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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0049

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI

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a tutti, e particolarmente agli amanti dell'Antichità la memoria di M. Aurelio Antonino Impera-
tore, imperocché in quello noflroEroe fono ficuramente racchiufe tutte le virtù. Ce neretta un fin-
o-olariffimo monumento in quel fuo veramente aureo libro intitolato A fé fteffò ec. che farà fem-
pre immortale, e dalla edace età rifpettato (6). Ci fervirà il dire a fuo grande onore, che quando
fu adottato da Adriano (7), fi /paventò più di quello che fi rallegrale. E fendo ricercato dai fuoi fami-
liari , perchè fojfe sì trifto, e sì malinconico per quefta adozione, fece un lungo difcorfo fopra i gran mali
the portava feco fimpero. Ed in fatti Diocleziano di buona voglia rinunziò l'impero, ed efifendo
pregato da Erettilo, e Galerio (8) a riprenderlo, deteflandolo come una pefle così a loro rìfpofe. Piacejfe a
Dio che voi potefte vedere a Salona le piante che colle mie mani coltivo, mai penferefte al certo di venir-
mi per queflo a tentarmi. Merita parimente d'eflere offervato ciò che egli diffe fulla difficoltà
di ben regnare (9). Niente ejfer pia diffìcile, che il ben comandare. Quattro, 0 cinque s, adunano in-
fieme, e fi configliano per ingannare V Imperatore, e dicono quello che fiada approvarfi. Il Imperatore chiufo
nel fuo palazzo nanfa la verità, ed è coftretto afapere quel tanto che gli dicono. Fa dei Giudici che non
meriterebbero farfi, rimuove quelli che dovrebbero ottenere impieghi. In una parola, come diceva V ifiejfo
Diocleziano, il buono, il cauto, V ottimo Imperatore è /oggetto ad ejfer venduto ; perciò niente efer pia dif-
ficile di un buon Principe. Concluderò col celebre Montefquieu ornamento del noftro fecolo,il quale
così ne parla (io). Sifente in fé medefimo un piacere interno, attorachè fi parla di quejlo Imperatore. Non
fi può leggere la fisa vita fenza una fpecie di tenerezza, tale è l'effetto che ella produce, che fi concepifee
migliore oppimene difeftejfo, perchè fi forma migliore oppìnione degli uomini.

Nello fcavare anni fono i fondamenti della nuova chiefa di Trallevere ai SS. Quaranta Mar-
tiri dedicata, fu trovato un medaglione di M. Aurelio da valentiffimo artefice lavorato, il quale
adetTo è nel Mufeo Vaticano (*). Nel diritto di queflo medaglione fi vede la tefla di M. Aurelio con
]'ifcrizione AVRELIVS AVG.PII.TR.P.X.COS.II. Nelrovefcio Nettunno in piedi tenendo nella
delira il tridente, e Cerere fedente velata pone la fua delira fopra un caneftro ricolmo di fpighe, delle
quali ha ornata la tefla, avendo nella fmiflra una facella accefa, fotto la quale s'offervauna Cifta
Mifìica col Serpente (11). Quelle due Deità hanno allufione all' abbondanza dei grani trafportati per
mare, perciò in quella medaglia è efprefTa la liberalità e provvidenza di quell'ottimo Principe, come
ci avverte Giulio Capitolino p. 3 31. dicendo che ebbe fomma cura nel provvedere i generi frumentarj.

Tom. I. C PRIA-

di fini famiglia, 0 perche queflo nome era talmente caro alle della letteratura è, come oflerva il Principe degli Anti"
Nazioni, che ancora II parricida Baffiano ( cioè Caracalla ) quarj Spanemio nel fuo aureo libro de Praefl. & Ufu numlfin.
era amato per caufa di queflo nome. Niente adunque è da p. 517. v. 2. clie non fia fiata pubblicata la vita di M. Au-
maravigliarii che fi trovino tante medaglie e tanti bufti relio illuftrata con le medaglie, e comporta dal Sig. Teo-
di quefto Imperatore, efTendone piena Roma. Solamente doro Bignon . Ridicola certamente è l'oppinÌQne d' Einnec-
nella Villa Pinciana dei Principi Borgheiì fi contano mol- ciò Opuf. var. Syll. 1. Exerc. 3. p. 121. dove parla dei ca-
tiffimi bufti, e quafi tutti d'eccellente lavoro , trai quali è ratteri della vera, e falfa fapienza , dicendo . Benché nei li-
fingolare uno coloiTale , da non paragonarli contuttociò ad un bri di queflo Imperatore fi leggano molte cofe le quali paiono
altro del fuo fratello Lucio Vero, il quale vien chiamato dette piamente, ed eccellentemente , contuttociò io non voglio
dagl' intendenti maraviglia dell' arte ftatutaria , mentre fé- attribuirgli la minima lode di vera fapienza. Vinkelmann in
condo il loro fentimento niente fi può vedere di più diligente, certa maniera ha feguitato le pedate dell' Eineccio parlando
e di più perfetto, fé s'efaminino foltanto i capelli, e gli orec- di quefto Imperatore così : ( Hiftoire de T'Art V. 2. p. 322.)
chi, i quali 1' artefice con arte magiftrale perfezionò : perciò En parlant des oavrages de l'Art fous M. Aurele , le Traile di
neffuno fino a'giorni noftri s'è cimentato per la gran difficoltà Moral de cet Empereur me revient toujours dans fefprìt. La
del lavoro di farne in marmo una copia . La quantità dei Morale enefi faine; mais le penfées , et le ftyle font affèz com-
batti che efiftono di Lucio Vero, credo che fi debba attribui- muns , & peti dignes d'un Prince qui fé mele d'ecrire. I penfieri
re alla compiacenza di M.Aurelio, mentre dai Romani il di quefto Principe non folo fon degni dell'immortalità, ma
nome del fuo viziofiflìmo fratello non era gradito : perciò degni di tutti i Principi . Bifogna adunque confeffare che ne
fé gli Scultori fecero a gara per renderlo immortale, non l'Eineccio, né Winkelman abbiano mai letto quefto aureo
fu per altro che per compiacere un sì piiffimo Imperatore. libro di M. Aurelio , del quale fi vegga folamente la bellif-
(6) Abbraccerebbero più volumi le luminofe virtù di fimi prefazione del Sig. Dacier e d* Anna le Fevre ( Pefle-
M. Aurelio , tanto nello ftato dì Privato, quanto di Prin- xions Morales de l'Empereur Marc'Antonia uvee des remar-
ci oe , nel quale dimoftrò ad evidenza veriffima la fentenza ques ) acciocché ciafeuno fia convinto della verità.
di Platone . Felici ejfer quelle Città ove i Filofofi comandaf- (7) lui. Capitol. de M. Anton. Phil. p. 307,
fero , ò gì' Imperatori filofofafferò. lui. Capitol. p. 394. e. 27. e (8) S. Aur. Vict. Epit. p. 459.
diluì diffe Xifi. netl'Epit. difp. 311. che fu Vottimo di tutti (o) Vopif. in Aurelian. p. S32.

i Princìpi. Cafaubono , e Gatakero , il fuo incompara- (ro) De lagrandeur desRomains , et de lettr decad.c. 16.p. 193.

bile libro eccellentemente commentarono, e fu tradotto (*) Vedi Tav. I. n. 2. (11) Vedi Lami delle Cifte Mi-

nelle lingue Inglefe, Francefe, Italiana ec. Gran danno ftiche nelle differtazioni Etrufche p. 6%. & feq.
 
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