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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 2
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D'Ancona, Paolo: Un codice dell'Acerba di Cecco d'Ascoli illustrato da un ignoto lombardo del sec. XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0150

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P. D'ANCONA

(fig. 2) con altri paesaggi di miniature lombarde, ove del pari compaiono quei grossi
alberelli carichi di frutti tondeggianti, mentre la iena che fiuta il cadavere (fig. 6) e i
cani della scena raffigurante la Nobiltà (fig. 4) sembrano studiati con lo stesso finissimo
senso della natura con cui studiava gli animali Giovannino de' Grassi o quel suo ignoto
seguace che lasciò documento dell'opera propria in un prezioso libretto della Galleria
Nazionale di Roma.

Per quanto tali rispondenze sieno evidenti, non per questo dobbiamo esagerare la
importanza del nostro anonimo illustratore, il quale va considerato per quello che vale,
cioè come un ritardatario che manteneva in vigore in pieno Quattrocento metodi e

forme già da un pezzo andati in disuso. Qualora il codice non fosse chiaramente datato
lo diremmo senza fallo di una cinquantina d'anni anteriore, e questo dimostra che nel
nostro artista è divenuta maniera ciò che nei maestri che gli furono di modello era li-
bera inventiva, e che quello stesso sentimento della natura che a prima vista sembra
contraddistinguerlo non era a lui peculiare, ma gli derivava attraverso uno studio attento
delle osservazioni preziose dal vero fatte da coloro che l'avevano preceduto.

Dato l'anno della esecuzione del codice e la sua origine lombarda vorremmo infine
poter formulare l'ipotesi ch'esso sia proprio l'esemplare dell' Acerba ch'ebbe fra mano
e di cui si valse Leonardo per certe sue note sulla vita, le abitudini e le proprietà degli
animali, che dovevano probabilmente servire o a fornirgli elementi per qualche figura-
zione simbolica o a suggerirgli allegorie e favole da introdurre negli scritti e nei discorsi.1
In questo caso il codicetto berlinese acquisterebbe per noi un valore che sarebbe non
soltanto d'arte.

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W\g. 6 — La iena che fiuta il cadavere nell'At erba (c. 48 ").

P. D'Ancona.

1 G, Calvi, // ms. H. di Leonardo da Vinci, il « Fiore di Virtù» e « L'Acerba » di Cecco d'Ascoli,
in Arch. star. Lombardo, s. Ili, voi. X (1898), p. 73.
 
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