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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 134 (Gennaio 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0083
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— 73 —

fascetto delle sei spighe, quasi per essere da più nu-
che in queslo particolare , come provincia riserbata
ad uomini consolali ; e come ad imitazione del di-
stintivo de' sei fasci e littori, propri] dei presidi del-
le provincie senatorie , mentre che cinque soli ne
competevano a quelli delle provincie Cesaree ( cf.
Bull, archeol. 1852 p. 174-175 : Annali arch. t.
XXV p. 217 ).

Il medaglione col fascelto delle quattro spighe fram-
mezzate da un capo di papavero panni senza meno da
attribuire ad Elaea dell'Eolide , nelle cui monete ri-
corre quel tipo identico sotto Adriano (Mionnet De-
scr. n. 100). Le monete di Elea sì autonome co-
me imperiali presentano per la più parte la spiga
congiunta al papavero ; e in una di Sabina quella
Augusta sembra rappresentata in sembianza di Pro-
serpina emergente dal suolo , e tenente delle spighe
nell'una e nell'altra mano ( Mion. Sup. n. 201 coli.
n. 206 ).

Il simulacro di Diana Efesia, a parere del ch.Pin-
der, comparirebbe in forme molto svariate sopra i
medaglioni Asiatici di Adriano ; ma parai che la
dea, qualora non vi sia apposta la scritta DIANA
EPHESIA , possa reputarsi diversa dall' Efesia, e
prendere altre denominazioni. La Diana simile al-
l' Efesia coi suoi sostegni e cervi da lato , senz'altra
epigrafe che COS IH ( tav. n. 5 ), dir polrebbesi
Diana Ciarla o Colophonia, che nelle monete di Co-
lofone trovasi rappresentata per simile modo ■xoku-
M-ctCTos cum adminiculis et cervis, e talora è portata in
palma di mano dal suo germano Apollo Clario (Eckbel
II, 512: Streber nurn.mus. reg.Bavar. p.213-214).
11 simulacro di Diana stoìala luluìata stante con pa-
tera nella d. con arco nella s. e con cervo respicìenle
da lato (tav. V, 9) parrai più verisimilmenteDiana
Pythia o sia Milesia , che simile ricorre in monete
di Mileto impresse sotto Adriano ( v. Lenormant ,
nouv. Gal. mythol. pi. XLV1I.8 p. 141 ), e che nel-
le iscrizioni di Mileto stessa vien delta APTEMlS
nT0IH(C. /. Gr. 2885 6, c, voi. II p. 1120-
1121 ).

La Diana tutulala succinta stante con patera nel-
la d. e con lunga face nella s. ed avente da lato il suo

cervo respiciente (tav. V, 10) dir potrebbesi Diana
Abydena (cf. Mionnet Descr. Troad. n. 41), ovvero
DIANA ELAEEA, cioè di Elaea Aeolidis(Mion. Sup.
n. 214).

L'Apollo slolalo stante col plettro nella d. abbas-
sata e con la lira nella s. ( tav. VII, 14), che dal eh.
Pinder vien detto Apollo Aclius, parmi più verisimil-
mente Apollo Clarius o sia Colophonius , che nello
stesso vestire e atteggiamento ricorre nelle monete sì
autonome come imperiali di Colofone (EckhelII,
511-512). 11 suo oracolo fu cotanto celebre, che
Germanico relegit Asiam, adpellilque Colophona , ut
Ciarli Apollinis oraculo uleretur (Tacit. Annoi. II 54
cf. XII, 22 ) -, e gli è mollo probabile che lo consul-
tasse anche il superstizioso Adriano (Spart. c. 16).

In altro medaglione Asiatico di Adriano vedesi
una figura stolala stante con corvo nella d. protesa e
con ramo d' alloro nella s. ( tav. Vili, 12 ). II eh.
Pinder stette per ravvisarvi Apollo Patareo (cf.Mion-
net. Descr. 111,441); ma, in riguardo alle sem-
bianze femminili della figura , vi ravvisò dubbioso
la Sibilla Eritrea. Io amerei meglio di reputarlo
Apollo fatidico, che doveva avere culto speciale nel-
la Lidia e nella Frigia ; poiché nelle monete di Sar-
di ricorre assai di frequente una figura virile ignuda
stante con augello nella d. e con ramo nella s. ( Mion.
Descr. n. 643-650 ) , la quale talora, invece del ra-
muscello, ha nella s. Y arco o la lira, ed altre volle
appare slolala (Mion.Laod. Phryg. Descr. n.685, Sup.
a. 412, 430: cf.Cavedoni Spicil.num. p. 223). Essa
s'incontra anche in monete di Docimeo (Mion. De-
scr. n. 512 ) e di Magnesia al Sipilo (Seslini, mus.
Font. part. Ili tav. VI, 8 ). L'essere poi la figura
ora vestita , ed ora ignuda , non fa difficoltà ; poi-
ché anche Giove Labi aundo in altri di questi meda-
glioni ( tav. VII ,2,3) comparisce ora vestilo ed
ora ignudo. La ragione poi del corvo posato in sul-
la d. del nume si ha da Cicerone ( de Divinai. I ,
41: de Legib. II, 13), che ne attesta, come i Fri-
gii avium significalionibus plurimum obtemperant ,
augurium relinent. E forse a questo riguardo l'A-
S1A nelle monete geografiche di Adriano tiene
nella d. il lituo augurale ( v. queslo Bullett. anno
 
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