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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 18.1890

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Cantarelli, Luigi: La serie dei vicarii urbis Romae, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13632#0090

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La serie dei oicarii urbis Romae

III, 436) disputa a lungo sulla giacitura di Eraclea, se sia, cioè,
quella di Macedonia, o della Tracia, o della Lucania, o della
Gallia, ed osservando che, nell'anno 313, Costantino si trovava a
Milano (tranne nel mese di maggio che passò in Gallia, dimodoché
il Non. Mart. della sottoscrizione andrebbe cambiato in Non.
Mai'.; qualora si voglia ammettere che il rescritto imperiale fu
inviato a Koma dalle Gallie), inclina piuttosto a credere, e il Til-
lemont (op. cit., IV, 163) lo segue in questo, che il rescritto sia
del 315 nel quale anno Costantino fu in Grecia e in Macedonia,
come risulta da altre leggi di codesto anno. Comunque sia, lasciando
incerta la data, perchè a noi mancano ragioni sufficienti per pre-
ferire l'ima piuttostochè l'altra delle due date, è certo che Filippo
fu uno dei primi vicarii di Koma. È persona, del resto ignota,
nè possiamo dire se esso debba identificarsi col Flavio Filippo,
prefetto urbano, di data incerta, al quale si riferiscono alcune lapidi
di Roma che ricordano il restauro di un ninfeo a lui dovuto
(C. VI, 1728fl b ; Gatti, Bull. Comunale, 1887, p. 333).

21. Potitus.

Cod. Th. VI, 28, 1 : Imppp. Gratianus, Valentiniamis et Theo-
dosius AAA. ad Potitum vicarium urbis. Dat.prid. Non.
Aug. Triverim. Acc{epta) VII. Id. Sept. Romae Ausonio et Ohj-
brio coss. (4 agosto 379). Cf. Cod. Th., IV, 16, 2 (22 settembre

tanti esempi di errori che presentano le iscrizioni e le sottoscrizioni del
codice Teodosiano e che formano un potente ostacolo nelle indagini crono-
logiche. La critica ha cominciato a gettare un pò di luce su quest'argomento;
cito, fra gli altri, lo studio del Krueger sulle costituzioni degli anni 864-373
(Commentationes Mornmsenianae, p. 78) e quello del Seeck sulla cronolo-
gia delle costituzioni di Costantino {Zeitschrift der Savignif-Stiftung fùr
Rechtsgeschichte, X, 2, p. 1 e seg.), ma credo che a risultati soddisfacenti
non possiamo giungere, se prima non si abbia, come pel codice Giustinia-
neo, una edizione critica di quello Teodosiano, perchè tulli devono convenire
che la edizione dell'Haenel non può pretendere ad essere considerata per tale.
 
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