MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 7
La Città di Smirne aveva in fomma venerazione il noflro Ercole, come ne fanno teflimo-
nianza molte medaglie di Nerva, d'Aleflandro Severo, di Matfìmino, di Maffimo, tralafcian-
done infinite altre per brevità. Ne addurrò fedamente una di Caracalla e Plautilla fua Moglie, che
fi o-uardano di faccia. La leggenda di quella medaglia è in parte confumata nel diritto, che è quello
ATT. K. M. ANTilNEINOC U Imperatore Cefare Marco Antonino. Nel rovefeio vi è Ercole tenendo
nella delira la tazza e la clava, e le fpoglie del Leone nella finiftra, con la leggenda : ELI! KPET APIOT
CMIPNAinN fitto Cretario (12).
I Tebani ancora adoravano quello Nume come il loro liberatore, conforme ci narra Diodoro
Siculo (13), ed a mio credere ne perpetuarono la memoria nelle loro medaglie (14), nel dritto
delle quali è uno feudo, e nel rovefeio un vafo con i manichi, e fopra una clava, con l'ifcri-
zione ©EB. cioè dei Tebani. Il vafo giudico che ficuramente convenga alla bibacità d'Ercole, e lo
feudo alla memoria dell'imprefa contro Ergino perchè Ercole aveva tolte dai Tempj le armi; con
cui liberò la patria dei Tebani. Un' altra medaglia umilmente dei Tebani è riportata dal Gefnero (15),
nel di cui dritto è la teda d'Ercole barbato cinta d'ellera, nel rovefeio uno feudo, nel mezzo del
quale la clava d'Ercole.
Molte altre medaglie Greche autorizzano la bibacità d'Ercole, come appunto le medaglie dei
Beozj appreffo Gefnero (16) dove è fcolpito un vafo con i manichi, fopra del quale una clava, e
da una parte un grappolo d'uva, e ciò vien comprovato da Ateneo (17), Nel principio certamente
le tazze furono di terra, ad imitazione delle quali poi furono fabbricate d'argento . I Beozj furono i primi
a farle di gran bellezza, e pregio, particolarmente quelle che chiamarono Erculei, perche Ercole d'ori-
gine della Beozia fé ne fervi il primo nelle fpedizioni, e perciò i vafi Beozj fon detti Erculei. Nonno ne
Dionifiaci lìb. 40. v. 580. cantò che Bacco donò ad Ercole una tazza rifplendente e fiammeggiante i'oro
la quale da arte celefte era fiata travagliata. (E probabilmente la medaglia di Tracia Pautalia, della
quale nelle Note abbiamo parlato avrà a ciò relazione ) . Per la qual cofa Aleflandro Magno
a imitazione di Bacco gli confacrò una tazza come per riconofeere da eflb la fua origine, A Er-
cole Tirio (dice Quinto Curzio lìb. 4. e. 8.) confacrò una tazza d'oro con trenta patere. Lo feifo d'Er-
cole certamente fu una gran tazza, della quale fi fervivano quelli affuefatti ad inebriarli, e fé pre-
diamo fede a Seneca ndl'ep. 83. ella fu al gran Macedone fatale. Non fecero danno ad Alefandrà
tanti viaggi, tante battaglie, tanti inverni, tanti mari, ma lofeifo d'Ercole fu ilfuofepolcro (18). Quanto
fmifurato fofle lo feifo d'Ercole, Ateneo ( lib. io. p. 434.) chiaramente il dimoilra, illuflrando,
e confermando il fentimento di Seneca : Aleffandro avendo domandato una tazza, che conteneva due
choe,
tfores
nstP
Agoftini p. 1. t. 11. e nella Chaufle Mufeo Romano fezione z.
T. 28. Ercole con la clava, e tazza . Nel corridore del
Mufeo Capitolino efifte un' Ara rotonda confacrata ad Ercole
con 1' ifcrizione pubblicata dal Grutero voi. i. p. ;o. n. 3.
Herculi Vittori ( ad Ercole Vincitore ) . Sotto vi è la tazza ,
nella quale fono fcolpite alcune fiondi di vite , in una delle
parti laterali Ercole che ftrafeina il Cerbero ,, dall' altra
un Cinghiale. L'Abate Winkelmann nella deferizione delle
Gemme di Stofch p. 289. riporta un' altra Ifcrizione ine-
dita , dove e uno feifo ad Ercole dedicato .
HERCVLl •
IVLÌVS ■ HERMA -
D • D • £• M •
CVM. SCYPHO ■
(12) Parimente nella Tracia Ercole aveva i fuoi adoratori,.
conie lo dimoftra il celebre Spanemio nel fuo aureo Libro
de Praefl. & Ufu Numifm. p. 14;. ì„ 4. Due Medaglie della
Tracia Pautalia , in una delle quali vedefi Bacco col Cantaro,
nell'altra Ercole con lo feifo ec. Vedi Godi eh Numi/mata
P- 313. 320. 340. 387. & Haym Teforo Britan. voi. a.
p. 260., e in molti luoghi Vaillant nelle Medaglie Greche .
(13) Diod. Sic. lib. 4. p. 255. ci dice. Erano, i Tebani
fottopoflì a Ergino Rè dei Mimi , il quale fi faceva da loro
pagare ogn' anno un vergognofo tributo . Ercole adunque niente
/paventato dalla potenza di coloro , i quali avevano ridotta la
Città ad un giogo fervile , fi accinfe ad una imprefa degna di
memoria ; imperocché tutti quegli, che erano fiati mandati ci
rifeuotere il tributo , facendo ciò sfrenatamente gli cacciò
malconci fuori della Città . Quindi Ergino richiefe che gli foffe
dato nelle mani l' autore s Creonte Rè de' Tebani dal di lui potere
atterrito s' apparecchiava a confegnargli il reo ; ma Ercole
cfortando i giovani a ricuperare la libertà della Patria ,, tolfi
dai Templi le armi che agi' Iddìi dai loro Maggiori erutta
fiate confacrate , come trofei dei Nemici.* perciocché non fi ri'
trovavano più nella Città armi private, le quali per comando
del Re erano fiate levate ai Tebani per fofpetto di ribellione .
Avendo intefo Ercole , che Ergino fi' approfjimava con P sferetta,
gli va incontro., e ad un paffo fretto , dove ne fimo poteva per
V angufiia combattere V ajfalta , e t uccide , e disfà quafi tutta
la fua armata .
(14) Numifm. Pembrok. Syllog. p. 2. t. 11.
(15) Gefner. Numifm. Popul. & Urb. t. 23. 11. p.
(16) Loc. cit. tab. 15. n. o.
(17) Athen. 1. ir. p. 500.
• (18) Plutarco avendo feguitato altri autori, nella vita
d' Aleflandro, dice che morì di febbre violenta , non per
l'intemperenza di bere ec.
La Città di Smirne aveva in fomma venerazione il noflro Ercole, come ne fanno teflimo-
nianza molte medaglie di Nerva, d'Aleflandro Severo, di Matfìmino, di Maffimo, tralafcian-
done infinite altre per brevità. Ne addurrò fedamente una di Caracalla e Plautilla fua Moglie, che
fi o-uardano di faccia. La leggenda di quella medaglia è in parte confumata nel diritto, che è quello
ATT. K. M. ANTilNEINOC U Imperatore Cefare Marco Antonino. Nel rovefeio vi è Ercole tenendo
nella delira la tazza e la clava, e le fpoglie del Leone nella finiftra, con la leggenda : ELI! KPET APIOT
CMIPNAinN fitto Cretario (12).
I Tebani ancora adoravano quello Nume come il loro liberatore, conforme ci narra Diodoro
Siculo (13), ed a mio credere ne perpetuarono la memoria nelle loro medaglie (14), nel dritto
delle quali è uno feudo, e nel rovefeio un vafo con i manichi, e fopra una clava, con l'ifcri-
zione ©EB. cioè dei Tebani. Il vafo giudico che ficuramente convenga alla bibacità d'Ercole, e lo
feudo alla memoria dell'imprefa contro Ergino perchè Ercole aveva tolte dai Tempj le armi; con
cui liberò la patria dei Tebani. Un' altra medaglia umilmente dei Tebani è riportata dal Gefnero (15),
nel di cui dritto è la teda d'Ercole barbato cinta d'ellera, nel rovefeio uno feudo, nel mezzo del
quale la clava d'Ercole.
Molte altre medaglie Greche autorizzano la bibacità d'Ercole, come appunto le medaglie dei
Beozj appreffo Gefnero (16) dove è fcolpito un vafo con i manichi, fopra del quale una clava, e
da una parte un grappolo d'uva, e ciò vien comprovato da Ateneo (17), Nel principio certamente
le tazze furono di terra, ad imitazione delle quali poi furono fabbricate d'argento . I Beozj furono i primi
a farle di gran bellezza, e pregio, particolarmente quelle che chiamarono Erculei, perche Ercole d'ori-
gine della Beozia fé ne fervi il primo nelle fpedizioni, e perciò i vafi Beozj fon detti Erculei. Nonno ne
Dionifiaci lìb. 40. v. 580. cantò che Bacco donò ad Ercole una tazza rifplendente e fiammeggiante i'oro
la quale da arte celefte era fiata travagliata. (E probabilmente la medaglia di Tracia Pautalia, della
quale nelle Note abbiamo parlato avrà a ciò relazione ) . Per la qual cofa Aleflandro Magno
a imitazione di Bacco gli confacrò una tazza come per riconofeere da eflb la fua origine, A Er-
cole Tirio (dice Quinto Curzio lìb. 4. e. 8.) confacrò una tazza d'oro con trenta patere. Lo feifo d'Er-
cole certamente fu una gran tazza, della quale fi fervivano quelli affuefatti ad inebriarli, e fé pre-
diamo fede a Seneca ndl'ep. 83. ella fu al gran Macedone fatale. Non fecero danno ad Alefandrà
tanti viaggi, tante battaglie, tanti inverni, tanti mari, ma lofeifo d'Ercole fu ilfuofepolcro (18). Quanto
fmifurato fofle lo feifo d'Ercole, Ateneo ( lib. io. p. 434.) chiaramente il dimoilra, illuflrando,
e confermando il fentimento di Seneca : Aleffandro avendo domandato una tazza, che conteneva due
choe,
tfores
nstP
Agoftini p. 1. t. 11. e nella Chaufle Mufeo Romano fezione z.
T. 28. Ercole con la clava, e tazza . Nel corridore del
Mufeo Capitolino efifte un' Ara rotonda confacrata ad Ercole
con 1' ifcrizione pubblicata dal Grutero voi. i. p. ;o. n. 3.
Herculi Vittori ( ad Ercole Vincitore ) . Sotto vi è la tazza ,
nella quale fono fcolpite alcune fiondi di vite , in una delle
parti laterali Ercole che ftrafeina il Cerbero ,, dall' altra
un Cinghiale. L'Abate Winkelmann nella deferizione delle
Gemme di Stofch p. 289. riporta un' altra Ifcrizione ine-
dita , dove e uno feifo ad Ercole dedicato .
HERCVLl •
IVLÌVS ■ HERMA -
D • D • £• M •
CVM. SCYPHO ■
(12) Parimente nella Tracia Ercole aveva i fuoi adoratori,.
conie lo dimoftra il celebre Spanemio nel fuo aureo Libro
de Praefl. & Ufu Numifm. p. 14;. ì„ 4. Due Medaglie della
Tracia Pautalia , in una delle quali vedefi Bacco col Cantaro,
nell'altra Ercole con lo feifo ec. Vedi Godi eh Numi/mata
P- 313. 320. 340. 387. & Haym Teforo Britan. voi. a.
p. 260., e in molti luoghi Vaillant nelle Medaglie Greche .
(13) Diod. Sic. lib. 4. p. 255. ci dice. Erano, i Tebani
fottopoflì a Ergino Rè dei Mimi , il quale fi faceva da loro
pagare ogn' anno un vergognofo tributo . Ercole adunque niente
/paventato dalla potenza di coloro , i quali avevano ridotta la
Città ad un giogo fervile , fi accinfe ad una imprefa degna di
memoria ; imperocché tutti quegli, che erano fiati mandati ci
rifeuotere il tributo , facendo ciò sfrenatamente gli cacciò
malconci fuori della Città . Quindi Ergino richiefe che gli foffe
dato nelle mani l' autore s Creonte Rè de' Tebani dal di lui potere
atterrito s' apparecchiava a confegnargli il reo ; ma Ercole
cfortando i giovani a ricuperare la libertà della Patria ,, tolfi
dai Templi le armi che agi' Iddìi dai loro Maggiori erutta
fiate confacrate , come trofei dei Nemici.* perciocché non fi ri'
trovavano più nella Città armi private, le quali per comando
del Re erano fiate levate ai Tebani per fofpetto di ribellione .
Avendo intefo Ercole , che Ergino fi' approfjimava con P sferetta,
gli va incontro., e ad un paffo fretto , dove ne fimo poteva per
V angufiia combattere V ajfalta , e t uccide , e disfà quafi tutta
la fua armata .
(14) Numifm. Pembrok. Syllog. p. 2. t. 11.
(15) Gefner. Numifm. Popul. & Urb. t. 23. 11. p.
(16) Loc. cit. tab. 15. n. o.
(17) Athen. 1. ir. p. 500.
• (18) Plutarco avendo feguitato altri autori, nella vita
d' Aleflandro, dice che morì di febbre violenta , non per
l'intemperenza di bere ec.