Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0055

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI %ì

Qualcuno per avventura avrà occafione di maravigliarli, perchè al noftro Artefice Ezione
fia venuto in mente in quella fua opera di rapprefentarci l'immagine di Priamo. Facilmente que-
llo avvenne, perchè Ezione fu contemporaneo d'AleiTandro Magno, il quale per la fua liberalità fece
riiòrgere la Città d'Ilio : perciò avrà voluto reftituire il noftro artefice la memoria di sì famofo Prin-
cipe. Dice Strabone (i i) ora la preferite Città d'Ilio, dicono ejfere fiata per l'avanti un villaggio : E
che nel ritorno cT Alejfandro Magno dopo la vittoria avuta al Granico egli ornò il luogo di doni, e gli diede
il nome di Citta, ed ordinò gente che procurale di rifabbricarla, facendola libera, ed efente dai tributi.
Voi dopo la fconfìtta dei Perfanifcriffé agi' Iliefe una compitijfima lettera, nella quale prometteva di fare
una gran Citta, e di fabbricare un tempio fplendidijfimo, ed inftituirvi fefte, e giochi facri.

Lilimaco ancora dopo il Macedone, fecondo il noftro citato illuftre Geografo (12), fu bene-
merito della Città d'Ilio avendola cinta di forti e lunghe mura, e di nuovi abitanti accrefciuta.
Così l'antica gloria della Nazione Troiana acquiftò nuovo fplendore. Se qualcuno avendo confi-
derato quelle cofe congetturaiTe che foffe elpreìTa in quella noftra gemma l'immagine del Rè Ilio
fondatore della Città d'Ilio, pivi tolto che quella di Priamo, non veggo perchè lìa da riprenderli
della fua congettura.

SESTO

Or delP Elifio hofco

Fra V ombre avventuro/e erra ficuro,

E fra /' anime pie cerca felice

Il generofo Ettorre.

Priamo fortunato ,

E fortunato ancor chi nella guerra

Morendo , al fuo morire

Vede feco morir tutte le cofe.

L'infanfto dettino di quefto vecchio infelichlimo cos)
racconta Virgil. nel 1. 2. En. v. jyo.

........E all'aitar medefmo

Così dicendo il traffe impallidito,
E che pel fangue d:l fglielo uccìfo
Vacillante nel fuol fermava appena
U incerto piede, e nel canuto crine
Colla manca afferrollo , e colla dritta
Man follevando il rilucente acciaro
Fin*all'elfi nel fatico a lui P afcofe .
Quefto fin ebbe delle file [venture
'Priamo ; Cosi la forte fua luì tolfe,
Vi fio caduto Pergamo, ed involta
Troja nel fuoco ; lui per tante un giorno
Genti, e Provincie gloriofo, e grande

DelF Afta regnator : fui lido giace
Il cadaver negletto , e lungi il capo
Dalle fpalle ha fpiccato il grande tronco .
Ed Ovidio Metam. 1. 13. v. 405. parafrafato elegan-
temente dall'Anguillara ottava 134.

Arde la miferabil Troia, e cade

E. feco il vecchio Priamo cade infinite ;

Van gli uomini, e le donne a fi di fpade

Tinti fi veggon giunti air ore efreme.

1 morti, il fangue , e V arme empion le flrade !

Ne f aere il grido humano, e il fuoco freme,

Arde in Troia ogni torre , e fi dis face,

S'atterra, e atterra, e fa giacere, e giace.

Innanzi al fan? altare , al facro fuoco

Lo fventurato Priamo al fuo fin viene :

E quel fangue da fuor fenile , e poco

Che t infelice vecchio ha ne le vene .

Di fpoglie per portarle al patrio loco

Van carchi quei di Sparta, e quei d' Atene .

Tirata per le chiome al regno finto

Tende Caffandra invan le mani, e il pianto .

(11) Strabone 1. 13. p. 88<J.

(ri) Loc. cit.
 
Annotationen