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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 4
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Pittaluga, Mary: Notizie sul Tintoretto della parrocchiale d'Alzano presso Bergamo
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0269

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NOTIZIE SUL TINTORETTO DELLA PARROCCHIALE D'ALZANO 243

dopo aver ben veduto e ben pensato, non prende abbagli: con la sua bella chiarezza
pone nella stanza terrena della Scuola « la tavola di mano del Tintoretto, con Maria in
aria con angeli e cherubini: e a basso San Christoforo, con nostro Signore Bambino in
ispalla, e un ritratto: opera esquisita... » e soggiunge: « Tutto il resto del giro, che sono
quadri numero dodici, continuano la vita del Santo... tutti sono di mano di Domenico Tin-
toretto ».r

Ecco: l'esser la tela posta in ambiente decorato da Domenico, fece supporre al Ri-
dolfi che, anche quella, di Domenico fosse opera. (Per questa stessa ragione, un più antico
scrittore, il Borghini. dando l'elenco schematico, ma sufficientemente esatto delle opere
del Tintoretto, finite prima del 1584 —- anno in cui il Riposo fu pubblicato —- non ri-

Fig. 2 — Tintoretto: L'Assunzione nella Scuola di S. Rocco.
(Fot. Anderson).

corda di Iacopo, ai Mercanti, che un'Assunta: ed essa era in altre sale, al piano supe-
riore: al pian terreno, ritenuto regno di Domenico, niente!). Poiché, d'altra parte, non
poteva sfuggire all'occhio del Ridolfi il contrasto di valore fra quello e gli altri circo-
stanti quadri, tentò persuadere se stesso prima, e poi i lettori, che, se le molte pitture del
luogo, di Domenico, erano <> di diversa maniera », ossia non della maniera del padre, alla
quale (oh, sì!) si sarebbe dovuta la Madonna di S. Cristoforo, ciò era perchè Domenico
sdegnò « di continuare l'intrapreso sentiero » dell'imitazione paterna.

Ma, opponeva lo Zanetti, insolitamente polemizzante col Ridolfi, ma simile cambia-
mento nell'arte del figlio non vi fu mai! « Seguitò sempre lo stile del Padre quanto seppe e
potè, alterandolo in qualche sorte col lasciarsi trasportare dalla setta dei manieristi... »;2
e, se si lasciò « trasportare », fu soltanto perchè non aveva il genio di Iacopo da opporre!
Forte nel sentirsi puro, l'autore della Pittura veneziana insiste altrove: « Il Ridolfi la ri-
pone fra le opere di Domenico. È difficile credere che ciò sia vero ». 3

Dopo di che la paternità vera fu proclamata ancor nel Settecento: il Forestiero illu-
minato, di solito così laconico, specifica in questo caso, forse pour cause: « nella Sala ter-

1 Le miniere delle pittura veneziana, Venezia,
1664, p. 449.

7 Della pittura veneziana, Venezia, 1771, pag. 256
1 Pitti venez., p. 160, in nota.
 
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