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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0063

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 3l

Nella celebre battaglia preffo Munda tra Giulio Cefare, e i figli del Gran Pompeio, dice
Appiano AlefTandrino (o), che Cefare dette per te/era VENERE, i Pompeiani dettero la PIETÀ. La
qual cofa fecondo il mio parere conferma il fentimento di Seguino, e fpiega egregiamente la
medaglia riportata dal Morelli, intorno alla quale tanti Antiquarj dal medefimo nominati caddero
in grandiffime tenebre: imperocché nel dritto vi è ia tefta del Gran Pompeio con l'ifcrizione
SEX • MAGN • PIVS • 1MP. SAL • Nel rovefeio PIETAS (*).■ Una Dea frante tenendo nella
delira un ramo, nella finiflra un' afta a traverfo . Quella figura a mio credere niente altro
vuol lignificare, che la Pietà efpofta nell'infegne di Sefto Pompeio (confiderata come tenera
de' Pompeiani ) per dimoftrare la pietà verfo il padre nella guerra intraprefa contro Cefare ; e
la parola SAL ■ che è nel dritto della Medaglia doverfi unire con l'ifcrizione che è nel rovefeio
PIETAS, e leggerli PIETAS SALVTARIS (io).

Con quella fpiegazione fono levate tutte le difficultà degli Antiquarj riferite da Morelli
fopra le parole di quella Medaglia SAL- (u)

Nell'una interpetrazione ci hanno fomminiftrato gli Antiquarj di quella figura che tiene
un ramo, eflendo queiìo un fegno d'allegrezza come dice Rutiiio Numaziano (ia).

Ornino i verdi rami il commi gaudio,

Quella figura della Pietà col ramo allude alla univerfale allegrezza de'Romani, perchè
Sello il vendicava della morte data al gran Pompeio. Né deve recar maraviglia il vedere che
ila ftata rapprefentata con infolito ornamento, imperocché nelle Medaglie d'Adriano Impera-
tore apprelìò Oifelio (13) ci vien rapprefentata l'Ilarità l'otto la figura della Pietà.

Ma torniamo a Segnino (14) il quale dice. So avere egli forfè affunto il cognome di Pio per
la pietà verfo fio padre, per il quale aveva prefo V armi a motivo di vendicarlo, come accenna benijfima
Fulvio Orfino risila, fpiegazione della fetthna Medaglia della Famiglia Pompei a, nella quale fi vede
queir antico monumento della pietà filiale verfo ì fuoì genitori, fono il fimholo de ì due fratelli di
Catania, Anfinovio, & Ampia (15)..

Oltre le riferite coniiderazioni di Seguino fopra quelle medaglie, fono opportune le rifleffioni
di Morelli (16). Sefto Pompeio fi dice in quefta medaglia Imperatore per la feconda volta, onde
ricaviamo ejfere fiata battuta dopo la fanguinofa firage, la quale prima Cefare fojferfe nello fretto
della Sicilia, ejfendo ftata infinitamente maltrattata la fua Armata navale da Menarate, Democare,
e Apsllofane Liberti, e Capitani di Pompeio, Appiano Alcjfandrino deferive la firage di Cefare, e de i
Cefariani nel lib. 5. pag. 570. che accadde Fanno di Roma DCCXVL come racconta ancora Dione
al lib. 48. p. 385.

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(9) App. Alex. Hill. Lib. a. pag. 493.

(*) Tav. II. n. 1.

(io) Non è novità alcuna il vedere nelle medaglie l'Lfcri-
zioni nel rovefeio unite col dritto . Ne abbiamo un bellif-
fimo efempio nell'eccellente opera d'Enrico Florez, inti-
tolata Medallas de lai Colonia; , Municipios , Pueblos
antiguos de E/pana voi. 1, tab. 27. n. 2. dove tra le Me-
daglie Gaditane s' offerva nel dritto la tefta di Tiberio con
l'ifcrizione NERO, e nel rovefeio un fimpulo con l'ifcri-
zione TI' CLAVDIVS • le quali fi devono unire infieme,
e leggerfi TI • CLAVDIVS • NERO ■ cioè Tiberius Clau-
dius Nero , Tiberio Claudio Nerone .

(11) Morelli Thef. Numifm. p. 388. Fulvio Orfini giudicò
foterfi leggere la parola SAL. per falus , cioè fallite ; Confejft
però niente aver letto dì quefla Dea Salute, che pojja aver
relazione a Sefto Pompeio .

(12) Rut, Non. Lib. 1. v 42 5.

(13) Oifel. Thef. Sei. Num. p. 335."tab. S5-

(14) Loc. cit. p. 21;.

(is) Di quello memorando argumento di Pietà ne parla
Strabene nella Geog. lib. 6. e Valerio Maffimo lib. 5. cap. 4.

ma Cornelio Severo nell' Etna v. 620. ha deferitto elegan-

tiffimamente quefta iftoria .

Gli ottimi figli Aitfinomo e il Fratello
Con forza eguale fitto il caro incalvo ;
Quando d'1 intorno all'i vicini tetti
Strepitava!! le fiamme , il lento padre
La vecchia madre falla foglia ftarfi
Vedo» , pofate le abbattute membra.
Fermate avare mani che le ricche
Prede in quei eafi ricercar folete
Ricchezze fole i Genitori a quefti
Furo ; Quefla e la preda onde fuperbi
S' affrettano d' efeir di mezzo al fuoco
Che il fuo furor fofpende a sì beli' opra .
Claudiano negl'Idilli p. 507. celebrò quelli Fratelli.
Di quella lodatiffima imprefa ne riportarono quelli piif-

fimi giovani il premio , imperocché i loro Concittadini ne

perpetuarono ad efempio de* poderi la loro memoria nellf

Medaglie di Catania .
(io~) Morelli Thef. Num. p. 336.
 
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