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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI n
XIII,
VENERE MARINA»
OPERA £>' A L L I 0 N E,
luci fa in Corniola.
APPRESSO CARLO DE FIRMIAN LIB. B. DEL S, R. L
TRa le tante Veneri dalla ftolta fuperftizione dei Gentili immaginate, fu la Venere Afrodite
nata fecondo l'anrichiffimo Mitologo Efiodo dai genitali in mare gettati, e dalla fpuma
di effo (i).
,....,.... Ed Afrodite quella,
E Dea Afrogenea, e inoltre ancora
Citerea vagamente inghirlandata
Gli Dei chiamante, e gli Uomini ; Però
Che nella fpuma fu ella allevata.
..........E Fillommede in fine.
Perchè dai genitali ella fpuntonne *
La nafcita di Venere, che forge dal Mare, fu principalmente dagli antichi celebrata, e fecero
a gara gl'ingegni degli artefici per efprimerla nelle tavole, nei marmi, e nelle gemme (2).
Su quefto foggetto con fomma induftria e lode il noftro peritiiììmo artefice ha incifo. in
quefta gemma Venere Marina. E" difficile immaginarli, perchè fuori della confuetudine, e fo-
miglianza del vero abbia efpreffo una Venere veftita eh' efee dal Mare. Forfè ha ciò fatto per
far pompa dell'artifizio del panneggiamento, mentre la di lei vefte è tanto trafparente, e fottile,
che in certo modo fa diftingùere tutta la nudità del corpo. Noi oiTerviamo adunque la noftra
Venere, che con la fmiftra mano fi tocca i capelli, forfè per fentire fé fiano umidi, effendo fortita dal
Mare ; colla finiftra mano tiene un Cavallo Marino per farci comprendere che è Signora del Mare
come appunto dice Mufeo in Her. verf. 24^. Non fai che Venere è nata dal Mare, e fignoreggia fopra
il medefemo. Da quefto fi può congetturare avere avuto per oggetto il noflro artefice d'efpri-
merci non folamente una Venere Marina, ma che nel Mare ancora efercita il fuo impero. Ciò
vien confermato da una medaglia d' oro inedita (*) dei Popoli dell' Abruzzo di eccellentiffimo
Tom. I.
(1) Efiodo nella Generazione degl' Iddìi v. rp;. Vairone
della Lingua latina li'o j.cap. 53. E* detta ancora Afrodite ,
perchè li (lima nata dalla fpuma . Anadiomène perchè forg«
fuori dal mare , Tritonia perchè è portata da i Tritoni,
Limneia perchè prefiede a i Porti, e al mare, come dice
Paufania nel lib. 2 cap. 34. Ma Artemidoro lib. 2. cap. 41.
La Venere marina è confiderata buona per- i Nocchieri, Timo-
nieri , e per tutti i Naviganti. Vedi a quello propofito For-
tuito de Nat Deor. p. 196".
(2) Con maraviglio!! encomii l'Antichità celebrò la Ve-
nere Anadiomène d' Apelle , di maniera che al dir di Plinio
lib. 35. cap. io. fu Apelle fuperato dai Greci verfi, coi quali
fu lodata la fua opera . Augurio dedicò quella tavola nel
tempio di Cefare fuo Padre , conforme ci infegna Strabone
nel lib. 14. parlando dell' Ifola di Coo . Vi era ancora una
Venere , che forgeva dal mare , la quale al preferite e dedicata
il Divo Cefare in Roma , confecrata da Augjifìa al Padre fuo ,
la-
verfi refi canto famofi . Noi leggiamo nel lib. 4. dell* An-
tologìa un' epigramma d' Anripatro Sidonio, e nulla di
più elegante intender poniamo tradotto in veri! da Aufonio
Ep. 104. pag. 22. Rimira V opra dell' Apelleo lavoro, come
Venere nata daW onde genitali del mare avendo con le mani prefi
i capelli bagnati dall' acque del mare terge la fpuma delle timi-
dette chiome . Già a. te , ed alla tua bellezza cediamo diffe Gite-
none , e la vergine Pa/lade, ed abbandoniamo il premio della
conte/a bellezza . Nell'Antologìa lib. 4. cap. 12. fi trovano
cinque Epigrammi Greci che trattano quefto ifteflb argo-
mento , e fono d' Antipatia Sidonio, d' Archia » di Demo-
crito , di Giuliano , e di Leonida . Come è deferitta la Ve-
nere d' Apelle , tale quafi la veggiamo feolpita in un baffo
rilievo di marmo ( pubblicato nel lib. dei baffi rilievi di
Roma T. 30. ) nel cortile del Palazzo Mattei . Venere
fedente in una conca marina da due Tritoni ("orientata »
che con l'una e l'altra, mano s' afeiuga J* umide chiome.
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come V origine della fua ftirpe . Dice/ì che in vece di quefta Vedi Ovid. lib r. Amor. El. 14. v. 33. e Ijb. 4. de Pont. Ep. s.
tavola fu rìlafciato ai Coi cento talenti del tributo , che era- (*) Tav. V. N. II.
fato loro impojla . Plinio pafla fatto filenzio gli autori di quei
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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI n
XIII,
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APPRESSO CARLO DE FIRMIAN LIB. B. DEL S, R. L
TRa le tante Veneri dalla ftolta fuperftizione dei Gentili immaginate, fu la Venere Afrodite
nata fecondo l'anrichiffimo Mitologo Efiodo dai genitali in mare gettati, e dalla fpuma
di effo (i).
,....,.... Ed Afrodite quella,
E Dea Afrogenea, e inoltre ancora
Citerea vagamente inghirlandata
Gli Dei chiamante, e gli Uomini ; Però
Che nella fpuma fu ella allevata.
..........E Fillommede in fine.
Perchè dai genitali ella fpuntonne *
La nafcita di Venere, che forge dal Mare, fu principalmente dagli antichi celebrata, e fecero
a gara gl'ingegni degli artefici per efprimerla nelle tavole, nei marmi, e nelle gemme (2).
Su quefto foggetto con fomma induftria e lode il noftro peritiiììmo artefice ha incifo. in
quefta gemma Venere Marina. E" difficile immaginarli, perchè fuori della confuetudine, e fo-
miglianza del vero abbia efpreffo una Venere veftita eh' efee dal Mare. Forfè ha ciò fatto per
far pompa dell'artifizio del panneggiamento, mentre la di lei vefte è tanto trafparente, e fottile,
che in certo modo fa diftingùere tutta la nudità del corpo. Noi oiTerviamo adunque la noftra
Venere, che con la fmiftra mano fi tocca i capelli, forfè per fentire fé fiano umidi, effendo fortita dal
Mare ; colla finiftra mano tiene un Cavallo Marino per farci comprendere che è Signora del Mare
come appunto dice Mufeo in Her. verf. 24^. Non fai che Venere è nata dal Mare, e fignoreggia fopra
il medefemo. Da quefto fi può congetturare avere avuto per oggetto il noflro artefice d'efpri-
merci non folamente una Venere Marina, ma che nel Mare ancora efercita il fuo impero. Ciò
vien confermato da una medaglia d' oro inedita (*) dei Popoli dell' Abruzzo di eccellentiffimo
Tom. I.
(1) Efiodo nella Generazione degl' Iddìi v. rp;. Vairone
della Lingua latina li'o j.cap. 53. E* detta ancora Afrodite ,
perchè li (lima nata dalla fpuma . Anadiomène perchè forg«
fuori dal mare , Tritonia perchè è portata da i Tritoni,
Limneia perchè prefiede a i Porti, e al mare, come dice
Paufania nel lib. 2 cap. 34. Ma Artemidoro lib. 2. cap. 41.
La Venere marina è confiderata buona per- i Nocchieri, Timo-
nieri , e per tutti i Naviganti. Vedi a quello propofito For-
tuito de Nat Deor. p. 196".
(2) Con maraviglio!! encomii l'Antichità celebrò la Ve-
nere Anadiomène d' Apelle , di maniera che al dir di Plinio
lib. 35. cap. io. fu Apelle fuperato dai Greci verfi, coi quali
fu lodata la fua opera . Augurio dedicò quella tavola nel
tempio di Cefare fuo Padre , conforme ci infegna Strabone
nel lib. 14. parlando dell' Ifola di Coo . Vi era ancora una
Venere , che forgeva dal mare , la quale al preferite e dedicata
il Divo Cefare in Roma , confecrata da Augjifìa al Padre fuo ,
la-
verfi refi canto famofi . Noi leggiamo nel lib. 4. dell* An-
tologìa un' epigramma d' Anripatro Sidonio, e nulla di
più elegante intender poniamo tradotto in veri! da Aufonio
Ep. 104. pag. 22. Rimira V opra dell' Apelleo lavoro, come
Venere nata daW onde genitali del mare avendo con le mani prefi
i capelli bagnati dall' acque del mare terge la fpuma delle timi-
dette chiome . Già a. te , ed alla tua bellezza cediamo diffe Gite-
none , e la vergine Pa/lade, ed abbandoniamo il premio della
conte/a bellezza . Nell'Antologìa lib. 4. cap. 12. fi trovano
cinque Epigrammi Greci che trattano quefto ifteflb argo-
mento , e fono d' Antipatia Sidonio, d' Archia » di Demo-
crito , di Giuliano , e di Leonida . Come è deferitta la Ve-
nere d' Apelle , tale quafi la veggiamo feolpita in un baffo
rilievo di marmo ( pubblicato nel lib. dei baffi rilievi di
Roma T. 30. ) nel cortile del Palazzo Mattei . Venere
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che con l'una e l'altra, mano s' afeiuga J* umide chiome.
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come V origine della fua ftirpe . Dice/ì che in vece di quefta Vedi Ovid. lib r. Amor. El. 14. v. 33. e Ijb. 4. de Pont. Ep. s.
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fato loro impojla . Plinio pafla fatto filenzio gli autori di quei