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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0031

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PREFAZIONE

XXXI

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311-

in particolare ai miei argumenti. Ciochè fi è notato intorno alle mancanze di lui falta a^U
occhi di tutte le perfone di buon fenfo. Adunque quelle critiche del Giornalifta non
fon giufte: adunque potrò giuftamente concludere che da lui non è (lato letto il mio
libro, o forfè non è fiato capito, e perciò i miei chiarifiimi, e convincenti argumenti
non fono (lati comprefi. Ma lafciamo una volta quello Protettore di Winkelmann. Io
in tutta la mia opera non ho ingiuriato alcuno, e fé non ho feguitato le altrui opinioni
n io ho indicato le mie ragioni, in modo che nefluno potrà lamentarfene. Se di nuovo
farò a torto ingiuriato, non mi mancheranno armi per difendermi.

Io rendo infiniti ringraziamenti a tutti quei Perfonaggi, i quali colfaflbciarfi hanno
contribuito alle fpefe della mia opera; perciò ho dedicato a ciafcuno di effi un rame, per di-
moftrar a loro una eterna riconofcenza, come veri Mecenati. Io ancora ho voluto illu-
ftrare altri rami col nome di alcuni Protettori, ed Amici, benché taluni già fiano morti.
Quelle perfone hanno moflrato di amar moitiflìmo quel precetto di Platone fcritto ad
Archita, e riferito da Cicerone (definibus lib. 2. cap. 14. pag. 150.) Cbe fi ricordi che
non è nato folamente per fé, ma per la Patria, e per i fitoi. Ed hanno altresì inoltrato di
ricordarli di quel palio di Ebano ( var. Hill. lib. 12. cap. 59. ) Diceva Pittagora che qitefti
due doni degli Dei fatti agli uomini fon i più belli, /' abbracciare la verità, ed il beneficare
gli altri, ed aggiungeva, che /' uno, e /' altro fi pub paragonare colle opere degli fteffi Dei.
E Umilmente quel palio di Sinefio ( Epift. 31.) Gli uomini hanno folamente comune con
Dio il beneficare gli altri.

Quelli che amichevolmente mi avvertiranno dei miei errori, profelTerò a loro una
fincera riconofcenza, e procurerò di profittare della loro dottrina, e non mi vergognerò
di ago-iugnere nel fecondo volume quello che avranno provato doverli correggere. Imperoc-
ché io approvo del tutto ciò che dice Terenziano, (de Syllabis verf. 46. pag. 1249.) e mi

propo

n^o d'imitarlo.

Se alcune cofe qui parranno a voi
Degne di correzzione, io foltamente
Non oflerò, né degli fritti miei
Sarò sì amante, che non dia ben toflo
Luogo alle cofe rette cancellando
Quelle che degne fémbreran di biafimo.
 
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