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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0043

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI

11

II.

TIBERIO

OPERA D' E L I 0,

Incifa in Corniola.

APPRESSO IL DUCA CORSINI IN ROMA.

QUando le belle Arti, e le Scienze fono premiate dai Sovrani, non mancano belli Ingegni che
in effe facciano fpiccare il loro talento ; come appunto ne' felici tempi d'Aleffandro il Gran-
de, e d'Augurio fuccefle, nei quali mediante il loro patrocinio all'ultima perfezione perven-
nero, e per tanto tempo fiorirono. Non minor gloria in quello s'acquiftò l'immortale famiglia de'
Medici, che fece tutte le belle Arti, e tutte le Scienze riforgere dalle denfe tenebre, nelle quali per
tanto tempo erano ftate ofcurate, ed involte, e dopo quello avvenimento da per tutto li propa-
garono. Degni umilmente d'eterna lode furono Francefco I. Rè di Francia, e Luigi il Grande
che per la loro munificenza, e protezione fecero prendere alle belle Arti nelle Gallie nuovo vigore.
11 buono effetto ancora che producono i grandi Mecenati, è che ne'tempi fucceffivi al loro regno
reftano almeno per qualche fpazio di tempo illuftri feguaci. Quindi è che dopo l'aureo fecolo
d'Auguflo per tanti infigni letterati, ed artefici famofo non mancò chi feguitaffe le loro vefti-
gia. Merita tra quelli un luogo diftinto il noflro artefice Elio vifliito fotto Tiberio, benché
dagli antichi Scrittori che ci rimangono, non ne fia fiata fatta menzione ; nulladimeno la fua Opera
dimoflra quanto in quefl'arte foffe eccellente. Quefli certamente può giudicarfi tra i Romani ar-
tefici, ed aver prefo il nome dalla gente Elia, della quale facilmente era Liberto, come fappiamo
che fole va farli a riguardo dei Liberti (i).

Chiunque foffe queft' Elio, ciafcuno confefferà effere fiato un celebre incifore di gemme,
ed avere imitato Diofcoride, il quale, come racconta Plinio, efpreffe in una gemma l'immagine
d' Augurio colla quale fi fervirono dipoi gl'Imperatori per figillare le lettere (2). Elio adunque
fcolpì in quella nofira gemma Tiberio di faccia, e quanto in quella arte egli valeffe ballantemente
lo fa conofcere la morbidezza ed il lavoro del volto di quello Imperatore, ed i capelli della teda con
tanta eleganza, e maeflria divifi. Facilmente è fiato fcolpito in quella gemma Tiberio nell'età
fua giovanile, quando ritornò vittoriofo dall'imprefa felicemente condotta contro i Barbari,come
giudiziofamente congettura l'eruditifiimo Padre Galeotti nell' Offervazioni al Mufeo Odefcalchi (3)
riportando una gemma confimile.

Tiberio fu gran maeftro nell'arte del fimulare, e diffimulare, di naturale finto, ed aftuto, in-
clinato alla vendetta, dedito alla crudeltà, e ad ogni più moftruofa lafcivia, i quali vizj appoco
appoco fi icoperfero, e tutti finalmente nella fua avanzata età (ì manifeftarono, e principalmente
nel ritirarli allTfola di Capri, dove lontano dall'afpetto degli uomini, più liberamente, e più fe-
gretamente fi diede in preda alla pigrizia, ed ai fozzi piaceri. Di quello moftro di fcellerag-
gini odiofo a tutti gli uomini non intereffa il farne più ricerca, avendo noi fiimato bene pafiàr
fotto filenzio le fue inenarrabili iniquità (4), quantunque fi fono trovati Iftorici, i quali non fola-
fi 2 mente

(ti Infinite, e chiariffime famiglie della Gente Elia fu-
rono in Roma, come de'Cari , Tuberoni, Lamia ec. All'
età di Tiberio li vede non effere ancora mutati i nomi,
ma però nei tempi più baffi efferfi convertito il nome d'Elio
in prenome. Vedi Spargano in Adr. p. 150. in Sev. p. 610.
e 632., in Pcfc. Nigr. p. 651., e Lampridio in Alex. Sev.
p. 1044, e 1048.
(1) Vedi Plinio lib. 37. e. 1. e Svetonio in Auguflo e. ;o.

(3) Muf. Od. voi. 1. p. 37. e 38.

(4) A quello propofito può vederli Tacit. lib. 6. ann. C. r.
Svet. in Tib. cap. tfi. Dion. Cafl". Jib. 57. e 58. e Seft.
Aur. Vitt. p. 418. Ci reftana alcuni monumenti d' Anti-
chità di quelli ecceffi di lafcivia in alcune piccole meda-
glie, che abufivamente dagli Antiquari chiamanfi Spin-
ine. ( Vedi Svet. in Tiber. e. 43.) In quelle medaglie
fono rapprefentate diverfe infami azioni, con un Numero

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