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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0037

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 5

deli' Ercole Argivo (4). A quello Ercole il volgo ha attribuito tutte le gefta più illuftri che vengono
dai Poeti Greci decantate.

Giudico adunque il noftro Ercole Bibace efl'ere l'Argivo, quale ce lo dipingono i Greci ed
i Latini Poeti, ifpido nei capelli e nella barba(5), e formidabile per le nerborute braccia (6) come
per la clava, e per la pelle del Leone (7). Spello ancora i Mitologi, ed altri antichi Scrittori pon-
gono nelle mani d'Ercole la tazza. Ercole tenendo la tazza chiaramente ci viene indicato per biba-
ce, ed è celebrato da Ateneo lib. 10.^.402.per bibaciffimo (8) fopra di tutti, dicendo che provocato
Ercole da Lepreo a chi di più di loro beverie, Lepreo fu vinto da Ercole. Certi ridicoli Greci s'af-
faticarono di nobilitare quella tazza d'Ercole, avendo favoleggiato che fé ne fervhTe per barca per
parlare il mare. Tra quelli Pifandro appretto Ateneo ci lafciò fcritto, che (9) la Tazza nella quale
Ercole navigò per T Oceano, era fiata del Sole, e che l'iftejjb Ercole /' aveva avuta dall' Oceano in dono : che fi
dilettava talora queft' Eroe di tazze maggiori ; per la qualcofa i Poeti, e gì' Iftorici di/ero per ifcherzo
aver egli in una tazza/oleato il mare. Ma di gran lunga fupera le favole delle vecchiarelle ciò che
riferifee Apollodoro (io) d'Ercole, che andava vagando per li campi della Libia. Dice egli, che
Ercole nel fuo viaggio rifcaldato ecceffivamente dai raggi del Sole non fi vergognò di faettare
l'ifleiTo Dio, che avendo ammirata la di lui fortezza gli diede in dono una tazza d' oro, onde tra-
paiTalTe 1' Oceano . Ma quelle cofe de' tempi favolofi fono veramente degne di rifo. Fa d' uopo
bensì riferire l'erudite offervazioni di Macrobio lib. 5. e. z 1. Satur. al verfo di Virgilio lib. 8. v. 2 78.

Ed il /aerato feifo empiè la defira .

La tazza cf Ercole è appunto come il cantaro ( vafo ) dì Bacco. Gli antichi Scultori non /enza ra-
gione fecero Ercole con la tazza, ed alle volte vacillante, ed ebrio, non /olamente perche quefto Eroe
fi dice efere fiato bibace, ma ancora perche porta l'antica lfioria che Ercole naviga/e immen/t mari in
una tazza, come in una nave dai venti regolata. Io contuttociò filmo che Ercole non naviga/e i mari in una
tazza, ma in un naviglio, il di cui nome fu /elfo, come /opra un Cantaro, 0 Carchefio, e perche dai
Cimbi ( vafi da bere a foggia di nave ) è derivato Cimbia barca, così tutti quefti vocaboli fono nomi
tornimi di vafi, e di navigli (n).

La

(4) Pare che quafì ogni nazione fi fia formata il fuo Niente adunque è da maravigliarfi fé la fuperftizione d'Er*

Ercole ; nulladimeno i più celebri furono 1' Egizzio , il
Fenice, e 1* Argivo . I primi due furono più antichi dell'
Argivo , come il diligentiffimo Iftorico Erodoto nel Lib. 2.
racconta. Molte erudizioni intorno ad Ercole poflìamo im-
pararle da Amano nel Libro della fpedizione di AlefTan-
dro Magno, dove giudiziofamente difeorre dell'Ercole
Tirio . La vaniffima nazione de' Greci aveva attribuite le
illuftri imprefe dell' uno e dell' altro Ercole al fuo Argivo.

cole , la quale aveva prefo poffeflb in Roma, invadelTo
ancora 1' Etruria .

(5) Antholog. Mefigeri lib. 1. p. 8. Antipat. Ercole ferri'
bile per la barba e per i capelli ec.

(6) Iti Priap. Cairn. 36". p. 31. è chiamato Ercole iter'
boruto di braccia .

(7) Ercole fi copriva colla pelle di Leone come trofeo dì
fue vittorie ; in oltre nei combattimenti (i ferviva di queft*

Perla qual cofa la fama dell'Ercole Argivo ofeurò la gloria iftefta pelle per fua difefa come e' infegna Teocrito nell*
di tutti gli altri Semidei di quefto nome: imperocché i Ercole Lionicida Idil. 2j. p. i;i. traduzione d'Ant. M.
Greci da per tutto avevano Colonie, nelle quali trafpor- Salvini, così inducendolo a parlare:

tarono il culto fuperftiziofo delle loro deità , e principal-
mente d' Ercole , di cui tanto fi vanagloriavano. Aggiunger
fi può ancora , che per eccitare maggiormente lo ftoltifTìmo
volgo alla venerazione di quefto nume , mille favole in-
ventarono , e perciò divulgarono Ercole eflere il potentif-
fimo , il vincitore , e il domatore de' Tiranni , e quegli
che aveva domato tutti i moftri ; principalmente che era
il difpenfatore delle ricchezze e del lucro , di maniera che
gli avari gli facevano i loro fagrifizj, come appunto Craflb

Quivi alcun degt Iddìi mi pofe in cuore

Scorticare il Leon colf ugna proprie ,

Colle quai feci prestamente V opra .

Poi me lo mift alte mie membra intorno,

Acciò di Marte, che le carni taglia ,

Servijje egli al mio dojjo di fortezza .
Ercole fi ferviva per combattere della clava , e delle faette;
perciò da Tertulliano nel lib. de Pali. e. 4. è chiamato con
un fot nome comporto , che lignifica i principali fuoi attributi

infaziabile di denaro, avanti che intra prendeffe la fpedi- fcytalofagittiptllìfer, cioè che porta la clava , le faette, e k

zione contro i Parti , avendo fatto il computo dei fuoi Beni, pelle .

confacrò la decima ad Ercole , fperando che lo ricompen- (8) Similmente Elian. Var. Hift. 1. 1. C. 14. Vedi Anthol,

fafie con più abbondanti ricchezze: ed a quefto propofito 1. 4. Ep. 11.

Perfio Sat. 1. v. io. (9) L. 11. e. 6. p. fot.

Et ò piaccia ad Alcide allor ch'accinto (io) Apollod- Bibl lib. 1. p. 278.

Io fon col raftro a coltivar la terra, (n) Molti antichi monumenti fi confervano di quefto

Che pien d' argento un' ampio vafo rompa. bibace Eroe t come ciafeuno può vedere nelle Gemme dell

Vedi Orazio lib. 1. fat. <S. v. io. Ago-
 
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