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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0059

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 2?

Di quanto picciol pefo fieno tutte quelle prove, nel dare un'occhiata a quella gemma fi
comprenderà.

Primieramente vi è una perizia Angolare dell'arte, la quale luminofamente apparifce, men-
tre i capelli fono con fomma eleganza, e maestria lavorati, il volto fatto con tutta la delicatezza,
e umilmente tutto il rimanente colla maggior perfezione condotto; fé fi eccettui la fronte un
poco mancante, il qual difetto foiamente i grandi conofcitori potranno diftmguere.

Si aggiunge in fecondo luogo la nitidiffima forma delle lettere diflinte nell'ellremità con
i foliti puntini, conforme far folevano ne i tempi d' Augurio i più infigni artefici. Inoltre i più
celebri moderni artefici, non folo dell' eccellente perfezione del lavoro d' Agatangelo ( ed uni-
forme fempre farà il confenfo e giudizio degl' intelligenti ) ma àncora concordemente della
indubitata antichità delle lettere convengono ; poiché Girolamo Rofi, Francefco Sirleti, e prin-
cipalmente Antonio, e Giovanni fuo figlio Pikler, e Francefco Alfani i più valenti periti nel
conofcere quelle gemme confermano il mio fentimento, eifendo la loro autorità di gran con-
fiderazione per l'univerfale ftima di tutte le perfone.

Il nome d' Agatangelo non è un nome nuovo, né fconofciuto, né ideato a capriccio,
come vien provato da molte Ifcrizioni, e principalmente da due fcolpite in un ifleffb cippo (5),
elidente nel Mufeo Capitolino vicino al palmo antico di Capponi. Non farà difcaro al lettore
che io le riferifca per togliere ogni dubbiezza.

DIS • MAN -

COSSVTIAE • APESCVSE

CN • COSSVTIVS •

AGATHANGELVS •

CONIVGI •

SVAE • BENE

MERENTI

VIXIT • ANNIS «

xxxxv

DIS • MAN •
F. CN • COSSVTIVS •

CLADVS•

CN • COSSVTIVS •

AGATHANGELVS ■

FRATRI • SVO -

ISDEM . LIBERTO •

BENEMERENTI • F.

VIXIT

XXXV

Tutte quelle cofe ballantemente diilruggono quelle difficoltà che fi fono oppofta, a deboli

■ragioni appoggiate.

Venghiamo adeuo ad efaminare chi fia efpreflo in quella gemma, ed a portare quelli
argumenti, co i quali noi ficuramente giudichiamo, eiìérvi efpreffa l'effigie di Sello Pompeo.
I di lui capelli non fono molto ftefi, e con nefluna arte quali arricciati, occupandogli la mag-
gior parte della fronte; i fopraccigli curvati fu gii occhi, le guancie elevate, e ampie, le
mafcelle di nafcenti peli riveftite. Tutto finalmente l'afpetto, e la conformazione del volta
ha un non fo che di rozzo e di villano conforme a i coftumi di Sefto Pompeio, defcrittici da
Velleio Patercolo (6).

Il dottiffimo Antiquario Francefe Seguino con tanta erudizione, e chiarezza ha fpiegato,
e illuftrato quella materia in una lettera fopre le Medaglie Pompeiane, che al prefente niente
di dubbiezza ci rimane, per poter giudicar facilmente qual fia il volto di Sello Pompeio. Sic-
come intrigate ifcrizioni delle Medaglie de i Pompeii erano la forgente d' ogni dubbio, e per

D 2 lungo

(f) Quella ifcrizione fu fcavata negli Orti Vaticani. Vedi
il Lib. Mufeo Capitolino , o fia dcfcrizione delle ftatue ,
bufti ec. in Roma 1750.. in 4. p. 140. E di quefto nome
d'Agatangelo vedi Goti voi. 1. Inicr. p. 42. Infcr. 72. e
il Muf. Veronenfe p. 271. n. 6. E nel Libro Ifcrizioni
Sepolcrali dei Liberti d'Angufto p. 63. e nell'Ifcrizioni
del Gruferò pag. 140. 241. 251. e 697.

(6) Veli. Pat. Lib. 2. pag. 232. e 239. Quefto giovine era
rozzo , barbaro nei fuoi difcorfi, impetuofo, manefco , veloce
nel fuo penfare , nella fedeltà difj'omìgliantiffmia al Padre ,fcbia-

vo dei fuoi f biavi, e fervo dei fuoì fervi ce. Chi credelfe tanta
fcellerato naturale in Sefto Pompeio dal carattere efpreflbcì
da Velleio, sbaglierebbe certamente; ma ciafcuno cono-
fccrà effere egli ftato fino alla naufea un viliffimo adulatore
di Tiberio , perciò non gli prefterà veruna credenza . Fa-
cilmente Velleio fu nemico di Pompeio , perchè quefti
era nemico d'Augufto, dal quale Tiberio riconofceva l'Im-
pero . E 1' ifteflb Velleio ardì di lacerare la fama di Ger-
manico , Eroe degniflimo d'eterna lode , perchè aveva co-
nofciuto 1' odio di Tiberio contro di lui.
 
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