MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 8p
XV.
CALIGOLA-
OPERA D'ALFEO ET A RETO NE,
Scolpita in un Niccolo.
DEL MUSEO DEL SIGNOR AZINCOURT DI PARIGI.
CAIigola figlio di Germanico e Agrippina, fu così chiamato da una fpecie di calzare, di cui
fi Servivano i foldati, tra i quali nella fua fanciullezza fu educato (i).
Con tali vivi colori è efpreffo il ritratto di quefto Principe da Svetonio. ( nel cap. 50.)
dicendo. Fu alto di fi attira, di pallido colore, dì corpo fmifurato, dì collo e gambe molto fittili con
occhi, e tempie incavate, di fronte fpaziofa, e torvo fopr acciglio, di capelli raro , e calvo intorno alla
cima della tefta, pelo fi nell' altre parti del corpo ■ Aveva il volto orrido e tetro di natura, e lo dimoftrava
ancor più fiero con V arte, formandolo tale ad uno fpecchio per incutere terrore e paura (2). Alle pa-
role dell' Iftorico corriiponde la figura di quella gemma.
Di quello infame morirò di crudeltà, di libidine, e pazzia moltiffime cofe potrebbero rac-
contarli, dalle quali m'allengo per non tediare il lettore, poiché in Dione, Svetonio e particolar-
mente in Giufeppe Iftorico (3) fi poffono vedere, L'infeliciffimo fine di Caligola fu degno della
fua vita, mentre nel fiore della fua età per una congiura de' fuoi nemici fu uccifo, avendo di età
29. anni, e di regno intorno a quattro (4) . Una rariflìma e angolare Medaglia inedita è ner Mufeo
Mediceo (*) battuta nella Città Ergavica (5) nella quale da una parte s'oflerva la Tefta di Cali-
gola, nel rovefeio le fue tre forelle con Vifcrizione a baffo. MVN. ERGAVI ..cioè Municipio Er-
ga vico. Come Caligola, così fu Agrippina, prole degenerante dai fuoi buoni genitori Germa-
nico, e Agrippina. Ci flimola a parlare brevemente di quella Principefla un'eccellente ftatua
elìdente negli Orti Farnefiani. Rapprefenta Agrippina fedente in atto di profondo penfiero, quali
rivolgendo nella mente, quante notiffime, ed empie fcelleratezze aveva ordito perchè pervenirle
all'Impero il fuo figlio Nerone, il quale fiotto l'inganno d'una nave le aveva tramata la
morte (6). L'eccellentiffimo fcultore efprelTe mirabilmente nel di lei volto il più vivo fentìmento
d'una parlante meftizia. L'eleganza, e l'artifizio di quella ftatua non fidamente gareggia, ma
facilmente ancora uguaglia la gloria dei più celebri fcultori. Non può fpiegarli abbastanza quanta
bellezza, ed eccellenza vi fi ritrovi, e quanto accordo e delicatezza rifpìenda in tutte le membra,
le quali ingannano gli occhi degli filettatori. La vede Umilmente è fatta coniniigne lavoro , ed in-
gegno, ed è ben lontana dal difetto di raffomigliare ad una velie bagnata, come fpeiìe volte an-
cora i più famofi fcultori erroneamente l'hanno formata. Ella è adattata alle membra, ed elegan-
temente feorrendo ai piedi s'increfpa con belle pieghe, ed accrefee graziofamente decoro, e.
fplendore alla bellezza dell' opera. Certamente il peritilfimo fcultore nello fcolpire quella celeber-
rima ftatua ha avuto nell' animo di formare Agrippina così mefta. e penfierofa per l'inlidie tra-
mate alla fua vita dal figlio Nerone,
Tom. L M TRION-
oaUCi
,ù-
(Tu'
fTU!
p/i'
00-P
hoc
,)(*«"'
*q1'
(1) Aufonio nei Cefari pag. 8r. dice, dopo Tiberio fue-
ceffi Ce/are , ( avendo prefo il cognome da un calzar militare )
fin crudele della crudeltà ifleffa , e macchiato d'ucci foni, e
incefi fuperb C avo può d'ogni delitto imbrattato. Vedi Sve-
tonio nella vita di Caligola cap. 9. e Tacito lib. i. Annal.
cap. 69.
(2) Seneca de Coftantia e 18. e de Ira lib. 3. e. 19.
(3) Giufeppe Ift. Ant. Giud. lib. io. cap. 1. Un efem-
pio incredibile di pazzia da movere certamente a rifo non
è da tralafciarfi. Racconta Dione nel lib. 59. Che invitava
a cena uno dei puoi Cavalli chiamato per nome Incitato, e
gli metteva avanti deW orzo , e del vino nei vaf di oro, e
giurava per la fua falute, e gli prometteva di farlo confole ,
e r avrebbe fatto fé avejfe avuto più lunga vita, e in altro
luogo ( Hb. fio. pag. 853. ) dice , che egli medefmo fi fece fa-
cerdote , e prefe per collega il fuo Cavallo .
(4) Di(Te ben Giovenale nella fatira io. verf. 112.
Pochi Rè, di Platon fcetidorio al regna
Se non tiecifi, e a forza di ferite ,
E figlioli de Tiranni aver le vite
Nel proprio [angue il fine a fé condegno.
L'Impcrator Giuliano nelle vite dei Cefari pag. 129. is.
poche parole dice molto contro 1* indegno Caligola . Caia
infamiffmia befììa , dall/t cui vijla tutti gli Dei voltarono al-
trove gli occhi. Dipoi la Dea Nemefi lo confegn», alle Fa-
rie vendicatrici, che lo gettarono nel Tartaro . Perciò Sileno,
non potè dir nulla contro dì lui.
(*) T. VI. N. III.
(;) Di quefta Città vedi Tit. Livio lib. 40. cap. jo.
Plinio lib. 3. cap. 3. e Grutero nell' ifcrizioni pag. 3S2.
num. 9. Il Chiar. Enrico Florez nel fuo eccellente libro.
Medallas de las Colonias , Municipios ec. de Efpana non
ha veduto quella Medaglia .
(6) Vedi Svetonio nella vita di Nerone cap. 34. Se-
neca narra elegantemente quella iftoria nella Tragedia di
Ottavia Atto I. verf. 30J.
XV.
CALIGOLA-
OPERA D'ALFEO ET A RETO NE,
Scolpita in un Niccolo.
DEL MUSEO DEL SIGNOR AZINCOURT DI PARIGI.
CAIigola figlio di Germanico e Agrippina, fu così chiamato da una fpecie di calzare, di cui
fi Servivano i foldati, tra i quali nella fua fanciullezza fu educato (i).
Con tali vivi colori è efpreffo il ritratto di quefto Principe da Svetonio. ( nel cap. 50.)
dicendo. Fu alto di fi attira, di pallido colore, dì corpo fmifurato, dì collo e gambe molto fittili con
occhi, e tempie incavate, di fronte fpaziofa, e torvo fopr acciglio, di capelli raro , e calvo intorno alla
cima della tefta, pelo fi nell' altre parti del corpo ■ Aveva il volto orrido e tetro di natura, e lo dimoftrava
ancor più fiero con V arte, formandolo tale ad uno fpecchio per incutere terrore e paura (2). Alle pa-
role dell' Iftorico corriiponde la figura di quella gemma.
Di quello infame morirò di crudeltà, di libidine, e pazzia moltiffime cofe potrebbero rac-
contarli, dalle quali m'allengo per non tediare il lettore, poiché in Dione, Svetonio e particolar-
mente in Giufeppe Iftorico (3) fi poffono vedere, L'infeliciffimo fine di Caligola fu degno della
fua vita, mentre nel fiore della fua età per una congiura de' fuoi nemici fu uccifo, avendo di età
29. anni, e di regno intorno a quattro (4) . Una rariflìma e angolare Medaglia inedita è ner Mufeo
Mediceo (*) battuta nella Città Ergavica (5) nella quale da una parte s'oflerva la Tefta di Cali-
gola, nel rovefeio le fue tre forelle con Vifcrizione a baffo. MVN. ERGAVI ..cioè Municipio Er-
ga vico. Come Caligola, così fu Agrippina, prole degenerante dai fuoi buoni genitori Germa-
nico, e Agrippina. Ci flimola a parlare brevemente di quella Principefla un'eccellente ftatua
elìdente negli Orti Farnefiani. Rapprefenta Agrippina fedente in atto di profondo penfiero, quali
rivolgendo nella mente, quante notiffime, ed empie fcelleratezze aveva ordito perchè pervenirle
all'Impero il fuo figlio Nerone, il quale fiotto l'inganno d'una nave le aveva tramata la
morte (6). L'eccellentiffimo fcultore efprelTe mirabilmente nel di lei volto il più vivo fentìmento
d'una parlante meftizia. L'eleganza, e l'artifizio di quella ftatua non fidamente gareggia, ma
facilmente ancora uguaglia la gloria dei più celebri fcultori. Non può fpiegarli abbastanza quanta
bellezza, ed eccellenza vi fi ritrovi, e quanto accordo e delicatezza rifpìenda in tutte le membra,
le quali ingannano gli occhi degli filettatori. La vede Umilmente è fatta coniniigne lavoro , ed in-
gegno, ed è ben lontana dal difetto di raffomigliare ad una velie bagnata, come fpeiìe volte an-
cora i più famofi fcultori erroneamente l'hanno formata. Ella è adattata alle membra, ed elegan-
temente feorrendo ai piedi s'increfpa con belle pieghe, ed accrefee graziofamente decoro, e.
fplendore alla bellezza dell' opera. Certamente il peritilfimo fcultore nello fcolpire quella celeber-
rima ftatua ha avuto nell' animo di formare Agrippina così mefta. e penfierofa per l'inlidie tra-
mate alla fua vita dal figlio Nerone,
Tom. L M TRION-
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(1) Aufonio nei Cefari pag. 8r. dice, dopo Tiberio fue-
ceffi Ce/are , ( avendo prefo il cognome da un calzar militare )
fin crudele della crudeltà ifleffa , e macchiato d'ucci foni, e
incefi fuperb C avo può d'ogni delitto imbrattato. Vedi Sve-
tonio nella vita di Caligola cap. 9. e Tacito lib. i. Annal.
cap. 69.
(2) Seneca de Coftantia e 18. e de Ira lib. 3. e. 19.
(3) Giufeppe Ift. Ant. Giud. lib. io. cap. 1. Un efem-
pio incredibile di pazzia da movere certamente a rifo non
è da tralafciarfi. Racconta Dione nel lib. 59. Che invitava
a cena uno dei puoi Cavalli chiamato per nome Incitato, e
gli metteva avanti deW orzo , e del vino nei vaf di oro, e
giurava per la fua falute, e gli prometteva di farlo confole ,
e r avrebbe fatto fé avejfe avuto più lunga vita, e in altro
luogo ( Hb. fio. pag. 853. ) dice , che egli medefmo fi fece fa-
cerdote , e prefe per collega il fuo Cavallo .
(4) Di(Te ben Giovenale nella fatira io. verf. 112.
Pochi Rè, di Platon fcetidorio al regna
Se non tiecifi, e a forza di ferite ,
E figlioli de Tiranni aver le vite
Nel proprio [angue il fine a fé condegno.
L'Impcrator Giuliano nelle vite dei Cefari pag. 129. is.
poche parole dice molto contro 1* indegno Caligola . Caia
infamiffmia befììa , dall/t cui vijla tutti gli Dei voltarono al-
trove gli occhi. Dipoi la Dea Nemefi lo confegn», alle Fa-
rie vendicatrici, che lo gettarono nel Tartaro . Perciò Sileno,
non potè dir nulla contro dì lui.
(*) T. VI. N. III.
(;) Di quefta Città vedi Tit. Livio lib. 40. cap. jo.
Plinio lib. 3. cap. 3. e Grutero nell' ifcrizioni pag. 3S2.
num. 9. Il Chiar. Enrico Florez nel fuo eccellente libro.
Medallas de las Colonias , Municipios ec. de Efpana non
ha veduto quella Medaglia .
(6) Vedi Svetonio nella vita di Nerone cap. 34. Se-
neca narra elegantemente quella iftoria nella Tragedia di
Ottavia Atto I. verf. 30J.