipinta la testa centrale del-
l' Assunta tizianesca nel Duomo di Verona; quel
volgere cardato del tocco, messo con pennello largo,
di lunghe setole, a colori mischiati appena sulla ta-
volozza, per modo che le tinte elementari ricom-
paiono in onde filiformi; quei neutri dolcissimi, che
ombrano e non pesano; quell'affrancarsi da ogni
fondo marino, Tiziano tenta di raggiungere con il
colore la vibrazione molecolare che Leonardo ot-
tiene con lo sfumato. Ancora un poco, e il colore
sgranato a rivestire di riflessi la stanchezza dram-
matica delle imagini intonerà con la Deposizione
di Venezia il suo cupio dissolvi.
Quando la gioia inebria il cuore del violino,
l'arco saltella per terze e per quinte, e tanto più
ampio si fa l'intervallo, quanto più la gioia è leg-
gera. Per amore di lievità, larghi intervalli di
tono compiono in questo periodo dell'arte tizia-
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fonda dei temperamenti, quale ci è presentata nel
rapporto di Fra Marco De Medici) e il grande auto-
didatta profugo, del quale è ozioso discutere se
fosse o no il Paulo garzono dell'anagrafe di S. Ce-
cilia, quando i rapporti fra i due pittori sono scritti
nei caratteri indelebili della loro arte. Toccò al
struttura, compensato da sì corretta rappresenta-
zione fantastica.
Non è più il giovanile colore zonale, dove l'om-
bra di Giorgione si condensava in toppe opache di
bruno d'oro. Stemperando le zone grasse e vivide
in tocchi piumosi e le ombre in umidi bagliori di
Fig. 2 — A. Badile : La Madonna, detta di Piazza dei Signori.
Verona, Museo Civico.
Badile l'ingenuo ufficio di trasmettere lo stile indi-
geno d'uno in altro Paolo, traverso il judicium del
confronto con Tiziano. Vale la pena dì vedere come
e perchè vi riuscisse.
Ricordate com'è dipinta la testa centrale del-
l' Assunta tizianesca nel Duomo di Verona; quel
volgere cardato del tocco, messo con pennello largo,
di lunghe setole, a colori mischiati appena sulla ta-
volozza, per modo che le tinte elementari ricom-
paiono in onde filiformi; quei neutri dolcissimi, che
ombrano e non pesano; quell'affrancarsi da ogni
fondo marino, Tiziano tenta di raggiungere con il
colore la vibrazione molecolare che Leonardo ot-
tiene con lo sfumato. Ancora un poco, e il colore
sgranato a rivestire di riflessi la stanchezza dram-
matica delle imagini intonerà con la Deposizione
di Venezia il suo cupio dissolvi.
Quando la gioia inebria il cuore del violino,
l'arco saltella per terze e per quinte, e tanto più
ampio si fa l'intervallo, quanto più la gioia è leg-
gera. Per amore di lievità, larghi intervalli di
tono compiono in questo periodo dell'arte tizia-