I.
ERCOLE BIBAC
OPERA D' A D M 0 N E,
Incifa in Corniola.
DEL MUSEO DEL FU MONSIGNOR CARLO MOLINARI NUNZIO PONTIFICIO
A BRUSELLES (i).
' Etrufca Nazione celebre per le ricchezze, e per Y impero che
flendevafi dall' inferiore fino al mare fuperiore, e le Alpi, ma per
l'arti, e per l'invenzioni ancora più illuftre, finalmente da varie
vicende agitata fu collretta a fofFrire il duro giogo dal Romano
valore. Ma dopo che i Romani difirutto ebbero l'impero dei
Greci, e trafportate le Belle Arti neh' incolto Lazio (2), fecero effe
parimente paffaggio nella vicina Etruria, come non pochi monu-
menti degli antichi Etrufchi ancora enfienti ne fanno eviden-
tifiìma prova.
Non è certo in qual luogo, e in qual tempo Ha vifiuto Admone
che noi abbiam richiamato dall'oblio- Ma fé è permefib il con-
getturar qualche cofa in tanta ofcurità, io fìimerei effere fiato Etrufco; imperocché dal di lui
lavoro fatto a punta di diamante, e dalla forma delle lettere, (colle quali ha refo illuftre il fuo
nome), e dalla lunga barba dell'Ercole da lui incifo, viene caratterizzato Artefice Etrufco, ed
eflère vifiuto negli ultimi tempi, nei quali quell'inclita Nazione nelle Scienze, e nelle belle Arti
fioriva. Quella nofira gemma dimoftra baftantemente avere Admone imitato i Greci, ne avere
in quell'arte l'ingoiare confeguito l'ultimo luogo, come ciafcuno conofcitore della maniera del
lavorare degli Egiziani, Etrufchi, Greci, e Romani potrà oflervare; febbene però egli abbia fegui-
tato le veftigia dei Greci, nulladimeno non fi è fpogliato totalmente del fuo carattere Etrufco,
come fopra abbiamo offervato, ma ha addolcito la durezza del lavorare degli Etrufchi con lo ftìle
più delicato dei Greci. Perciò quella gemma meritamente tra le Opere più eccellenti degli Etrufchi
deve effere annoverata.
Si vede in effa Ercole in piedi, che tiene con la finiftra alzata la clava grave, e nodofa, e nella
delira la tazza, ch'ei s'accolla alle labbra, pendendogli dalle fpalle la pelle del Leone Nemeo, la
quale con un nodo tien legata dinanzi al petto. Quella figura d'Ercole efprime egregiamente in tutte
le fue parti larobuftezza e la fortezza ; imperocché apparifcono le di lui braccia, gagliarde, il petto
di forte mufcolatura, i fianchi e le ginocchia bene ftabili, le gambe nerborute, i capelli corti,
'e ricciuti, il capo maellofo; contuttociò quella figura ha il difetto d'effere un poco toz?a (3).
Quella Deità non folamente dai Romani, e dai Greci, ma ancora da quali tutte le Nazioni
con particolar fuperftizione era venerata ; e quantunque quello gran culto nella maggior parte del
Mondo molti Ercoli avellerò, ficcarne c'infegnano i Mitologi, tuttavolta neffuno era più famofo
A 2 dell'
(1) Ora appreflb gl'Eredi . nel quale fono fcolpiti in baffo rilievo da una parte Apollo,
(1) Orazio Lib. 2. Ep. 1. v. i;<5. e Bacco, e dall'altra Mercurio ed Ercole con la clava e
(3) Nel Giardino di Villa Borghefe fi conferva un Cippo, tazza , fomigliantiffirrio alla noftra- Gemma.
ERCOLE BIBAC
OPERA D' A D M 0 N E,
Incifa in Corniola.
DEL MUSEO DEL FU MONSIGNOR CARLO MOLINARI NUNZIO PONTIFICIO
A BRUSELLES (i).
' Etrufca Nazione celebre per le ricchezze, e per Y impero che
flendevafi dall' inferiore fino al mare fuperiore, e le Alpi, ma per
l'arti, e per l'invenzioni ancora più illuftre, finalmente da varie
vicende agitata fu collretta a fofFrire il duro giogo dal Romano
valore. Ma dopo che i Romani difirutto ebbero l'impero dei
Greci, e trafportate le Belle Arti neh' incolto Lazio (2), fecero effe
parimente paffaggio nella vicina Etruria, come non pochi monu-
menti degli antichi Etrufchi ancora enfienti ne fanno eviden-
tifiìma prova.
Non è certo in qual luogo, e in qual tempo Ha vifiuto Admone
che noi abbiam richiamato dall'oblio- Ma fé è permefib il con-
getturar qualche cofa in tanta ofcurità, io fìimerei effere fiato Etrufco; imperocché dal di lui
lavoro fatto a punta di diamante, e dalla forma delle lettere, (colle quali ha refo illuftre il fuo
nome), e dalla lunga barba dell'Ercole da lui incifo, viene caratterizzato Artefice Etrufco, ed
eflère vifiuto negli ultimi tempi, nei quali quell'inclita Nazione nelle Scienze, e nelle belle Arti
fioriva. Quella nofira gemma dimoftra baftantemente avere Admone imitato i Greci, ne avere
in quell'arte l'ingoiare confeguito l'ultimo luogo, come ciafcuno conofcitore della maniera del
lavorare degli Egiziani, Etrufchi, Greci, e Romani potrà oflervare; febbene però egli abbia fegui-
tato le veftigia dei Greci, nulladimeno non fi è fpogliato totalmente del fuo carattere Etrufco,
come fopra abbiamo offervato, ma ha addolcito la durezza del lavorare degli Etrufchi con lo ftìle
più delicato dei Greci. Perciò quella gemma meritamente tra le Opere più eccellenti degli Etrufchi
deve effere annoverata.
Si vede in effa Ercole in piedi, che tiene con la finiftra alzata la clava grave, e nodofa, e nella
delira la tazza, ch'ei s'accolla alle labbra, pendendogli dalle fpalle la pelle del Leone Nemeo, la
quale con un nodo tien legata dinanzi al petto. Quella figura d'Ercole efprime egregiamente in tutte
le fue parti larobuftezza e la fortezza ; imperocché apparifcono le di lui braccia, gagliarde, il petto
di forte mufcolatura, i fianchi e le ginocchia bene ftabili, le gambe nerborute, i capelli corti,
'e ricciuti, il capo maellofo; contuttociò quella figura ha il difetto d'effere un poco toz?a (3).
Quella Deità non folamente dai Romani, e dai Greci, ma ancora da quali tutte le Nazioni
con particolar fuperftizione era venerata ; e quantunque quello gran culto nella maggior parte del
Mondo molti Ercoli avellerò, ficcarne c'infegnano i Mitologi, tuttavolta neffuno era più famofo
A 2 dell'
(1) Ora appreflb gl'Eredi . nel quale fono fcolpiti in baffo rilievo da una parte Apollo,
(1) Orazio Lib. 2. Ep. 1. v. i;<5. e Bacco, e dall'altra Mercurio ed Ercole con la clava e
(3) Nel Giardino di Villa Borghefe fi conferva un Cippo, tazza , fomigliantiffirrio alla noftra- Gemma.