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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 3
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Montalto, Lina: Il passaggio di Mattia Preti a Napoli, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0237

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IL PASSAGGIO DI MATTIA PRETI A NAPOLI

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cerchio della irradiazione luminosa ha poca vita il mostro che indietro arrovesciato allarga
le braccia con mimica di spavento, creando, con tal gesto, una linea verticale contrap-
posta alla grave, lunga, marmorea figura del Cristo: bella statua appena molleggiante

Fig. 16 ■— Cristo e Satana. Napoli, Museo Nazionale.

sul piè squisitamente modellato, tutta pallida nella livida luce del Preti che qui assume
un valore altamente romantico.1 E, nonché il volto, fin le vesti acquistan spessore di
pietra sculta: ne' labbri della tunica aperta sul petto, nel lembo delle vesti giù raccolte
arcaisticamente a riccioli.

1 Non è il solo Cristo del Preti che abbia una
sì grande potenza espressiva: ricordo i due di Pa-
lermo (Museo Nazionale) e quello di Chantilly
(Museo Condé) e quelli di Milano (R. Pinacoteca).
Due rappresentazioni diverse del Cristo sono a
Napoli nella collezione Ferrara: di esse parlerò
più avanti. Una piccola tela raffigurante il Cristo
cinto di spine, sino a mezzo busto, è nella colle-
zione Ierace: più banale per la copia de' soliti par-
ticolari, colpisce tuttavia per l'appassionato giuoco
del pennello, che con potenza riberiana ne ha co-

struito il volto mestissimo, con gli occhi socchiusi
arrossati. I Cristi su accennati sono minutamente
descritti dal De Dominici, come appartenenti al
periodo napoletano: si trovavano infatti in col-
lezioni private. È da aggiungere a questi anche
VIncredulità di S. Tommaso, ora passata a Dresda
(Galleria germanica). Cfr. pel rinvenimento delle
tele pretiane il completo Catalogo del Mitidieri,
in appendice a Mattia Preti, detto il Cavalier Ca-
labrese, nell'Arie, a. XVI, f. VI.
 
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