sulla piazza di s. Crisogono nel Trastevere
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non sarebbe integro, e la parte superiore, o secondo ordine della
costruzione sarebbe minato, o stato distrutto, asportandone i ma-
teriali serviti poi ad altri usi fin dall'epoca imperiale, in cui il
medesimo viadotto, prima forse coperto, fu scoperto, e servì agli
usi di strada ordinaria, restando solamente intatte le arcate di base.
Conseguenza di una simile vicenda e distruzione parziale
può essere stato benissimo il fatto, da me rilevato, che le crepi-
dini, o margini stradali, sono incavate negli stessi massi del fa-
scione superiore alle arcate del viadotto, il che forse non si ve-
rificò nella costruzione originaria della importante strada.
La fedeltà nella riproduzione degli avanzi della costruzione
mi obbliga inoltre a far rilevare l'auomalia, che si ravvisa nella
sua seziono trasversale, ove il margine stradale è ricavato, per
vero dire, da un solo lato nei massi componenti il fascione di
coronamento. Dall' altro lato quei massi conservano la loro in-
tegrità.
Un fatto, che certamente deve avere una spiegazione, non
può forse venire in appoggio a quest'ultima ipotesi, sulla natura
e lo scopo della costruzione, come sulla sua parziale distruzione,
od altre vicende cui sarà andato soggetto?
Comunque sia, questo certo si è, che la solidità della costru-
zione consentirebbe per se stessa ad ammettere una tal conget-
tura ; e che tutti i caratteri che essa presenta, in specie la qua-
lità della pietra adoperata, la semplicità ed arte della sua strut-
tura, converrebbero alle costruzioni dell'epoca serviana.
Ma se pure non vogliasi far risalire tale costruzione all'e-
poca serviana, egli è certo che appartiene ai migliori tempi della
repubblica romana. Ed io son d'avviso, che dessa fu contemporanea,
ovvero seguì di pochi anni, la costruzione del ponte Palatino.
D. Marchetti.
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non sarebbe integro, e la parte superiore, o secondo ordine della
costruzione sarebbe minato, o stato distrutto, asportandone i ma-
teriali serviti poi ad altri usi fin dall'epoca imperiale, in cui il
medesimo viadotto, prima forse coperto, fu scoperto, e servì agli
usi di strada ordinaria, restando solamente intatte le arcate di base.
Conseguenza di una simile vicenda e distruzione parziale
può essere stato benissimo il fatto, da me rilevato, che le crepi-
dini, o margini stradali, sono incavate negli stessi massi del fa-
scione superiore alle arcate del viadotto, il che forse non si ve-
rificò nella costruzione originaria della importante strada.
La fedeltà nella riproduzione degli avanzi della costruzione
mi obbliga inoltre a far rilevare l'auomalia, che si ravvisa nella
sua seziono trasversale, ove il margine stradale è ricavato, per
vero dire, da un solo lato nei massi componenti il fascione di
coronamento. Dall' altro lato quei massi conservano la loro in-
tegrità.
Un fatto, che certamente deve avere una spiegazione, non
può forse venire in appoggio a quest'ultima ipotesi, sulla natura
e lo scopo della costruzione, come sulla sua parziale distruzione,
od altre vicende cui sarà andato soggetto?
Comunque sia, questo certo si è, che la solidità della costru-
zione consentirebbe per se stessa ad ammettere una tal conget-
tura ; e che tutti i caratteri che essa presenta, in specie la qua-
lità della pietra adoperata, la semplicità ed arte della sua strut-
tura, converrebbero alle costruzioni dell'epoca serviana.
Ma se pure non vogliasi far risalire tale costruzione all'e-
poca serviana, egli è certo che appartiene ai migliori tempi della
repubblica romana. Ed io son d'avviso, che dessa fu contemporanea,
ovvero seguì di pochi anni, la costruzione del ponte Palatino.
D. Marchetti.