MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 3J
Xenofonte nel fine delle cofe memorabili dipinge in poche parole il carattere della vita di
Socrate. Era così religiofo che non prendeva mal a far cofa alcuna fenza il configlio degli Dei -, Così
pittilo, che ancora in cofe di pochijfima ftima mai nuoceva ad alcuno, anzi giovava grandemente a coloro i
quali fi valevano di lui : Così continente che non fece mai maggior conto del piacere, che dell' onefto -, Così
prudente, che nel giudicare, e nel diftinguere le cofe buone dalle trifte non errava mai -. Così fu quefto
Eroe, qualpuò ejfere un uomo ottimo, e fopra ogni altro felicijfrmo ec. Quelle cofe dice Xenofonte fuo
fcolare, il quale aveva perfetta cognizione di Socrate ; Per la qual cofa non è da maravigliarli
che effendo interrogata da Cherofonte la Pitia fopra Socrate rifpondeffe.
ANAPHN AOANTQN IOKPATHS XGfpG-TATOS (4),
TRA TUTTI GLI UOMINI SOCRATE E* IL SAPIENTISSIMO.
Colla in fatti che egli fu imperturbabile a tutte l'ingiurie, e benché in pieno teatro da comici
mafcherati da Socrate fofTe con la maggiore impudenza fchernito, e derifo nei fuoi co-
llumi (5), nulladimeno fu pazientiffimo (6). Soflemito da quelle virtù fpontaneamente, e volen-
tieri andò incontro alla morte confolando i fuoi afflitti amici, e fcolari (7).
Quindi a ragione gli Ateniefi tardi pentitili (conforme all'aurea fentenza d'Orazio lib. 3.
Od. 24.
Noi ìnvidiofi odiamo la Virtù prefente, e la defideriamo quando è dai noftri occhi rapita)
moltiplicarono a tal fegno la memoria, che dipoi appreffo tutte le Nazioni fi refe talmente
la di lui fama, e nome sì illuftre, che furono rapprefentate l'immagini di Socrate per buono au-
gurio della virtù, e tra quelle può riconofcerfì la noflra gemma. E per fervirmi delle parole del
fopralodato Stofch (8), il volto di Socrate con tanta eccellenza, e con tanto artificio è fiato ìncifo in
quefta noftra gemma, che giudicherei aver fervito di modello per /' immagini di quefto filofofo incife in
gemme anulari, che gli antichi fiimolati dall' amore della fapienza portavano feco per buono augurio.
Per la qual cofa avendo narrato brevemente i tanti meriti, e virtù di Socrate, neffuno fi ma-
raviglierà che fi ritrovino di lui innumerabili antichi monumenti (9). Tanta è ancora la venera-
zione verfo quello filofofo , che ne prefenti tempi non mancano perfone erudite che defiderano in*
cifa, e fcolpita dai moderni artefici sì in aneili, che in bulli l'immagine del fapientifumo tra
tutti gli uomini, Socrate.
TE-
(4) Diog. Laert. pag. 74. Xenofonte nell' Apologia dì
Socrate voi. 4. pag. 281. Val. Maffimo lib. 2. cap. 7.
Luciano nel XX. Dialogo dei Morti voi. 1. pag. 418.
(5) Vedi Ariftofane nelle Nuvole, Seneca della Coftan-
aa verfo il fine, ed Eliano Var. Ift. lib. 2. cap. 13. Niente
ftupifco dello ftravagante giudizio di Catone il cenfore ( ri-
ferito da Plutarco nella di lui vita voi. 1. pag. 633. ) il
quale proruppe imprudentemente in quefti eccedi chiaman-
dolo un Uomo loquaci/fimo violento , e fediziofo, il quale a-
veva fatto il poffìbile dì renderfi tiranno della patria , /avver-
tendo i cofiumì ricevuti, ed inculcando ai fuoi Cittadini op-
ptnioni nuove, e contrarie alle leggi. Da quefto ingiufto giu-
dizio fi può congetturare il penfar di Catone .
(6) Una ingegnofa, e bella rifleffione fa a quefto pro-
pofito Monfignor Bottari nel Muf. Capitolino voi. 1. pag. 14.
dicendo . Ariftofane fuo nemico introdujfe bene fpeffo iti feena
Comici mafcherati col ritratto di Socrate, come fece ancora Eupoli
per renderlo ridicolo , e quindi fi crede che avejfero origine at-
tuile wafebere che il volto di lui rapprefentano pubblicate da
Cbifflezio nelle gemme di Socrate , Begero Thef. Br. tom. 3.
pag. 321. e Pi'coroni nelle mafehere cap. 20.
(7) Vedi Xenofonte e Val. Maffimo nei luoghi cit.
(8) Stofch loc. cit. pag. 4.
(9) Fulv. Urf. imag. Gronov. Ant. Graec. voi. 2. num.
<5<S. Canini feoneg,, num. 45- Cauf. gem. ant. num. 26".
Beger.Thef. Br. voi. 3. pag. V-i- Bellori Imag.Hi. Phiiof,
num- 34- Maffei gem. ant. voi. 1. num. 53. Gorlaei Da-
ftyl. pars fec. gem. 299. & feq Gori Muf. Fior. voi. r.
tab. 41. e moltiflimi altri che per brevità tralafcio . Nei
fecoli baffi infinite immagini di quefto filofofo s' offervano
appretto gli Eretici BaJìlidiani, la fuperftizione dei quali
giunfe a tal fegno , che Ci fervivano di fomiglianti ritratti
per amuleti di buono augurio , fpeffiffimo congiungendoli
con figure moftruofe, come ciafeuno può vedere in Wilde
Gem. Sei. pag. 135. gem. 136. e in Gorleo loc. cit, gem.
30;. & feq. Un ringoiar menumento. di Socrate è in un»
gemma del Mufeo Odefcalchi voi. 2. tab. 19. pag. 43.
fpiegata da Cicerone nel lib. r. cap. 2;. De divinatone,
ed elegantemente illuftrata dall' eruditiffimo Padre Galeotti .
Socrate ( dice Cicerone ) effendo nelle pubbliche carceri
dice a Cf itone fuo familiare , che farebbe per morire dopo tre
giorni, e d' aver veduto in fogno una femmina eccellente pa-
la bellezza , la quale chiamandolo pei: nome diceva un certo
verfo d'Omero. Lib. 9. 11. v. 2J3.
Il terzo giorno lieto ti condurrà a Ftia .
Tutto quefto racconto maravigliofameute lo veggiamo efpreffo
in quefla gemma . Nel vecchio che giace in terra chiaramente
ri e 0 nofchi amo il volto di Socrate, la Matrona, la quale pren-
de la di lui mano fiiiiflra. , è quella femmina annunzìatrìce
della morte . La figura che (là a federe in atto d'ammirazio-
ne , non fi può dubitare che non fia f ijleffb Grifone , al quale
Socrate racconta il fogno.
Xenofonte nel fine delle cofe memorabili dipinge in poche parole il carattere della vita di
Socrate. Era così religiofo che non prendeva mal a far cofa alcuna fenza il configlio degli Dei -, Così
pittilo, che ancora in cofe di pochijfima ftima mai nuoceva ad alcuno, anzi giovava grandemente a coloro i
quali fi valevano di lui : Così continente che non fece mai maggior conto del piacere, che dell' onefto -, Così
prudente, che nel giudicare, e nel diftinguere le cofe buone dalle trifte non errava mai -. Così fu quefto
Eroe, qualpuò ejfere un uomo ottimo, e fopra ogni altro felicijfrmo ec. Quelle cofe dice Xenofonte fuo
fcolare, il quale aveva perfetta cognizione di Socrate ; Per la qual cofa non è da maravigliarli
che effendo interrogata da Cherofonte la Pitia fopra Socrate rifpondeffe.
ANAPHN AOANTQN IOKPATHS XGfpG-TATOS (4),
TRA TUTTI GLI UOMINI SOCRATE E* IL SAPIENTISSIMO.
Colla in fatti che egli fu imperturbabile a tutte l'ingiurie, e benché in pieno teatro da comici
mafcherati da Socrate fofTe con la maggiore impudenza fchernito, e derifo nei fuoi co-
llumi (5), nulladimeno fu pazientiffimo (6). Soflemito da quelle virtù fpontaneamente, e volen-
tieri andò incontro alla morte confolando i fuoi afflitti amici, e fcolari (7).
Quindi a ragione gli Ateniefi tardi pentitili (conforme all'aurea fentenza d'Orazio lib. 3.
Od. 24.
Noi ìnvidiofi odiamo la Virtù prefente, e la defideriamo quando è dai noftri occhi rapita)
moltiplicarono a tal fegno la memoria, che dipoi appreffo tutte le Nazioni fi refe talmente
la di lui fama, e nome sì illuftre, che furono rapprefentate l'immagini di Socrate per buono au-
gurio della virtù, e tra quelle può riconofcerfì la noflra gemma. E per fervirmi delle parole del
fopralodato Stofch (8), il volto di Socrate con tanta eccellenza, e con tanto artificio è fiato ìncifo in
quefta noftra gemma, che giudicherei aver fervito di modello per /' immagini di quefto filofofo incife in
gemme anulari, che gli antichi fiimolati dall' amore della fapienza portavano feco per buono augurio.
Per la qual cofa avendo narrato brevemente i tanti meriti, e virtù di Socrate, neffuno fi ma-
raviglierà che fi ritrovino di lui innumerabili antichi monumenti (9). Tanta è ancora la venera-
zione verfo quello filofofo , che ne prefenti tempi non mancano perfone erudite che defiderano in*
cifa, e fcolpita dai moderni artefici sì in aneili, che in bulli l'immagine del fapientifumo tra
tutti gli uomini, Socrate.
TE-
(4) Diog. Laert. pag. 74. Xenofonte nell' Apologia dì
Socrate voi. 4. pag. 281. Val. Maffimo lib. 2. cap. 7.
Luciano nel XX. Dialogo dei Morti voi. 1. pag. 418.
(5) Vedi Ariftofane nelle Nuvole, Seneca della Coftan-
aa verfo il fine, ed Eliano Var. Ift. lib. 2. cap. 13. Niente
ftupifco dello ftravagante giudizio di Catone il cenfore ( ri-
ferito da Plutarco nella di lui vita voi. 1. pag. 633. ) il
quale proruppe imprudentemente in quefti eccedi chiaman-
dolo un Uomo loquaci/fimo violento , e fediziofo, il quale a-
veva fatto il poffìbile dì renderfi tiranno della patria , /avver-
tendo i cofiumì ricevuti, ed inculcando ai fuoi Cittadini op-
ptnioni nuove, e contrarie alle leggi. Da quefto ingiufto giu-
dizio fi può congetturare il penfar di Catone .
(6) Una ingegnofa, e bella rifleffione fa a quefto pro-
pofito Monfignor Bottari nel Muf. Capitolino voi. 1. pag. 14.
dicendo . Ariftofane fuo nemico introdujfe bene fpeffo iti feena
Comici mafcherati col ritratto di Socrate, come fece ancora Eupoli
per renderlo ridicolo , e quindi fi crede che avejfero origine at-
tuile wafebere che il volto di lui rapprefentano pubblicate da
Cbifflezio nelle gemme di Socrate , Begero Thef. Br. tom. 3.
pag. 321. e Pi'coroni nelle mafehere cap. 20.
(7) Vedi Xenofonte e Val. Maffimo nei luoghi cit.
(8) Stofch loc. cit. pag. 4.
(9) Fulv. Urf. imag. Gronov. Ant. Graec. voi. 2. num.
<5<S. Canini feoneg,, num. 45- Cauf. gem. ant. num. 26".
Beger.Thef. Br. voi. 3. pag. V-i- Bellori Imag.Hi. Phiiof,
num- 34- Maffei gem. ant. voi. 1. num. 53. Gorlaei Da-
ftyl. pars fec. gem. 299. & feq Gori Muf. Fior. voi. r.
tab. 41. e moltiflimi altri che per brevità tralafcio . Nei
fecoli baffi infinite immagini di quefto filofofo s' offervano
appretto gli Eretici BaJìlidiani, la fuperftizione dei quali
giunfe a tal fegno , che Ci fervivano di fomiglianti ritratti
per amuleti di buono augurio , fpeffiffimo congiungendoli
con figure moftruofe, come ciafeuno può vedere in Wilde
Gem. Sei. pag. 135. gem. 136. e in Gorleo loc. cit, gem.
30;. & feq. Un ringoiar menumento. di Socrate è in un»
gemma del Mufeo Odefcalchi voi. 2. tab. 19. pag. 43.
fpiegata da Cicerone nel lib. r. cap. 2;. De divinatone,
ed elegantemente illuftrata dall' eruditiffimo Padre Galeotti .
Socrate ( dice Cicerone ) effendo nelle pubbliche carceri
dice a Cf itone fuo familiare , che farebbe per morire dopo tre
giorni, e d' aver veduto in fogno una femmina eccellente pa-
la bellezza , la quale chiamandolo pei: nome diceva un certo
verfo d'Omero. Lib. 9. 11. v. 2J3.
Il terzo giorno lieto ti condurrà a Ftia .
Tutto quefto racconto maravigliofameute lo veggiamo efpreffo
in quefla gemma . Nel vecchio che giace in terra chiaramente
ri e 0 nofchi amo il volto di Socrate, la Matrona, la quale pren-
de la di lui mano fiiiiflra. , è quella femmina annunzìatrìce
della morte . La figura che (là a federe in atto d'ammirazio-
ne , non fi può dubitare che non fia f ijleffb Grifone , al quale
Socrate racconta il fogno.