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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0159

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI

127

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Quella favola, come olTerva Moniìg. Bottari (9) era ancora antichiffima apprefTo gliEtrufchi.
Imperocché in una patera Etrufca fi vede Giove fedente fra due Donne, una delle quali che fta
al finiftro lato accoglie con ambe le mani Minerva che efce fuori dal capo di Giove; l'altra
dal deliro lato foftiene con le proprie braccia quello Nume partoriente trafitto dai dolori.
Preflo la levatrice vedefi in atto di maraviglia Vulcano con la fcure, colla quale aprì la tefta
di Giove per facilitarne il parto: E fi vede Minerva armata con afta, feudo, e morione conforme
appunto ce 1' efprefle Ovidio ne Fafti lib. 3. verf. 841.

Dal fommo della Tefta del Gran Padre

E" fama che Minerva ufcijfe fuore

i)' afta armata, e di feudo, e fenza Madre.
Quella patera fu illuftrata dai dottiffimi Antiquari Fabbretti (io), Buonarroti(ii), e Foggini(iz)
il quale s'unì al fentimento di S. Agoftino (13) col quale s'accorda Fornuto (14).

Quella Dea era dì molti, ed infigni attributi (15) arricchita, e dagli Antichi fi venerava
come Protettrice dell' Arti, e dell' Armi (16) e della Virtù (17), e fi credeva che averle 1' iftefìa
potenza di Giove fuo Padre (18); Onde non è maraviglia che in ogni luogo s'incontrino frequen-
tiffimi monumenti di quefta Dea. Oltre infinite medaglie, tempii, ftatue, e gemme era famofo
in Roma il Foro di Minerva mentovato da Paufania (16), di cui al prefente reftano alcuni
miferabili avanzi, i quali fervono a farcene compiangere fommamente la lacrimevole perdita.
Quivi come in mezzo di folte tenebre rifplendono alcuni frammenti del fregio , ove a baffo
rilievo era fcolpita l'arte del teflere, che Minerva infegnò alle figlie di Pandaro (20). Tutti
quelli preziofi avanzi fono flati pubblicati colle flampe in rame da Pietro Santi Bartoli a van-
taggio degli amatori delle Belle Arti (21).

Facilmente noi polliamo giudicare che l'ornamento del morione della noflra Minerva non
fia invenzione dello fcultore, ma caratteriflico della Dea, alle di cui imprefe molto bene
s'adatta egualmente che il Cavallo Pegafeo collocato in cima dell'elmo, e in quelli termini
fpiea;ato da Paufania (2;) Non è molto lontano il tempio di Minerva fr enatrice {detta Calanitide ),
perchè ella preftò aiuto a Hellerofonte, più che gli altri Dei, e gli donò il Pegafo da lei prima domato. I
quattro Cavalli polli fopra la fronte alludono all'invenzione delle quadrighe, conforme c'infegna
l'Oratore Romano nel lib. 3. della natura degli Dei.

Degli Orecchini ornati con tre perle così parla di Venere Omero nell' Iliade lib. 14. v. 182.,

Ai ben bucati orecchi gli Orecchini

Si mife, che a tre gocciole eran fatti,

D'alto lavoro; e molto briofpìendeane.

OTRIA-

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/Ufi-

,/if

(p) Bottari Muf. Capitolino voi. 3. Vedi Banier tradotta
dalla Marchefa Maria Madd. Ginori voi. 1. pag. 180.

(io) Fabliretti Infcr. cap. 7. pag. 538.

(if) Buonarroti aggiunte al Demftero dell'Etruria Reale
Tav. 74.

(11) Foggini memorie dell' Accademia di Cortona Tom.
4. pag. 78.

(13) D. Auguri, de Civit. Dei lib. ìS. cap. 8.

(14) Phorn. de Nat Deor. cap. 20.

(15) Ovid. lib. 3. de Falli verf. 833.

(rSl Tertullianus de corona Militis pag. 293.

(17) Vopifco nell'Avita di Probo pag. <J;S. chiama Mi-
nerva Dea di tutte le virtù . Si vede nelle medaglie di
Probo Imperatore Minerva con l* elmo portando nella,

delira un ramofcello d'Oliva, e nella finiflra lo feudo con
l'afta rivoltata con 1' ifcrizione COMES AUG. cioè coni'
paglia detr Imperatore .

(18) Callimaco nell'Inno di Pallade verf. 132.

(io) Paufania lib. io. cap. ;. Vedi Nardini,Roma Antici
pag. 147. e Donati Roma Vetus ec. pag. 172.

(20) Omero neirOdiffea lib. 20. verf. 72.

......./ lavori Minerva

infegnò gloriofì a lavorare .

(21) Si veggono ixicife nelle Tavole 3J. e feq. nel lib.
intitolato Admiranda Roman, che fono i Baffirilievi dell'
Antichità di Roma.

(22) Paufan. lib. 2. cap. 4.
 
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