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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 4
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Sestieri, Ettore: Cenni sullo svolgimento dell'arte di Bernardo Cavallino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0276

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ETTORE SESTIERI

eappella a destra dove alcuni putti son tagliati da
piani di luce così intensamente caravaggeschi da
riportarci ai suoi primi tempi, vediamo ciò che
Stanzioni ha lasciato nella cappella di S. Bruno.
Oltre il quadro d'altare, le lunette e i riquadri in-
teressa in modo speciale un pennacchio nel quale è
ricordato un Miracolo del Santo, (fig. 2). V'è qui
un equilibrio cromatico, tende distese a gran pie-
ghe, mani giunte, la materia delle coltri che diventa
morbida e cedevole per quanto può comportare un

Del 16381 è la Pietà sulla porta (fig. 3), ossia del
tempo in cui con tutta probabilità, a meno che non
si voglia prestar fede al De Dominici, Cavallino
alla scuola stessa di Stanzioni « s'istruiva nel na-
turale, s'ammaestrava nella prospettiva e s'appli-
cava alla lettura di buoni libri e di antiche fa-
vole ». Le connessioni della Pietà con l'opera di
Cavallino sono molte. E del resto con lo scalpore
che suscitò quando fu esposta non poteva lasciare
indifferente il giovine allievo attento e premuroso.

Fig. 5 — Bernardo Cavallino: S. Sebastiano. Lovere, Pinacoteca.

affresco, e il raccoglimento della scena in un am-
biente di casa così semplice e linda — par quasi
che una buona massaia abbia fatto ordine e steso il
tappeto sul tavolo per l'arrivo del santo — che il
richiamo a Cavallino non potrebbe essere più evi-
dente. Mancano quegli artifici di chiaro scuro e
quegli sbattimenti di lume cari al nostro pittore,
ma certo non sarebbe stata da lui raccontata con
maggiore ingenuità questa fiaba della miracolosa
guarigione operata da S. Bruno, la quale era stata
già dipinta quando Cavallino, per la prima volta,
pose mano ai pennelli.1

1 In un documento riprodotto da N. F. Faraglia in uno
studio sugli Artisti che lavorarono nella Certosa di S. Mar-

Senza fatica ritroviamo il ricordo di questa compo-
sizione serrata e isolata dinanzi a un fondo di pae-
saggio, con predominio assoluto della plastica lu-
minosa, anche in opere avanzate di Bernardo.2

tino {Archivio storico per le Provincie napoletane, XVII,
pag. 666), si legge: «Nota de tutti li denari ricevuti dal
sig. Cavaliere Massimo. A 5 di ottobre del 1637 ha ricevuti
ducati 5 a complimento di ducati 2000 per la cappella pit-
tata di S. Bruno ». Il quadro d'altare è inoltre datato col
1631 e quindi la decorazione della cappella fu certo comin-
ciata, e forse compiuta, anche prima del 1637.

1 N. F. Faraglia, art. cit., pag. 666.

2 Queste qualità risultano meglio nel bozzetto, superiore
al quadro per forza di bianchi e squadri di luce, già in ven-
 
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